Ricordati di Rimini è uno dei progetti più interessanti degli ultimi mesi, risultato della collaborazione fra Alessandro Cianci e Iamseife. I due, produttori già affermati nell’ambiente rap ed elettronico nonché frequenti collaboratori di Mecna, si sono trovati concordi nel creare sonorità retrò, in grado di mantenere comunque una scrittura moderna, sia per quanto riguarda i testi che per le produzioni.
A giugno è uscito il loro primo singolo, “Edwige Fenech”, il cui mood è influenzato fin dal titolo dalle commedie sexy italiane degli anni ‘70, descrivendo una relazione segnata dalla gelosia. A settembre hanno pubblicato “La fine delle onde”, dove su un tappeto di chitarre surf troviamo il racconto consapevole e malinconico di un’estate appena finita, un vero e proprio sguardo all’indietro verso un periodo felice da poco terminato.
Alessandro e Seife, inoltre, hanno entrambi una grande passione per la grafica e per il design. Questo li ha portati ad accompagnare alla musica un progetto estetico e visivo, curato dallo stesso Mecna e dal fotografo Mattia Buffoli, capace di rifarsi ad un preciso immaginario vacanziero del passato. Non potevamo allora non chiedere ai due membri di Ricordati di Rimini le loro 5 copertine del cuore,
quelle che li hanno maggiormente influenzati e a cui sono più legati: ecco cosa ci hanno raccontato.
Red Hot Chili Peppers – “One Hot Minute” (1995)
A: Questo l’ho scoperto circa 6/7 anni dopo la sua uscita e, vuoi per l’assenza di John frusciante, vuoi per le sonorità più hard rock, credo sia tra i lavori più sottovalutati dei Red Hot. E’ un disco a cui sono molto affezionato perchè ho iniziato a suonare il basso imparando la linea di “Aeroplane”. Della copertina mi attira il doppio carattere: da un lato è quasi fiabesca dall’altro decisamente inquietante, ai limiti del satanico.
Klaxons – “Myths of the Near Future” (2007)
A: Questa copertina in realtà mi è rimasta impressa proprio per essere oggettivamente bruttina pur rappresentando una pietra miliare dell’Indie Rock / New Rave di quegli anni. Disco incredibile, fondamentale nell’orientare i miei gusti su dei suoni che non fossero di sola chitarra, basso e batteria. Li vidi live lo stesso anno all’ex Alpheus di Roma, un delirio. La gente su “Atlantis to Interzone” era impazzita, ritrovai i miei amici solo a fine concerto.
Statuto – “Zighidà” (2017)
S: Un disco a cui son molto legato, ogni volta che lo prendo in mano mi ricorda quando a 18 anni a Cuneo ho avuto la fortuna di scontrarmi con il modernismo e farne parte insieme ai Mods Cuneo. Non avevamo gli smartphone e accedere ad internet per trovare nuova musica non era così facile, ora basta aprire spotify e cliccare su una playlist già fatta, hehe . Grazie a questa subcultura e alle persone che ho incontrato negli anni ho scoperto un mare di musica e conosciuto altre sottoculture di cui mi sono appassionato. C’era molta aggregazione, questo forse è il ricordo più bello di quel periodo.
The Last Shadow Puppets – “The Age Of The Understatement” (2008)
S: Quando vidi per la prima volta il video su mtv di “Standing next to me” pensai subito a quanta eleganza e alla naturalezza che aveva il progetto. Alle volte vedi band costruite o forzate, mentre loro spontaneità ti catturava. Non nascondo che per me, penso quasi sicuramente anche per Alessandro, sono stati fonte di grande ispirazione. Forse uno dei miei album preferiti di sempre, dalla prima alla ultima traccia musica è un fantastico viaggio
Mecna – “Laska” (2015)
A: Abbiamo entrambi scelto questo disco perché, oltre ad avere una copertina pazzesca, è il primo a cui io e Seife abbiamo lavorato assieme.
E’ un disco a cui dobbiamo molto e senza il quale probabilmente oggi non esisterebbe Ricordati di Rimini. La foto è stata scattata da Pietro Cocco con la direzione artistica di Mecna; mi ricordo di questi oggetti bianchi che a volte sbucavano dal nulla mentre lavoravamo ai pezzi, alcuni sono ancora sparsi qua e la nelle nostre case.
S: Laska lo vedo davvero come un figlio, l’ho seguito dalla nascita fino all’uscita. Con Corrado abbiamo legato da subito ed è nata una grande amicizia oltre alla collaborazione musicale. Tramite lui ho conosciuto Alessandro, da li abbiamo cominciato molto a lavorare insieme e fatto due tour dopo l’uscita del disco. Mi sembra giusto ringraziare questo disco per aver messo in piedi Ricordati di Rimini.
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Foto di Simone Biavati