Gli indonesiani Senyawa sono una delle esperienze sonore dal vivo più sorprendenti ed intriganti che vi possiate immaginare. Portati alla nostra scena soprattutto grazie allo scouting illuminato di Rabih Beaini (saccheggiate la sua label, la Morphine è veramente notevolissima), sono apparsi in un po’ di eventi “nostri” e beh, hanno assolutamente lasciato il segno, con la loro musica indefinibile ma abrasiva, tra rock, sperimentazione, tradizione, free jazz, noise, avanguardia e strumenti autocostruiti. Bene: se sono indefinibili già come genere musicale – ma pare che in Indonesia ci sia una scena “avant” insospettabilmente ricca – hanno deciso di diventare indefinibili anche a livello operativo.
Credono infatti tantissimo in un motto: “La decentralizzazione deve essere il futuro”. Attenzione, perché potrebbe essere davvero uno snodo chiave, nella lotta contro i grandi accentramenti di potere (i colossi dei social, della distribuzione, della comunicazione, dell’intrattenimento: che rischiano di diventare più potenti dei governi democraticamente eletti e dei sistemi sociali “orizzontali”, anzi, spesso lo sono già). Questo loro credo hanno deciso di metterlo in pratica concretamente: il loro nuovo album, “Alkisah”, uscirà infatti per quarantaquattro label diverse nel mondo. Sì: quarantaquattro. Ed ogni label avrà la libertà di decidere copertina, modalità promozionali; molte di esse avranno anche delle tracce in esclusiva. Insomma, non una semplice “cessione di licenza“. I Senyawa hanno lanciato l’appello, e a da tutto il mondo hanno risposto. Segno che l’interesse c’è: sia attorno ai Senyawa, sia attorno al problema che sollevano. Per quanto riguarda l’Italia, a prendersi carico dell’album ci ha pensato Artetetra. Qui sotto ecco un primo estratto: