Tentare di descrivere un artista come Francesco Tristano è compito quantomai difficile. Difficile, si, perché raccontare chi sia e cosa faccia Francesco Tristano è un po’ come se si cercasse di limitarlo e inquadrarlo entro precisi canoni e confini, cosa che risulta di fatto paradossale. Artista dal talento straordinario, dotato di una tecnica al pianoforte pressoché perfetta,subisce le influenze della corrente elettronica minimalista durante i suoi studi in America, paese nel quale si cominciano a intravedere i primi segni del suo genio. Un genio che lo porterà a dimenticare il significato della parole limite e confine, trasformando la musica in uno strumento capace di esprimere tutto il suo talento. Talento che si è espresso liberamente, senza limitazioni di forma o genere. Talento che gli ha consentito di esibirsi con la stessa classe sia sul pianoforte, sia associato alle configurazioni più sperimentali. Talento che di certo ci regalerà ancora tante soddisfazioni. Parlare di Francesco Tristano potrebbe occupare molto più di poche righe e il risultato non sarebbe così esaustivo come lo sarebbero invece le sue parole. Per questo abbiamo deciso di intervistarlo, cercando di fare un po’ di luce su chi probabilmente brilla già di luce propria.
Ciao Francesco, benvenuto su Soundwall.
Un artista come te avrà sicuramente un’idea di musica molto particolare e personale, cos’è per te la musica?
Mi piace l’idea di musica di John Cage, la musica non è l’ordine fuori dal caos, o al contrario, è un gioco senza utilità, il quale ci fa svegliare e ci rende consapevoli della vita stessa che stiamo vivendo…la musica è suono. Il suono è natura. La musica è dappertutto, e davvero, non c’è vita senza musica.
Dal pianoforte alla sperimentazione più pura, qual’è stata la scintilla?
Penso che i miei primi passi col piano siano stati con i piedi, letteralmente! Ci son delle foto di me che cammino sulla tastiera. Credo che mi sa piaciuto quello che sentivo, non c’erano distinti accordi nel basso registro, infatti era pura sperimentazione. Ma comunque ho voluto prendere delle lezioni di piano. Alla mia scuola di musica mi era stato detto di iscrivermi al conservatorio. Ed è stato li che ho avuto il mio primo insegnante, quello che mi ha mostrato come si suona il piano. A quindici anni ho lasciato Lussemburgo per proseguire i miei studi all’estero.
Vorrei soffermarmi sul pianoforte, strumento che tu padroneggi alla perfezione. Cos’ha in più rispetto agli altri strumenti e come mai risulta così adatto alla sperimentazione che tu proponi?
Il piano è una specie di mostro degli strumenti. E’ così grande, pesante, massiccio. Il range di frequenze è molto più ampio di quello degli altri strumenti, a parte alcune eccezioni. I materiali con cui è costruito sono svariati e pregiati, producono suoni molto diversi con tonalità diverse (legno, metallo). Il tipo di strumento sul quale puoi suonare qualsiasi tipo di repertorio, davvero. Puoi suonare ovviamente musica da piano, ma anche musica per flauti, violini eccetera (ovviamente non puoi fare il contrario, suonare musica da piano con i flauti!) e ovviamente si può fare la Detroit techno!
La musica classica, l’elettronica, il minimalismo, mondi tanto distanti ma con innumerevoli punti di contatto. Com’è possibile secondo te?
Sono diverse solo se si considera il contesto sociale legato a queste parole non considerando gli elementi strutturali con cui è strutturata la musica. La musica è un po’ come la cucina, usi ingredienti. Nella musica gli ingredienti principali sono: melodia, tonalità, armonia e ritmo. Ed è lo stesso sia per Johann Bach sia per Joey Beltram. Questi elementi fluiscono attraverso il continuum musicale dall’inizio e continuano ad essere presenti nello stesso modo anche nella musica più d’avanguardia. Mi diverte il fatto che si continui a mantenere separati gli stili nelle cose che facciamo, è come se parlassimo con parole diverse, nella mia concezione la musica è universale, è una parola sola.
Ti esibisci i molti modi, sia da solista che con un orchestra, dietro una consolle o accompagnato da dj o altri artisti di elettronica. Che sensazioni danno queste forme di espressione?
Sono tutti molto complementari. Mi piace la tranquillità di una sala da concerti e amo la follia di un club. Ma mi piace anche andare dall’altra parte…anche se forse non è facile da comprendere, quando il pubblico di una sala da concerti perde il controllo o quando la gente in un club sente qualcosa di intrigante, queste sono sensazioni grandiose e pazzesche. La verità è che non so mai cosa aspettarmi. Ho bisogno di questo elemento di sorpresa, per me stesso. In ogni caso far musica è una sorta di comunicazione con il pubblico, l’energia può essere molto diversa, ma sempre gratificante.
La tua proposta musicale pur essendo proiettata al futuro permette di compiere un processo a ritroso, ovverosia unire qualcosa di contemporaneo come l’elettronica a un qualcosa di senza tempo, come la musica classica. Qual’è il tuo punto di vista?
Una cosa. Il modo in cui vediamo oggi noi la musica classica non ha nulla a che fare con il modo un cui era percepita dai compositori al tempo. Bach, Mozart, Puccini, loro non hanno mai pensato di comporre “musica classica”. Al contrario, loro pensavano di star componendo musica contemporanea! Molti compositori si esibivano anche e raramente suonavano musica del passato. E’ un anacronismo! Quando suono musica di Carl Craig o di Luciano Berio, suono classici del mio tempo. Quando suono qualcosa di compositori come Bach o Mozart li sento nello stesso modo, come contemporanei. L’esperienza musicale è un cambiamento. Lo spartito musicale non trasporta gli stessi significati ora come lo faceva 200 anni fa. La nostra società sta cambiando, rapidamente anche. Chi siamo noi per definire cosa sia classico e cosa non lo sia. Suonare è sempre qualcosa di contemporaneo, perchè si tratta di sentirla ora, in questo momento. A meno che qualcuno non voglia avere un’idea parziale. Io sento che la musica è senza tempo, come ho detto prima, è un continuum musicale, e come artisti noi siamo tutti parte di questa esperienza, continuiamo a reinventarla ogni volta. No vedo perchè dovrei perdere ancora tempo con le etichette tipo: classica, techno, pop. Come ho detto: Mozart non ha mai scritto un pezzo pensando fosse classico.
E’ possibile che il mondo dei giovani sentendo qualcosa di più vicino a loro, come l’elettronica, possa in qualche modo riscoprire la musica classica?
Sicuro. Intendo, tutto è possibile, forse le giovani generazioni possono scoprire la musica classica decidendo di pagare o visitando una sala concerti per cambiare. Un qualcosa di stravagante perlomeno.
In questi anni alcune tue collaborazioni con artisti quali Carl Craig e Moritz Von Oswald, come sono nate e in che modo questi artisti si aprono verso queste nuove forme di esibizione?
Ho incontrato Carl qualche anno fa e nel 2007 abbiamo iniziato a collaborare. E’ stato per il remix di The Melody, per il quale sono andato a Detroit per la prima volta. Ho incontrato Moritz attraverso Carl circa tre anni fa. Entrambi sono musicisti molto raffinati, oltre che squisite e generose persone. Sul palco è una continua ricerca per il suono, tra acustica e elettronica, alla ricerca di un ideale.
Dopo Idiosynkrasia nel 2011 proponi il progetto BachCage, cosa puoi dirci a riguardo?
BachCage è stato appena rilasciato sul grammofono tedesco. Il Cd, per come è fatto, è per l’appunto fatto da musica di Johann Sebastian e di John Cage, oltre a alcune mie composizioni. Mi piace pensarlo come se fosse una sorta di configurazione sonora, dove io sono il curatore. E’ stato prodotto da Moritz Von Oswald. Avete detto che è classico? 🙂
Come se non bastasse hai aggiunto anche il progetto Aufgang al tuo repertorio di attività, di cosa si tratta?
Aufgang è l’interazione di due pianoforti, un set di percussioni e elettronica. E’ tutto basato sull’energia. Rami Khalife (l’altro pianista) e Aymeric Westrich (il percussionista) sono miei fratelli. Gli show Aufgang non sono mai uguali…le nostre composizioni sono un ibrido di complicate composizioni di piano e elementi della club culture, potenziati con energiche e programmi per il ritmo. Sono molto eccitato a riguardo, perchè quest’anno verremo in Italia per la prima volta!
Tante attività, tante idee, esiste qualcosa che hai sempre voluto fare in campo musicale, ma noi ci sei ancora riuscito? Cosa c’è nel tuo futuro?
Ci sono così tante cose che non ho ancora fatto, ma non ho fretta. Ho molte idee, forse troppe a dir la verità. Sono innamorato delle idee. Sono quelle che mi fanno andare avanti. Non credo comunque che siano le idee a portarmi ad un obiettivo definitivo, un punto prestabilito nella mia vita. E’ come ha detto John Cage, un gioco senza utilità, non è così? Nel frattempo continuo ad avere idee, su alcune ci lavorerò, altre rimarranno solo idee, continuerò a fare musica e spero di continuare a condividerla con la gente.
Grazie per il tempo concessoci, buona fortuna.
Grazie mille a voi!! Grandi Soundwall! bravi. A presto… Fra
English Version:
Trying to describe an artist like Francesco Tristano is a very difficult activity. Difficult is the right word, because describing Francesco Tristano is like to try to create a specific figure, giving him a sort of limit, that is something quite paradoxical. He is an artist with an extraordinary talent,with a piano technique near to the perfection, influenced by the electronic and minimalistic wave during his studies in America, place where the signs of his genius began to reach the surface. A genius that gave him the possibility to forgot the words “limit” and “boundary”, transforming his music into an instrument able to express all his talent. A free talent, without any limitation of genre or form. A talent that allowed him to perform with the same class on the piano, with an orchestra, behind a deck or into the most experimental configurations. A talent that certainly will give to us other satisfactions. Talking about Francesco Tristano maybe deserves more than a few words and the result would not be the same if the words were Francesco’s words. It is the reason why we wanted to interview him, trying to put a spotlight on someone that maybe shines with is own light.
Hi Francesco, welcome on Soundwall
For sure an artist like you has an idea of music very personal and particular, for you what is the music?
I like John Cage’s idea that music is not at all about bringing order out of chaos – on the contrary – it is a purposeless play (un gioco senza utilita…) that makes us wake up and aware for the very life we are living… music is sounds. sound is nature. music is all around, and really, there is no life without music.
From the piano to the most pure experimentation, how did it start?
I think my very first steps on the piano were with the feet – literally! there are pictures of me walking on the keyboard. I must have liked the clusters I heard – these non-distinct chords in the low register – pure experimentation indeed. but I wanted to take some piano lessons anyways. at my music school I was told I should enroll the conservatory. that’s where I had my first teacher, the one who taught me pretty much how to play the piano. by age fifteen I had left luxembourg in order to pursue studies abroad.
I want to focus on the piano, an instrument you play perfectly. What has the piano more than other instruments and how it fits so well for the experimentation that you propose?
the piano is sort of a monster of an instrument. it is so big, so heavy, so massive. the frequency range is larger than of most other instruments, a few exceptions apart. the materials constituting the piano are rich and varied, and produce very distinct sounds and overtones (wood, metal) it is the kind of instrument you can play any repertoire on, really. you can play piano music of course, but you can also play flute music, violin music etc (you cannot play piano music on the flute!) and, of course, you can play detroit techno…
Classical music, electronic, minimalism, worlds that are so distant each other but with so many points of contact. In your opinion how is it possible?
they are only different if we consider the social context underlying in these ‘worlds’ to be more important than the structural elements that constitute the music. music is pretty much like cooking – you use ingredients. in music, the (main) ingredients are: melody, tone harmony & rhythm. that’s the same for johann bach or for joey beltram. these elements flow through the musical continuum since the beginning of time and continues to be present in the exact same way in the most avant-guard music today. it’s funny to me that we keep separating styles the way we do, we even speak about different worlds… in my understanding, music is universal, it is all one world…
You perform in many different ways, solo, with an orchestra, behind a deck or supported by a dj or other electronic artists. What kind of different feelings give to you all these type of performance?
they are very complimentary. I love the stillness in a concert hall and I love the out-of-controlness in a club. but I like to go the other way too.. it might not be easy to achieve, but when the audience in a concert hall gets out-of-control, or a dancing audience in a club hears something intriguing and listens up – these are truly crazy and great sensations. the truth is, I never know what to expect. I need this element of surprise, even for myself. in any case, performing music is a sort of communication with the audience… the energies can be very different but always rewarding.
Your musical proposal is projected to the future, but allows to make a sort of backward process, linking something contemporaneous like the electronic music to something timeless, like the classical music. What’s your point of view?
for one thing, classical music the way we understand it today has absolutely nothing to do with the way the classical composers perceived it. bach, mozart, puccini – these guys never thought about writing classical music. on the contrary, they were writing contemporary music! most composers were also performers, and one rarely performed music form the past. now, since the 20th century, playing classical music means playing music of the past – music by past away composers. an anachronism! when I play the music of Carl Craig, or Luciano Berio, I play the classics of my time. when I play the old composers like Bach or Mozart, I like to feel them exactly the same way – like contemporaries. the musical experience is a changing one. the musical scores don’t carry the same meaning now as they did 200 years ago. our society is changing rapidly too. who are we to determine what is classical, and what is not… in a way, performing music is always a contemporary because it’s about hearing it now, this very moment. unless one wants to live with the idea of a piece… my feeling is that all music is timeless, like I said before, it is one long musical continuum and as artists, we are all part of this musical experience, we keep reinventing it every minute. I don’t see why I should waste my time anymore with labels like ‘classical’, ‘techno’, ‘pop’ etc. and like I said, mozart never, ever wrote a classical piece…
Is possible that the new generations could rediscover the classical music through the electronic music?
sure. I mean, everything is possible. maybe the younger generations could also discover classical music if they decided to pay a visit to a concert hall for a change – an extravaganza perhaps?
In these years you collaborate with artist like Carl Craig and Moritz Von Oswald, how these collaboration born and how these artists approaches themselves to these new ways of exhibition?
I first met Carl several years ago and we first started collaborating in 2007. (that was for the remix of The Melody, for which I traveled to Detroit for the first time) I met moritz through carl, about 3 years ago. both are extremely fine musicians and craftsmen and above all exquisite and generous human beings. on stage, it is an ongoing quest for the sound, between acoustic and electronic, searching for an ideal…
After Idiosynkrasia in the 2011 you propose BachCage, can you tell us something about this project?
bachCage was just released on deutsche grammophon. the cd is in the shape of a playlist that juxtaposes music by johann sebastian and by john cage, along with a few compositions of mine. i like tot think of it as some sort of sound installation, where I am the curator. it is produced by moritz von oswald. did you say classical? 🙂
And if it wasn’t enough you added the Aufgang project to your repertoiere of activities. What is about?
Aufgang is the interaction of two grand pianos, one drum set plus electronics. it’s all about the energy. Rami Khalife (the other pianist) and Aymeric Westrich (the drummer) are my brothers – a show with aufgang is never the same… our compositions are hybrids of intricate piano writing with elements of club culture – boosted by high-energy drumming and rhythm programming. I am very excited because this year we will come to Italy for the first time!
So many activities and ideas, is there something that you always wanted to do but you haven’t done yet in music? What is there in your future?
there are so many things I haven’t done yet, but I am not in a hurry… I have lots of ideas, too many, perhaps. I am in love with ideas. they keep me going. but I don’t really see how these ideas can bring me to a definite goal, a definite point in my life. it’s like john cage said all over again, music is all a purposeless play, isn’t it? … in the mean while, I keep having ideas, some of them will be worked out, others will remain ideas, and I keep making music, and I hope I can keep sharing it with the people.
Thanks for the time that you spent with us. Good luck.
Grazie mille a voi!! Grandi Soundwall! Bravi. A presto… Fra