Ce ne sono molti di gruppi che nascono, fanno il botto e muoiono, a volte dopo neanche un mese. Questo non è sicuramente il caso degli Is Tropical, band indie che sta decisamente facendo parlare di sé. Gary Barber, Simon Milner e Dominic Apa portano avanti questo progetto nella maniera più genuina possibile, trasformando emozioni, idee e pensieri in musica, in maniera diretta e ruvida. Caratterizzati da live shows pieni di energia, proprio negli ultimi mesi sono stati il supporto dei Klaxons, dei Big Pink e dei Mystery Jets. La loro area di interesse non si limita alla “sola” musica, bensì alle più svariate forme d’arte; basta essere presenti ad un loro live per capirlo, live dove audio e video diventano un’unica cosa, dove si uniscono gli strobo da club all’aria da concerto pop, dove fondamentalmente… si canta! Il loro album di debutto, “Native To”, è uscito il 13 giugno appena passato. Un lavoro delizioso, grezzo al punto giusto, che in alcuni passaggi sfiora anche il Lo-Fi. Il tutto però è bilanciato da linee melodiche estremamente chiare e orecchiabili che inserite nel contesto fanno di “Native To” un album particolare ed interessante; un album che si sente esser frutto di una band giovane, ma che al contempo mostra il potenziale di questi tre ragazzi. E tutto ciò viene confermato dalle parole che ci hanno lasciato in questa intervista; si sente che c’è un qualcosa in più rispetto alle solite cose, una serietà mista a ilarità che mi ricorda molto il favoloso atteggiamento degli Italoboyz, risposte non scontate e alcune volte non del tutto condivisibili, influenze musicali variegate, gusti culinari ambigui… Insomma se volete farvi un giro con loro, qui sotto si presentano con una lingua accuratamente depilata!
Ciao ragazzi, benvenuti su Soundwall!
Come vi siete conosciuti? Come è nato il progetto “Is Tropical”?
Simon: Io e Gary ci siamo conosciuti a scuola, quando eravamo bambini. Eravamo sempre in competizione: nell’arte, nello skating e nel surf.
Gary: Poi abbiamo portato questa “competizione” a Londra, dove abbiamo aperto una grande galleria di Squat Art. In seguito, attraverso gli Shitdisco, abbiamo conosciuto Dom.
Dominic: Ciao Soundwall! Dopo esserci conosciuti praticamente era come se fossimo sempre sotto gas esilarante, era tutto un ridere, un bere… Sì, ci siamo spaccati. Poi abbiamo deciso di creare una band invece di buttarci così.
Quali sono le vostre influenze musicali più forti?
S: Evolvendoci abbiamo ascoltato un mix sempre più eterogeneo di musica, anche molto Hip Hop ad esempio.
G: Mio fratello maggiore mi fece innamorare degli Wu Tang e cercai in ogni modo di avere tutti i loro album.
D: Lo stesso per me, ascoltavo molto Hip Hop quando ero in America con mia sorella, cose come Gang Starr, Nas, Wu Tang e Ice cube… Essendo stato anche un classico ragazzino degli anni 90, lo skate, il Punk ed il Rock hanno segnato la mia vita in quel determinato periodo… Band come i Minor Through, i Black Flag, i Fear, gli A/Political o anche gruppi locali come gli Shai Hulud e i Less Than Jake sono stati fondamentali. Poi scoprii i Nirvana che mi fecero da rampa di lancio per tantissima altra musica: Kurt Cobain è stato importantissimo per me, perché citava spesso moltissime band che lo avevano influenzato, band che un ragazzino da solo non avrebbe mai scoperto… Quindi cose come i The Pixies,i The Vaselines, Wire, Devo… Tutte band che sono diventate poi anche le mie preferite, bei ricordi!
Quanto vi sentite attaccati a Londra, quanto vi ha influenzato il vibe della city?
S: Beh, è dove siamo arrivati assieme quindi è un po’ il nostro Headquarters. Ad ogni angolo di Londra c’è musica che ti ispira. Puoi farti più di 4 serate a notte!
G: Ma siamo anche una band in perenne movimento. Da quando abbiamo iniziato, in realtà, siamo sempre stati in giro; recentemente ad esempio abbiamo fatto solo qualche serata a Londra.
D: Londra è il luogo perfetto quando devi tornare a casa, sei sempre circondato da persone di talento e incoraggianti; ognuno di noi ha qualcosa in comune con la zona est di Londra, lì c’è un forte sentimento di comunità. Come in ogni capitale poi, ci sono luoghi segreti da scoprire ed ogni volta che conosci una persona nuova, questa ti apre le porte di nuove zone della City, zone che non pensavi minimamente potessero esistere.
Dateci una presentazione personale del vostro album di debutto! Cos’è “Native To”?
S: E’ la cooperazione di 3 menti. Ogni brano è lontanissimo dall’idea originale, su alcuni abbiamo lavorato mesi, su altri giusto qualche ora.
G: E’ molto incentrato sulla fuga, il mare, il voler esser da qualche altra parte. Tutti i brani hanno questo sentimento di fondo, nessuno escluso.
D: “Nativo to” è un esperimento. E’ un album puro, diretto, non volevamo sviluppare troppo il nostro sound prima di capire bene cosa avessimo dentro, prima di capire le nostre idee. Volevamo che fosse un “phenomenal record”. Tutto ciò poi va inserito nel contesto, in quel determinato momento, va collegato ad una band che è all’inizio di un lungo viaggio. Siamo molto orgogliosi di questo lavoro.
Quali sono le tracce a cui vi sentite più attaccati e perché?
S: Personalmente mi sento molto legato a “Clouds”, è l’unica traccia scritta in studio e che si presenta pulita all’ascolto. E’ stata ideata solo in qualche ora.
G: “Seasick Mutiny” è la mia. E’ uno dei pezzi più vecchi che abbiamo, mi rimanda ai primi giorni in cui scrivevamo musica, giorni in cui ancora non sapevamo cosa sarebbe successo.
D: Penso il pezzo dell’album che preferisco è “Zombie”. Riesci a catturare le prime session che abbiamo fatto assieme, suonando con strumenti rotti nell’aria umida di una cantina. E’ stato il primo pezzo che abbiamo deciso sarebbe diventato un pezzo degli Is Tropical. Ci sono molti desideri in quella traccia, la voglia di essere in un posto migliore, c’è rabbia, ma anche una specie di ottimismo musicale. Quella traccia ci fece capire che eravamo forti a creare musica insieme.
Domanda obbligatoria: perché quelle maschere?
S: Amiamo l’aspetto romantico che c’è nella figura del bandito.
G: Orami è un rituale. E’ come un nuotatore che ha il suo costume. Inoltre siamo grandi fan dei Daft Punk etc etc…
D: E perché quella faccia?
I vostri shows sono pieni di carica! Qual è il concept delle vostre esibizioni?
S: E’ tutto basato sulla performance, le luci, le proiezioni, tutto! Puoi praticamente perderti in quei momenti, puoi scordare tutto quello che è successo prima dello show.
G: Vogliamo allontanare il nostro show dai classici focolari dei sing-along.
D: Il concept è “fare un cazzo di macello”. Se dopo lo show non siete in delirio e tutti sudati dovremmo ridarvi i vostri soldi!
Invece cosa ci potete dire su Tom Waits? Cos’è che ammirate in lui (oltre ovviamente a quella voce intrisa di esperienze) e come mai ogni tanto riprendete proprio alcune delle sue parole?
S: E’ un grande performer, i suoi live shows sono come degli spettacoli circensi. Immagino tutti abbiano un ideale da seguire, il mio è Tom Waits! Amo tutto di lui!
D: E’ l’ultimo grande story-teller della storia della musica. Fa parte di una razza morente.
Ma quelle foto allucinanti su istropical.com? Come vi è venuta l’idea?
S: Siamo ispirati molto dall’arte.
G: Internet ha la capacità di aprire massicciamente la mente della gente! Prima di internet le idee si evolvevano molto più lentamente.
D: Internet è impressionante. E’ un posto di archeologia, di scoperta, un luogo aperto al dibattito, un luogo anche pericoloso. E’ la frontiera che non sarà mai esplorata fino in fondo dalla nostra specie verace. E’ una realtà in perenne mutamento e sono impaziente di arrivare al giorno in cui potrò fare l’upload del mio cervello su internet e vivere per sempre lì, un po’ alla The Lawnmower Man.
Questo domanda è fondamentale, credetemi: Sushi o pizza?
S: Sushi.
G: Pizza.
D: Il sushi sulla pizza!
Qual è la vostra opinione personale sull’attuale panorama musicale? Cos’è che veramente non sopportate?
S: L’unica cosa che c’è da odiare sono le persone che criticano la musica che amano gli altri. Questo tipo di purismo è totalmente contrario allo spirito della musica. Tranquillo man, continua a strimpellare il tuo banjo di tristezza.
G: La amo tutta. Da quella più pop a quella veramente scura. Ci sono grandi band in giro come I DOM, gli Age of Consent, i Crystal Fighters etc etc
D: E’ divertente vedere come i giovani insultino l’era musicale in cui si trovano, inneggiando invece al passato, quando negli anni ’60, ’70 e 80’ non erano neanche nati. Non sanno com’è stato veramente, ci si basa solo su storie di fantasia raccontate da sognatori.
E ora? Cosa avete in mente per il futuro?
D: Continueremo a fare musica viscerale, vera musica. Voglio scrivere brani che le persone vorranno siano suonati ai loro funerali (ma anche ai loro matrimoni).
S: Esploreremo nuove vie, nuovi suoni, e chissà, magari ce ne usciremo con qualcosa di estremamente pop.
D: Voglio cercare di essere il più fedele possibile a me stesso. Ho un sacco di idee che voglio elaborare con la band.
Grazie ragazzi e buona fortuna,ci vediamo alla prossima serata!
D: Grazie a voi, ci vediamo in giro.
S: PEACE.
G: Ci vediamo alla prossima. Porta un regalo, così potremo fare un present swap!
English version:
There are many groups who born, explode and die, sometimes after less than a month. This is definitely not the case of the “Is Tropical”, Indie Rock band that is doing great things in this last period. Gary Barber, Simon Milner and Dominic Apa carry on this project in the most genuine way, transforming emotions, thoughts and ideas in music, in a direct and rough way. Featuring live shows full of energy, in the last few months they have been the support of Klaxons, Big Pink and the Mystery Jets. Their are interested not “only” in music, but also in most varied forms of art; their live shows combine audio and video, club strobes and pop concert atmosphere, where basically… you sing! Their debut album, “Native to”, was released on June. A lovely work, rough to the right point, which in some passages also touches Lo-Fi music. All this, however, is balanced by very clear and catchy melody lines that, placed in the context, make “Native to” a particular and interesting album, that shows we are talking about a young band, but at the same time it also shows the potential of these three boys. And all this is confirmed by the words they have left us in this interview, they show there is something more than the usual: seriousness mixed to hilarity, that reminds me the Italoboyz mood, answers that are not expectable and sometimes not entirely sharable, diverse musical influences, ambiguous culinary tastes … So, if you want to take a ride with them, below they are presented with a carefully shaved tongue!
Hello guys, welcome on Soundwall!
How did you meet? How was the project “Is Tropical” born?
Simon: Me and Gary met as kids in school. Always in competition in art, skateboarding and surfing.
Gary: We took this competition to London where we opened up a big squat art gallery. Then met Dom through SHITDISCO.
Dominic: Hi soundwall. After we met we did alot of laughing gas together and drank alot and fell over. Then we decided to make a band for the music instead of the falling over part.
What are your stronger musical influences? What about the music you came from?
S: We listened to a big mix of music growing up a lot of hip hop.
G: My older brothers got me into Wu Tang and i tried to buy every album they released, which is a lot even back then.
D: Same for me, I got into hip hop like Gang Starr, Nas, Wu Tang and Ice Cube through my older sister when I was living in America. Through being a kid in the 90s and skateboarding punk and rock music was a big part of my life too… bands like Minor Threat, Black Flag, Fear, A/political, and local bands like Shai Hulud and Less Than Jake. Then I found Nirvana who opened alot of music for me – Kurt Cobain was really good at mentioning bands he listened to that kids might not have found that easy to discover… so things like The Pixies, The Vaselines, Wire, Devo… bands that ended up being firm favourites of mine too, as years have gone on.
How strong do you feel linked to London? How and how much does the vibe of the city influence you?
S: It’s where we came together so it’s our music HQ. A lot of great musicians are around to inspire you with what you do. You can go to 4+ gigs a night.
G: But we are very much a traveling band. Ever since we started we have been on the road and recently have only done a few home dates.
D: London is a great place to come home to – you find yourself surrounded by talented and encouraging people – everyone has skills they can share and in East London particularly there’s a sense of shared community. Just like any capitol, there’s secret places to discover and every time you meet someone new they unlock parts of London you didn’t know about.
Give us your personal presentation of your debut album! What is “Native To”?
S: It’s 3 minds working as one. Every song gets taken far from it’s original idea, some worked on for months others for only a few hours.
G: It’s a lot about escapism, the sea and being somewhere else. Ever song has a different feeling, coming from a different influence.
D: Native To is an experiment. It’s an album written from the pure standpoint of naîvete. We didn’t want to develop our sound too much before commiting our ideas to record – we wanted it to be a phenomenal record – everything coming together in the moment and marking a moment in time of a band at the start of a long journey. We’re very proud of it.
What are the tracks you feel more linked with, and why?
S: Personally i feel linked to Clouds, It was the only track written in the studio and seemed fresh to the ears. It was put down in just a few hours.
G: Seasick Mutiny is mine. One of the oldest tracks we have and just makes me remember the first days of writing songs and not knowing the outcome.
D: I think my favourite song on the album is Zombie. It captures the first sessions we had together, playing on broken instruments in a cold, damp cellar. It was the first song we decided to keep for Is TROPICAL. There’s alot of hunger in it – a desire to be in a better place, an anger and also an outlined musical optimism – the first knee-jerk reaction to us realising we were good at making music together.
Mandatory question: why those masks?
S: We love the romance behind bandits.
G: It’s a ritual now when we play. It’s like a swimmer putting on his trunks. Also we’re big fans of Daft Punk ect…
D: Why the face?
Your shows are full of energy! What is the concept of your performances?
S: It’s all about the performance, with the lights and projections. you can kinda lose yourself in the moment and forget everything thats happened before the show.
G: We want to take it far from the campfire type sing-a-long.
D: It’s about fucking shit up. If you’re not delirious and sweaty at the end of the gig then you should pay everyone back their money.
Instead what can you tell us about Tom Waits? What do you admire in him (obviously in addition to that voice full of experiences) and why, sometimes, do you resume some of his own words?
S: He’s a great performer, his live shows are like a circus gig. I guess everyone has someone they look up to and want to be and for me it’s Tom Waits. Everything about him.
D: He’s the last great musical story-teller. Part of a dying breed.
But those hallucinating and incredible “photos” on istropical.com? How did you get the idea?
S: We get inspired by a lot of art.
G: The internet can open peoples imagination up massively! before the internet ideas grew a lot slower.
D: The internet is awesome. It’s a place for archaeology, discovery, debate, danger – it’s the frontier that will never be truly explored by our veracious species. It’s a constant, growing, organic medium and I can’t wait until I can upload my brain onto it and just live there like the Lawnmower Man.
This is really important: pizza or sushi?
S: Sushi.
G: Pizza.
D: Sushi on Pizza.
What is your opinion on the current music scene? What do you really hate in today’s scene?
D: The only thing there is to hate are the people who are negative about music other people like. That kind of purism is totally against the spirit of music. Chill out man, keep strumming your little banjo of sorrow…
S: I love it all. From the really pop to the really obscure. There are great bands around now like DOM, Age Of Consent, Crystal Fighters ect…
G: It’s funny how young people insult the era of music they are in now when they weren’t alive in the 60’s 70’s 80’s ect… they don’t know what it was like, just read the fantasy stories written by dreamers.
And now? What’s up in your minds, what kind of projects or ideas do you have for the future?
D: Keeping on making visceral, real music. I wanna write a song people play at their funerals (and their weddings).
S: Exploring new directions and sounds and maybe some super pop tracks.
G: Trying to be as true as possible to myself. I have a lot of ideas that i want to perfect in the band.
Thanks and good luck guys, see you!
D: Thanks man, see you.
S: PEACE.
G: See you then. Bring a present and we can do a present swap!