No, Dissonanze non ritorna. A molti (…ai più affezionati, ai più curiosi, ai più portinai, ai più illuminati) è venuto un colpo quando l’altro giorno improvvisamente, a otto anni di distanza dall’ultimo segno di attività, sulla pagina Facebook di Dissonanze hanno iniziato ad esserci segni di attività. Un incredibile, grande ritorno a sorpresa? Per uno dei festival migliori e più “avanti” l’Italia abbia mai avuto, se non il migliore e basta in questo campo? Proprio ora che si susseguono annullamenti, rinvii e grida di crisi?
Nulla di tutto questo. Opinione personale, non prendetela come le tavole della legge però come una forte opinione personale quello sì: Dissonanze era talmente legato alla figura eccezionale del suo fondatore, Giorgio Mortari, una persona di spessore umano ed intellettuale semplicemente incredibile, che senza di lui non ha senso rimettere in campo alcunché. Non. Ha. Senso. Ed è una visione che, credo, sia condivisa con tutte le persone che hanno fatto parte del team storico del festival.
Quando però il “nucleo forte” degli ultimi anni di Dissonanze ha deciso di fare questa bellissima operazione – radunare in una pagina SoundCloud le registrazioni di alcuni dei set delle ultime tre edizioni – nessuno si poteva aspettare che, anche solo a cambiare un’immagine su un profilo Facebook fermo da otto anni e a fare un post, si creasse tutta questa attenzione.
Segno di una cosa. Segno che a dieci anni dalla sua ultima edizione (e a vent’anni dalla sua nascita), la traccia culturale, sociale ed umana è più forte che mai. Anzi, cresce, col passare del tempo. E’ proprio vero: One Day You’ll Understand, e per sempre più persone questo giorno è arrivato, è maturato col passare degli anni. Questo senza nulla togliere a ciò che è arrivato dopo, a ciò che è stato fatto da altri; anzi, proprio quello che di bello è successo dopo Dissonanze è uno dei segni più belli ed importanti della grandezza di Dissonanze, della sua eredità culturale, della sua forza progettuale, anzi, proprio “ideale”.
Qui sotto, il post ufficiale che annuncia questa operazione dove si condivide uno scrigno incredibilmente prezioso (set di Gil Scott-Heron, Caribou, Jamie Lidell, Moritz Von Oswald Trio, Martyn, Seth Troxler, Prefuse 73, Pinch, The Bug, Bat For Lashes, Zu e molti, molti altri: trovate tutto in questa pagina), firmato dal sottoscritto ma assolutamente pensato e condiviso con tutto il team che ha portato avanti il festival e con le persone che più erano vicine al suo fondatore e deus ex machina. In questi tempi, rimettere al centro dell’attenzione un festival che è stato visionario ma inclusivo, e che ci parla “…tanto, tantissimo del futuro migliore possibile”, è più importante che mai. Quindi, prima di buttarvi nei ricchissimi ascolti, aspettate un attimo e chiedetevi “One Day You’ll Understand” oggi quanto vale, ovvero – quel giorno è arrivato? Se è arrivato, bene: impariamo a portarcelo dietro per sempre. Con gioia. Con orgoglio. Mettendo per quanto possibile cultura, conoscenza e condivisione senza snobismi davanti a tutto il resto. E immaginando un futuro, immaginandolo bello, anche partendo da zero.