Violoncello, chitarra, mixer: sono queste le tappe fondamentali della crescita musicale di Gabriel Ananda Levermann, o più semplicemente di Gabriel Ananda. Uno che la musica l’ha vissuta direttamente sulla pelle, emozionandosi sempre. Cresciuto agli albori di quel genere techno definito tanto crudo quanto tabù, fin dal primo momento è riuscito a distinguersi per la “sua” musica, oltre i classici schemi; la sua passione per vari generi musicali (specialmente per musica classica e pop) e il grande spirito di collaborazione con altri artisti continuano a fornirgli gli stimoli per continuare con questo lavoro. E ora andremo a conoscerlo meglio…
Ciao Gabriel, benvenuto su Soundwall. Partiamo subito con le prime domande legate alla tua crescita musicale.
Un aneddoto molto curioso relativo alla tua adolescenza racconta della tua passione per la musica rock, specialmente per i Nirvana. E’ stata solo una passione giovanile o continui ad interessarti e ad apprezzare anche la musica che esula dalla scena elettronica?
Sì, certamente. Mi è sempre piaciuta la musica classica e la musica pop, dalle quali sono stato principalmente influenzato. Questo è il motivo per cui i miei brani techno sono un po’ diversi. Non sono mai stato motivato a fare solo buone tracce esclusivamente da club. Forse nel mio cuore ho sempre voluto fare musica più melodica. Così ora, dopo 16 anni passati a fare techno, sono tornato alle mie radici pop e ho avviato un progetto con Alice Rose. Stiamo lavorando ad un album, ma bisognerà attendere un po’ perché sto ancora imparando…
Nel ’95 passi, infatti, all’elettronica. La scoperta di questo nuovo genere si dice essere dovuto ad un dj set di Sven Vath. Che emozioni ti dà questo genere rispetto al rock?
La mia prima scoperta della musica elettronica in realtà è stata molto prima, ma Sven Väth ha suonato il primo set che mi è piaciuto. Quando mi guardo indietro ora, mi rendo conto, che non era solo la musica. Una delle cose più importanti era la sensazione di far parte di qualcosa di speciale. Nel 1995 la maggior parte della gente odiava la techno, e di conseguenza la comunità era molto più forte. Noi ci sentivamo parte di qualcosa di nuovo e speciale.
Oggi è tutto molto diverso. Nessuno pensa più che questo genere sia super underground. Tutti conoscono la techno e si può anche fare questo tipo di musica con il computer di casa. Nel ‘95 era tutto un grande mito, nelle feste prendevi quello che veniva e non chiedevi al dj le tracce che suonava. Si ballava, anche se la musica era molto strana, dura o psichedelicha o semplicemente “troppo”. E il giorno dopo pensavi, wow, che cos’era? Oggi è ancora piacevole in qualche situazione, ma a volte sembra quasi che il dj sia il servo e non il più padrone della “cerimonia”.
Ascoltando le tue produzioni è difficile poter definire esattamente il tuo genere che spazia tra house, techno e dub. Tu come definiresti la tua musica?
Mi piace la musica quando è onesta, emozionale, groovy e in qualche modo fresca. Fare un solo tipo di musica mi annoia molto. Quindi sono felice di non essere in grado di definire il mio stile.
Dopo anni di successo hai deciso di fondare la tua etichetta, Basmati. Con quali propositi e intenzioni è stata creata questa etichetta?
Con Basmati voglio fornire un quadro completo di quello che sto facendo e di quello che mi piace di più. Quando si rilascia su diverse etichette dipende molto dal gusto del proprietario della label. Nella mia etichetta invece c’è solo musica che mi piace, artworks che amo e nient’altro. Non mi piacciono tracce del tipo “questa potrebbe essere una hit” e cose di quel genere.
Siamo curiosi: sempre a proposito dell’etichetta, come mai hai scelto “Basmati”? C’è qualche aneddoto legato a questo nome?
Ad essere onesto, mi piace la parola “Basmati”. E’ abbastanza “corposa”, penso… All’interno di essa ci sono pure le parole “basso” ed “automatico”. Ma in realtà si tratta più di una coincidenza. La cosa divertente è che ho voluto creare Basmati nel 2001. Mia sorella ha fatto un artwork dal quale abbiamo tratto molte idee per il progetto di Alice Rose.
La tua prima release è uscita sull’etichetta tedesca Hörspielmusik. Se mettiamo in relazione questa uscita e la prima uscita della tua etichetta, quale evento ti ha emozionato di più?
Certo, è stato il mio primo disco. L’unico problema è che non hanno messo il mio nome su di esso, hanno messo la loro idea su un progetto che aveva già un nome. Non ho mai avuto soldi, promo, niente. Credo che sia stato il primo momento in cui ho pensato di creare la mia propria etichetta.
Il 2011 sarà un anno ricco di uscite per te. A cominciare dal tuo nuovo album “Techno Selected Works” che uscirà proprio sulla tua etichetta Basmati. Vuoi spiegarci in dettaglio in cosa consiste?
“Selected Techno Works” non è in realtà un nuovo album. La maggior parte dei miei brani sono stati rilasciati su molte etichette e dischi, ma mai su un CD. Così ho pensato di fare una raccolta dei miei brani più riusciti e anche delle mie tracce preferite composte negli ultimi dieci anni. Ci è voluto un sacco di tempo per sceglierle e alla fine è uscita una raccolta di tracce che offrono una buona panoramica del mio lavoro. Per me è molto importante anche il fatto che si possa ascoltare il cd in un unico pezzo a casa o in macchina, senza annoiarsi; per questo ho modificato alcuni brani che prima erano destinati al solo mixaggio dei dj. Il cd 2 contiene invece una raccolta di tracce chillout mai rilasciate ma davvero molto valide.
Inoltre rilascerò una serie di quattro eps su Basmati con le migliori tracce del mio liveset. Ho delle aspettative, anche perché amo tutte le tracce. Il primo ep uscirà ad Aprile e poi ogni sei settimane un altro.
Ultimamente, sempre più djs si cimentano in back2back per tutta la serata, dividendo la console con artisti di pari livello. Solitamente, sappiamo che prediligi la presenza Marcel Janovský, con il quale hai un rapporto di amicizia anche fuori del contesto lavorativo. Che differenze trovi rispetto al suonare da solo?
Marcel è un ragazzo ben organizzato che suona soltanto tracce selezionate in termini di buon suono, groove ed energia. Io invece scelgo i miei brani più emotivamente. Così quando suono da solo devo sempre fare attenzione a suonare roba semplice qua e là per mantenere il set leggero e piacevole. Assieme a Marcel invece posso lasciarmi andare completamente, perché lui porta sempre ordine e linearità nei sets. Un grande vantaggio è anche rappresentato dal fatto che non dobbiamo viaggiare da soli, il che a volte è davvero noioso e triste. Non si può neanche immaginare quante ore un dj trascorre in aeroporti, aerei e treni. Bisogna veramente amare questo lavoro se si vuole far fronte a queste cose.
Grazie Gabriel per la tua disponibilità!
English Version:
Cello, guitar, mixer: these are the fundamental stages of Gabriel Ananda Levermann (or simply Gabriel Ananda) musical growth. He has always seen music directly on his skin. Growing up at the dawn of techno, when this genre was still seen as a real taboo, from the very first time he succeeded to distinguish himself for his music, beyond the usual patterns; his passion for all kinds of music (mainly for classical and pop music) and the great spirit of collaboration with many artists represent what still gives strength to choose this work. Now we’re going to know him better…
Hello Gabriel, welcome to Soundwall. Let’s start immediately with the first questions related to your musical growth.
A very interesting anecdote about your teenage years tells of your passion for rock music, especially for Nirvana. Was it just a teenage passion or you still continue to be interested and to appreciate also other kinds of music not closely related to electronic music?
Yes, definitely. I always liked classical music and pop music which is my main influence. This is the reason why my techno tracks are a bit different. I just never felt motivated to only make nice clubtools. Maybe in my heart I always wanted to make more melodic and musical music. So now, after 16 years of making techno I finally came back to my pop roots and started a project wit Alice Rose. We are working on an album, but its gonna take a while because I am still learning…
In the ’95 your first steps to electronics music. The discovery of this new genre is due to a DJ set by Sven Vath. What kind of emotions it gives you this music than the rock?
My first discovery of electronic music was much earlier, but Sven Väth played the first djset I really liked. When I look back now, I realize, that it was not only the music. One of the most important thing was the feeling to be into something special. In 1995 most of the people hated techno, and as a result the community was much stronger. Everybody sticked together and we new, that we were part of something new and special.
Today it’s very different. Nobody thinks it’s a super underground thing anymore. Everybody knows so much about techno and even can make the music with the home computer. In 95 everything was a big myth, and on party you took what came and didn´t ask the dj for some tracks or so. You danced, even though the music was superstrange or hard or psychedelic or just too much. And on the next day you thought, wow, what was that? Today it’s still nice sometimes, but sometimes it feels like the dj is the servant and not the master of the ceremony anymore.
Listening to your productions is not easy to define exactly your style that ranges from house, techno and dub. How could you define your music?
I like music when it is honest, emotional, groovy and somehow fresh. Making only one style would bore me so much. So I am happy not to be able to define my style.
After years of success you’ve decided to start your own label, Basmati. With what purpose this label was created?
With Basmati I want to paint a whole picture of what I am doing and what I like most. When you release on different labels you are depended on the taste of the label maker. On Basmati there is only music I like, artworks I love and nothing else. No “this could be a hit” tracks I don´t like and so on.
We’re curious about the name of your label, how did you choose this name? Is there any anecdote related to this name?
To be honest, I just like the word Basmati. It sounds fat I think.. There’s also bass and automatic in it. But that’s more a coincidence. Funny is, that I wanted to make Basmati in 2001 or so. My sister made an artwork from which we took many ideas for the current which is done by Alice Rose by the way.
Your first ep was released on Hörspielmusik. If we relate this first ep with your the first release on your own label, which of these has excited you more?
My first record, of course. The only problem, that they didn´t put my name on it, put their idea of a projectname on it. I never got money, promos, nothing. I think that was the first moment I thought about making my own label.
2011 will be a year full of releases for you. Starting from your new album “Selected Techno Works” soon out on your own label Basmati. Would you explain in detail what is it?
“Selected Techno Works” is not really a new album. Most of my tracks were only released on many different labels and records but never on a cd. So I thought to make a collection of my most successful and also of my personal favorite tracks I made in the past 10 years. It took a lot of time to choose them and I ended up with a collection of tracks which give you a good overview of my work. It was also important for me that you can listen to the cd in one piece at home or in the car without any boredom, so I edited some of the tracks which were usually meant for djmixing only. Cd 2 contains a collection of never released chillout tracks and is meant as a goodie.
Also I release a series of 4 eps of the best tracks from my liveset on basmati. I have some expectations because I love all of the tracks. The first ep will be out in April and then every 6 weeks another one.
Lately, more and more DJs play back2back, sharing the console with other international artists. Usually, we know you play with Marcel Janovský, with whom you have a friendship also outside the work context. What are the differences compared to playing alone?
Marcel is a well organised guy who only plays well selected tracks in terms of good sound, groove and energy. I choose my tracks more emotionally. So when I play alone I always have to take care that I play simple stuff here and there to keep it easy and tasty. With Marcel together i can let myself totally go because he always brings order and straightness into the sets. A great benefit is also that we don´t have to travel alone which is really boring and sad sometimes. You can´t imagine how many hours a dj spends on airports, airplanes and trains. You really have to love that job if you want to cope with that.
Thanks Gabriel for the time spent with us!