Dietro ai 6th Borough Project si nascondono Graeme Clark (alias Revenge, OOFT, e tanto altro) e Craig Smith (metà dei Soul Renegades e dei Shaw Heights Assembly, ma non solo). Dei dintorni di Glasgow il primo, della vecchia guardia di Edinburgo il secondo (personaggio fra l’altro di alcuni racconti di Irvine Welsh), continuano la ricca tradizione «Scottish» in ambito di musica elettronica. Dal 2008 hanno cominciato a produrre insieme su etichette come Jiscomusic, Permanent Vacation e Delusions Of Grandeur, oltre ad una paccata di re-edit in salsa funk e soul presi da vinili impolverati e usciti su Instruments of Rapture. Il loro sound è stato uno dei più grandi successi degli ultimi anni, un beat fresco e originale, un mix di house ipnotica riccamente condita da vecchi vocal. I 6th Borough Project trovano il consenso anche dei più giovani, di chi non aveva mai sentito certi sample ma resta impigliato nel loro stile downtempo e fuori dal coro. Mentre erano impegnati in tour, Soundwall ha avuto il piacere di scambiare due chiacchere con loro.
Quindi ragazzi, siete ormai nel giro da un pezzo. Craig ha suonato come dj per gli ultimi 20 anni mentre Graeme ha cominciato a produrre nel 1999. Nonostante una carriera così lunga, il successo è arrivato negli ultimi 4 anni con i 6th Borough. Come è nato questo progetto e quale pensate che sia stato il motivo del successo?
Craig: Da metà anni ’90 ho prodotto musica e suonato come dj con livelli di successo differenti. Con i 6th Borough è stata una solida evoluzione e la gente sembra aver apprezzato il risultato, cosa incredibile per una industria così mutevole come quella musicale. Non ho idea delle cause, noi abbiamo sempre fatto quello che facevamo sempre. Semplicemente eravamo nello stesso posto al momento giusto.
Arrivate da un background e stili differenti, come bilanciate queste differenze quando producete musica o suonate insieme?
Craig: Per me il fatto di essere diversi, ma di apprezzare il lavoro dell’altro, ci rende più forti.
Graeme: Ci alimentiamo uno delle idee dell’altro, e questo ci porta in posti che non potremmo raggiungere volando da soli. Questo è quello che dovrebbe succedere nelle collaborazioni.
Raccontateci di più del processo creativo che sta dietro una traccia, come funziona? Avete sempre un’idea chiara sul pezzo o sul sample da manipolare oppure improvvisate fino a quando viene fuori il suono giusto?
Craig: Di solito vado in giro per lo studio con la mia collezione ma non è sempre necessario prendere un sample, qualche volta basta coglierne una vibrazione. Stiamo insieme per un po’, ascoltiamo musica e tutto comincia da lì. Il tutto in maniera molto rilassata e naturale.
Graeme: Beh si, la collezione di Craig è sempre un buon punto di partenza per una traccia… c’è una cassaforte di roba in cui scegliere. Solitamente preferisco lavorare in questo modo nelle collaborazioni, riesco ad avere immediatamente ispirazioni fresche, piuttosto che scavare nella mia collezione che già conosco.
Detto in soldoni, la musica da “club” ha sempre avuto uno stile predominante. Prima soul e funky, la house era la musica di riferimento negli anni 90 e adesso stiamo attraversando l’era della techno di massa. Con il passare del tempo i BPM sono saliti costantemente, mentre la vostra musica va nella direzione opposta. Pensate che un genere downtempo, come il vostro, si stia facendo strada fra i “clubbers”?
Craig: Come ho sempre detto non bisogna essere ancorati ad un tempo, non esiste il “Santo Graal” dei BPM, conta la varietà.
Graeme: Come sempre i media mostrano un aspetto delle cose, ma la realtà può essere molto diversa. Penso che oggi le persone abbiano una cultura musicale molto aperta, c’è tantissima musica e diverse modalità con cui ascoltarla. C’è più possibilità di coinvolgere la gente se ti viene data una possibilità. Comunque cosa significano oggi dubstep, disco, house o techno? Se guardiamo ai generi su Beatport, Juno, Mixmag, etc, è tutto così aggrovigliato. Andiamo solamente avanti con il business di fare buoni dischi e divertirci.
Siete sia dj molto conosciuti che producer apprezzati. In quale ruolo vi sentite più a vostro agio? Smanettando sui deck di fronte alla folla, oppure immergendovi tra i sintetizzatori in studio?
Graeme: Entrambe sono egualmente soddisfacenti ma in maniera diversa. Mi sento più a mio agio in studio visto che sono generalmente un tipo calmo e riservato, quindi l’idea di essere al centro dell’attenzione in un club mi dà un po’ noia. Non mi piace l’idea di dj come performer, ma è come funzionano le cose oggi. Con il passare del tempo è diventato più facile e adesso mi porto dietro il mio mixer. Questo mi fa sentire a casa…eccetto per la “smoke machine”.
Come si sente dalle vostre produzioni avete grande rispetto e passione per le sonorità funk e soul. Quale artista ha influenzato maggiormente i vostri inizi e contribuito a formare il vostro suono?
Craig: Come sempre la domanda più difficile! Ho collezionato musica attivamente per 35 anni. Soul, funk, jazz, latin, afro fino a reggae, rap, rock, passando per la disco, boogie, house e altro ancora. Sono troppi per selezionarne un preferito, qualsiasi nome che potrei farti cambierebbe entro la fine della giornata!
Graeme: Non posso cominciare a nominartene qualcuno, sono stato influenzato da così tanti generi. Sono cresciuto ascoltando veramente di tutto…rock, pop, funk, soul, hardcore, house, techno. Ancora oggi ricerco i generi più disparati.
Quale artista o label state seguendo al momento?
Craig: True Rebels, Phlash, Dwala, Lay Far, Fredrick e Atjazz giusto per farti qualche nome.
Graeme: Sono troppi da dire, non lo faccio per paura di dimenticarmene qualcuno. Comunque c’è un sacco di roba che sta uscendo…così tanta che ogni tanto devo staccare.
Nonostante il vostro progetto in comune mantenete una carriera individuale. Avete la sensazione che il progetto “6th Borough” le stia togliendo spazio? In cosa differisce la vostra musica da solisti rispetto ai 6th Borough?
Craig: Per quanto mi riguarda il fatto di essere da solo, nel mio studio, fa suonare tutto in maniera diversa. Sarà un’espressione individuale piuttosto che un pensiero in comune.
Graeme: Abbiamo sempre speso un giorno insieme in studio negli ultimi 12-13 anni…. questo è il processo, quindi non è un impegno consumante. A dire il vero è come avere un giorno libero visto che si tratta sempre di sedute molto ispiranti. Lo stesso si può dire per quando suoniamo insieme.
Cosa dobbiamo aspettarci dal progetto 6th borough? Qualche novità da raccontare ai nostri lettori?
Craig: Il nuovo LP uscirà quest’estate su Delusions Of Grandeur.
English Version:
Behind the 6th Borough Project are hidden Graeme Clark (alias Revenge, OOFT, and many others) and Craig Smith (half of Soul Renegades and Shaw Heights Assembly among others). From near Glasgow the former, belonging to the old school of Edinburgh the latter (featured in some of Irvine Welsh’s novels), they keep thriving the Scottish tradition in terms of electronic music. In 2008 they started producing together on labels as Jiscomusic, Permanent Vacation and Delusions Of Grandeur, besides a bunch of re-edit in funk & soul sauce, taken from dusty vinyls and released on Instruments of Rapture. Their sound has been one of the greatest success of the last years, a fresh and original beat, a mix of hypnotic house richly spiced with old vocals. The 6th Borough Project are favored even among youngers who have never heard certain samples but get caught in their downtempo and out-of- the crowd style. While they were on tour, Soundwall got the chance to have a chat with them.
So guys, both of you have been around for a “while”, in fact Craig has been djing for the last 20 years while Graeme began producing in 1999. Despite such a long career success comes along in the last for years with 6th Borough project. How this project started and what have triggered your huge success?
Craig: Since the mid 90’s I’d been producing records and dj’ing regularly to varying degrees of success but with the 6th Borough Project it’s been a solid progression and people seemed to have enjoyed all our output which is amazing in such a fickle industry. I’ve no idea what triggered it we were both just doing what we always did, just seemed to be right time, right place.
You guys are coming from different background and styles, how do you balance these differences when you’re producing music or djing together?
Craig: For me the fact that we are different but appreciate each others take on things makes us stronger.
Graeme: We feed of each other’s ideas really and it takes us to places that I doubt we would reach if we were flying solo which is the way it should be with collaborations.
Tell us more about the creative process of creating a track, how that works? You always got a clear idea about the track or the sample to manipulate…or you just jam until something good comes up?
Craig: I’ll usually go round to the the studio with music from my collection, not even necessarily to sample sometimes to just catch a vibe of the production, we catch up for a bit, listen to some the music and then take it from there. All very relaxed and natural.
Graeme: Yeah Craig’s collection is always a good starting point for a track… there’s a vault of stuff to choose from. I generally tend to work that way with collabs, because I get fresh inspiration immediately rather than mining my own collection which I already know.
Put it plainly, “club” music has always got a predominant genre. Firstly soul and funky, house was mainstream in the 90s and now we are definitely living in the techno era. BPM increased constantly with time while your music is going in the opposite direction. Do you believe a more downtempo genre, like yours, is gaining ears and favour among clubbers?
Craig: As I’ve always said it’s not about being stuck at one tempo, there is no “holy grail” BPM, it’s about variety.
Graeme: As always, the media portrays one thing, but the reality can be very different. People are very open-minded in general I think and now because of the amount of music and the ways they are exposed to music, they’re is more opportunity to take them on a journey if you’re given a chance. What is dubstep, disco, house, techno these days anyway? If you look at the genres in Beatport, Juno, Mixmag etc, it is so intertwined. Let’s just get on with the business of making good records and having a good time.
Both of you are well known djs and extremely respected producers. In which position you feel more at ease? Spinning decks in front of wild crowds or emerging yourself into the keyboards of a studio?
Graeme: Both are equally satisfying in different ways. I was always more comfortable in the studio as I’m quite a private person generally, so the idea of being the focus in a club used to freak me out. I still don’t like the idea of dj as performer, but it’s the nature of the game these days. As the years have gone by I’ve become more comfortable, and I take my mixer with me now which makes me feel at home… minus the smoke machine.
You both clearly hold great respect and influence from the funk and soul sounds, as we can see from many of your releases. Which artists would you say you both held most respect when you were growing up and have had most influence on your sound?
Craig: Always the most difficult questions! I’ve been actively collecting music for 35 years, from soul, funk, Jazz, latin, afro to reggae, rap, rock to disco, boogie, house and beyond. Far to many to even begin singling out a favourite. Whatever I would tell you now would change by the end of the day!
Graeme: I couldn’t begin to name a few, I’ve been influenced by so much. I grew up listening to everything really … rock, pop, funk, soul, hardcore, house, techno … and I still check out as much different stuff as I can.
Some label/artists you are digging up right now (each of you)?
Craig: True Rebels, Phlash, Dwala, Lay Far, Fredrick, Atjazz to name just a few.
Graeme: Too much to mention for fear of missing people out I’m afraid. But there is loads of good shit coming out…too much actually that I sometimes need to switch off.
Despite of your common project both of you have a solo career. Are you feeling like the 6th borough project is cannibalizing other projects you are doing by yourselves? How your solo projects differs from 6th borough?
Craig: As for myself I think the fact that I’ll be on my own, in a different studio will immediately make it sound different. It will be individual expression rather than collective thought.
Graeme: We’ve always just spent 1 day a week together in the studio for the last 12 or 13 years… that’s the process, so it has never felt all-consuming. It’s actually like having a day off to be honest as it’s always an inspiring session. Same with DJing together.
What’s next from 6th borough project? Any news you wanna tell our readers?
Craig: The new LP will be dropping in the summer on Delusions Of Grandeur.