Incontrare e scambiare quattro chiacchiere con Andrea Di Maggio, aka passEnger, è un’esperienza che renderemmo, come dire?, obbligatoria per legge; o almeno, dovrebbe essere obbligatoria per chiunque graviti attorno a quella cosa chiamata club culture. I motivi? Sono due, essenzialmente. Il primo, quello più ovvio, è che Andrea è un innamorato di tutto ciò che sta alle radici di techno e house, un innamorato vero; e questo amore lo porta ad essere anche un conoscitore profondissimo della materia, da Detroit in giù (o in su), con una conoscenza anche diretta, come potrete leggere ad un certo punto. Molti parlano, parlano a vanvera; Andrea, sa. E questo ci porta al secondo motivo per cui dovrebbe essere obbligatorio imbattersi in lui: in un mondo, quello del clubbing, spesso pieno di gente vanagloriosa, di personaggi che si sentono fenomeni per aver imbroccato un EP (scopiazzando il suono del momento…), di figuri in stato di euforia perenne, lui è l’esatto contrario. Sarà il compassato piglio sabaudo, sarà l’educazione, Andrea è uno che non alza mai la voce, non sgomita, non lavora disperatamente per il successo. A lui interessa la musica. Per lui, è molto più importante conoscere bene la storia e le radici di ciò che tanto ama, nella club culture, piuttosto che avere l’agenda del telefono piena e le pubbliche relazioni in forma. E’ sempre bello sapere che ci sono anche persone così. Sempre molto bello.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Il primissimo ricordo che ho legato alla musica è anche uno dei primi ricordi in assoluto, relativo a una melodia di una canzone che mi capitava di ascoltare da bambino (avrò avuto 3 o 4 anni): ricordo che mi affascinava e mi faceva smettere di giocare e mi imbambolavo… Mi affascinava solo quella tra tutte le canzoni che uscivano dalla radio e non capivo perché! Anni dopo, per caso risentii quel pezzo, e scoprii finalmente cos’era che risuonava nella mia testa: era “Walk Of Life”. Sibillino. Poi per fortuna ho scoperto musica ben più interessante…
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Alle scuole medie preparavo le mie compilation registrando su cassetta dalla radio i pezzi che mi piacevano di più: avevo anche un quaderno farcito di titoli e nomi scritti in stilografica blu, annotavo i brani che mi piacevano e che ‘dovevo’ registrare prima o poi… Era una ‘wantlist’ antesignana, ahimè preludio di quella ben più impegnativa che ho su Discogs! Contemporaneamente, mi trovai per le mani anche i primi software per creare musica; così, per gioco e curiosità, feci i primi esperimenti di taglio e cucito con l’audio. Il passaggio dalla cameretta ai primi palchi è però avvenuto verso il 2003, quando i ragazzi della Mastello Recortz mi coinvolsero nel loro progetto di compilation elettronica (e nel mondo dell’autoproduzione in generale): da lì iniziai più seriamente a produrre e suonar dischi.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
I momenti di maggior crisi sono quelli subito prima di consegnare i pezzi per le release… c’è sempre qualcosa che non va! Seriamente, invece: mai avuto crisi con la musica; anzi, mi ha sempre salvato quando il resto non funzionava.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
A livello di esperienza ogni ‘primo passo’ e la relativa preparazione sono stati in qualche modo importanti: il primo dj set, il primo disco pubblicato, la prima data all’estero, eccettera. A livello emotivo il mio primo disco in vinile, per EclipseMusic, è stato una bella botta. Poi ti citerei la data ai Corsica Studios di Londra, era uno dei miei sogni suonarci e alla fine fui invitato per un live set insieme a Marco xluve. Un altro momento importante è stato iniziare a collaborare con i ragazzi di Noego a Vercelli per Jazz:Re:Found Festival e per quello che succede durante l’anno: i concerti, i party e la residenza come dj alle Boogie Nights sono stati e continuano ad essere un’ottima palestra che mi ha permesso di conoscere, frequentare e creare legami con musicisti, produttori e dj che stimo. Infine, l’apertura dell’etichetta Icon Of Desire, che gestisco con Marco xluve, un desiderio che covavo da tempo e che finalmente sono riuscito a realizzare, esattamente come me la immaginavo.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Avendo un lavoro diurno come ricercatore, cerco di dedicare tutto il mio tempo libero alla musica. So che è banale, ma perdersi ad ascoltare dischi, dj set, tracce sul Tubo, e poi leggere biografie, studiare discografie, inseguire dischi su eBay, immaginarsi set a tema, scolpire i suoni dei synth, lasciarsi ispirare e creare, non consuma ma ricarica. Musica a parte, ho una vita abbastanza tranquilla: nei weekend capita di andare per mercatini, mostre, concerti, o di tornare nelle campagne del Monferrato, mia terra d’origine. E poi mi piace molto cucinare! Attività che mi distrae da tutto il resto e mette di buon umore: inoltre ha molti parallelismi con il mixare i dischi in un dj set o scrivere dei brani, ci vuole attenzione per gli ingredienti, equilibrio nel miscelarli, lavorarli, e personalità per far uscire qualcosa di speciale …che poi solo raramente escano dei veri capolavori, beh, è un altro discorso!
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Non credo di averne di particolari.
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Ti scrivo due playlist:
5 dischi in ambito più o meno elettronico, tra quelli che più mi hanno ispirato nel creare musica:
– Innerzone Orchestra – Programmed LP
– Ian O’Brien – Gigantic Days LP
– Galaxy 2 Galaxy – doppio 12″ su Underground Resistance
– The Connection Machine – Bitflower 12″
– Tutto il corpus meraviglioso che sono state le 7 (o meglio 8) ‘tempeste’ di Drexciya.
E poi 5 brani a cui sono legato, categoria uplifting:
– Pharoah Sanders – The Creator Has a Masterplan
– William De Vaughn – Be Thankful For What You Got
– Qualunque versione di “People Make the World Go Round”
– Donny Hathaway – I Love The Lord; He Heard Me Cry / Someday We’ll All Be Free
– Inner City – Praise (Mayday Mix)
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Domanda capitata a fagiolo: ho appena riletto per l’ennesima volta “Solaris” di Stanisław Lem, meraviglioso romanzo di fantascienza che sarà il tema del prossimo 12″ in uscita per la romana electronique.it: il “pianeta vivo”, le sue visioni, i suoi personaggi e le sue atmosfere.
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Apertura di Icon Of Desire a parte, di cui ho parlato prima, sono molto contento di aver pubblicato una traccia per Ai Records. E’ una storia un po’ lunga, ma per farla breve: mandai questa traccia ad Ai Records come reazione alla delusione per un concorso perso (e per il quale quella traccia era stata scritta). Incredibilmente l’etichetta mi rispose, includendola in quella che sarebbe poi stata l’ultima uscita di una label speciale come Ai. Insomma, un misto di genuino apprezzamento del mio lavoro e di tempismo che mi fa sempre sorridere e ben sperare.
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è una intervista che stiamo facendo per un media on line…
Ti direi in maniera ambivalente. Da una parte cerco di viverlo in maniera più conscia e distaccata possibile, usandolo per quello che mi serve, così come mi piace stare spesso ‘alla finestra’ e osservare le dinamiche (spesso deformi) che si innescano tra le persone e in relazione agli eventi. Dall’altra ammetto che, essendo una persona umana (e debole) anche io, ci siano momenti in cui le stesse dinamiche mi coinvolgono e mi intrappolano, così da aver bisogno ogni tanto di disintossicazione.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Negli anni ho conosciuto, frequentato e lavorato con diverse persone con le quali ho condiviso appunto parole, progetti e obiettivi, mi piace ascoltare le opinioni e i punti di vista altrui anche se poi spesso concludo di testa mia. Finora la partnership più duratura è sicuramente quella con Marco ‘xluve’ Schiavone, con cui ho realizzato molti progetti (dischi, eventi, etichetta). Se parliamo invece di riferimenti più ‘ideali’ al primo posto c’è ‘Mad’ Mike Banks: ho avuto il piacere di conoscerlo anni fa, e da allora ogni incontro e scambio di mail, parole e idee è per me di ispirazione. Il suo approccio alla musica e alla vita è radicale ma al tempo stesso non snob ma umile, semplice e concreto. Gli devo molto, e sapere che ha spesso apprezzato il mio lavoro è sempre di spinta ad andare avanti in maniera più serena.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
…abbandonato ad una stazione di servizio in mezzo al deserto siriano in un assolato pomeriggio di agosto, in attesa di un improbabile autobus diretto verso l’Eufrate, può andare bene?!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più di danno fastidio nella scena musicale italiana?
Credo sia assodato quali siano i problemi della penisola, quando si parla di musica: esterofilìa generalizzata (sia nel pubblico sia presso gli operatori), incapacità a formare reti e connessioni anche e soprattutto nella stessa città/ambito/regione, tendenza a snobbare il lavoro dei colleghi, difficoltà burocratiche e nelle relazioni con le istituzioni quando si organizzano eventi. Che poi sono cose collegate, a guardare bene, e forse anche un po’ insite nel carattere italico, purtroppo. Ovviamente e per fortuna esistono ottime, coraggiose eccezioni, e il web in questo ha facilitato la diffusione di ottimi materiali, musiche, nomi, idee, progetti.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Nell’imminente, il prossimo passo è pubblicare il 12″ di cui sopra per electronique.it. Poi ho altri progetti in cantiere, sia sul versante delle mie produzioni, che della label. Inoltre stiamo lavorando per la prossima edizione di Jazz:Re:Found festival.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.
Eccola, uno dei motivi per cui ho aperto Icon Of Desire: