Con alle spalle un’ottima stagione all’interno della consolle di Minù, il party del Circolo degli Illuminati che ogni sabato, per quasi quaranta settimane consecutive, fa ballare Roma con una programmazione di pregevolissima fattura, Sawe è uno dei giovani dj capitolini più interessanti in circolazione. Per questa ragione oggi siamo particolarmente lieti di ospitarlo sulle nostre pagine per conoscere meglio la sua passione e la sua determinazione, la stessa che mette la musica al centro del suo universo e che anima questi mesi. Quelli per la sua affermazione e crescita non solo a Roma, ma in tutta Italia.
Passo numero uno: qual è il disco o la traccia che ti ha cambiato la vita? La primissima. Quella che ti ha fatto capire che la musica era veramente un’emozione particolare, più intensa di altre.
Non so dirti una traccia o disco in particolare che mi ha cambiato la vita. Ho sempre ascoltato musica, ma la passione per l’elettronica ha cominciato a crescere fin dai primi momenti in cui ho cominciato a frequentare i club. La figura del dj mi ha sempre affascinato: a parer mio è bellissimo avere la possibilità di condividere la propria musica o quella che ascolti con altre persone e vedere le loro reazioni in tempo reale quando stanno in pista.
Passo numero due: quando hai capito che la musica, produrla o suonarla, sarebbe stata una parte fondamentale della tua vita?
Sicuramente la prima volta in cui ho messo mano su due giradischi e un mixer. È una sensazione che continuo a vivere anche ora non per forza ad un party, ma anche semplicemente nella mia cameretta: è davvero una bella scarica di energia.
Diciamo anche però, che indipendentemente dal produrla o suonarla, la musica è sempre stata parte fondamentale della mia vita anche semplicemente ascoltandola.
Passo a margine: quali sono stati i momenti di maggior crisi, nel tuo rapporto con la musica?
Fortunatamente non ho passato molti momenti che si possono definire di “crisi” legati al percorso che ho avuto fino a qui. Cerco di vivere la musica con semplicità, senza alcuna pretesa o riconoscenza.
Passi importanti: quali sono stati finora i momenti più importanti, nella tua carriera?
La mia residency al Circolo degli Illuminati con Minù è stato sicuramente un passo molto importante perché mi ha permesso di dividere la consolle con molti artisti di fama internazionale che ho seguito e seguo tutt’ora nei party dove suonano in giro per l’ Europa.
Passi per prendere un po’ d’aria e trovare ispirazione ed energia: quali sono le tue altre passioni? Come le sviluppi? Quanto tempo riesci a dedicare loro?
Mi piacerebbe dirti viaggiare, visitare altre città, però devo dire la verità la musica se è parte fondamentale della tua vita, ti costringe a fare sacrifici e investire il tuo tempo. Mi sono trovato molto spesso a visitare città fuori dall’Italia, anche per pochi giorni, e passare tutte le ore a disposizione in giro per i vari record-shop, tralasciando magari altri aspetti che un luogo poteva offrirmi.
Passi perduti: quali sono finora i tuoi più grandi rimpianti, musicalmente parlando?
Credo di essere ancora troppo giovane per avere rimpianti, ho parecchia voglia di fare!
Passi che consiglieresti: quali sono secondo te i cinque album (o brani) che consiglieresti e che non dovrebbero mancare nella discografia di tutte le persone a cui vuoi bene o che stimi?
Heiko Laux “Moved (Ricardo Villalobos Remix)”
Moodymann “Why Do U Feel”
Schatrax “Just For Fun”
Isolée “I Owe You (Villalobos Remix)”
Soul Capsule “Lady Science (NYC Sunrise)”
Passi in biblioteca o videoteca: quali libri o film consiglieresti?
Ultimamente mi è capitato di leggere “Life” di Keith Richards, un libro biografico sul noto chitarrista dei Rolling Stones. Per quanto riguarda i film mi capita spesso di vedere più volte di seguito lo stesso film per diversi giorni consecutivi. Questa è una mia peculiarità: mi capita con i film ma anche con i dischi, perché ogni volta che rivedo un film, riesco ogni volta a capire sempre di più.
Sono un amante dei classici anni ’90 come “Human Traffic” e “Trainspotting”…mi piace proprio l’immaginario di quel decennio!
Passi fondamentali: qual è il risultato artistico di cui finora vai più orgoglioso?
Sicuramente la fiducia che mi hanno dato Oliver e Melania, confermandomi come resident Dj per Minù anche per quest’anno. È un party davvero speciale e e proprio per questo ne vado doppiamente fiero!
Passi virtuali: come stai vivendo l’onnipresenza del web nelle nostre vite in questi anni? Visto tra l’altro che questa è un’intervista che stiamo facendo per un media online…
Personalmente reputo il web uno strumento parecchio utile. Hai la possibilità di condividere contenuti con persone in tutto il mondo, in estrema rapidità. Naturalmente il tutto dipende dalla tipologia e dalla frequenza con cui lo usiamo. Può sembrare una banalità ma è davvero così.
Passi in compagnia: quali sono i dj e producer con cui senti più affinità, e con cui vorresti sempre e comunque condividere parole, progetti, obiettivi?
Ci sono parecchie persone con cui sento affinità musicale, dj, produttori e non. Per fare qualche nome di dj e/o produttori sicuramente non posso che citare Germano Ventura (Howl Ensemble) con cui da anni passo molto tempo in studio.
Passi incrociati: qual è la situazione, musicale e non, più assurda che ti è capitato di vivere?
Ricordo l’edizione del Sunwaves15. Era l’ultimo giorno del festival e io dovevo assolutamente prendere il taxi per arrivare all’aeroporto di Bucarest Otopeni in tempo. Mi sveglio nella mia camera d’hotel, preparo la valigia, scendo giù per fare il check-out e chiamare un taxi. In quel preciso istante mi arriva la chiamata di un mio amico che era ancora all’afterparty, dicendomi che Villalobos stava ricominciando a suonare (era il terzo giorno di fila che non si staccava dalla consolle). Colto da non si sa quale demone comincio a correre in direzione dell’after,
Riesco ad entrare, e mi godo le ultime ore di festival con valigie, zaino e check-in in mano, riuscendo per miracolo anche ad arrivare ad Otopeni in tempo per il mio volo!
Passi sbagliati: quali sono le cose che più ti danno fastidio nella scena musicale italiana?
Per come percepisco io la cosa, vedo che in Italia c’è voglia di fare e ci sono moltissime realtà valide da nord a sud. È chiaro che non c’è lo stesso movimento come in altre città europee, ma è proprio questo il punto fondamentale: in Italia la situazione è diversa, lo sappiamo tutti e dobbiamo pure farcene una ragione.
Si può parlare degli orari ristretti in cui un party può svilupparsi, alla qualità delle line-up, fino alla gente che frequenta i club, però dal mio punto di vista è inutile scimmiottare quello che succede altrove.
Sarebbe sicuramente più produttivo impiegare il nostro tempo a trovare una nostra identità che atteggiarsi pretendendo di voler fare le cose che succedono a Kreuzberg o ad Hackney Wick.
Passi che stai per compiere: quali sono i tuoi prossimi progetti?
Attualmente passo molto tempo in studio, ho molto materiale che vorrei condividere, aspetto solo il momento giusto.
Passi sinestetici: salutaci non con delle parole, ma con una traccia, non importa se tua o di altri.