E’ strano come a volte pietre miliari della storia della musica sfuggano alle nostre orecchie; forse perché ognuno di noi ha il diritto e il dovere di stabilire quali siano queste pietre miliari, e io ammetto che non conoscevo a fondo l’importanza di Larry Heard fino a qualche settimana fa. Mi sono informato, ho visto video, letto recensioni, approfondito pensieri e soprattutto ho ascoltato la musica di Heard e oltre a colmare questo mio grande vuoto, mi sono reso conto di come l’ambiente musicale in cui cresciamo noi e gli artisti che ci fanno impazzire sia cambiato. Sì, è abbastanza ovvia come cosa: passa il tempo, cambiano i suoni, cambiano le tendenze, cambiano le leggi del mercato… Ma a prescindere da tutto questo mi sono definitivamente reso conto di come sia cambiata la qualità della musica più fruibile che ci circonda; non mi riferisco alle nostre scelte musicali, ma alla musica che, a prescindere dalle nostra volontà, ascoltiamo. Larry Heard nasce da una famiglia di musicisti nel 1960 fra le mille pulsazioni di Chicago. Cresce circondato dal Soul, dal Jazz, dalla Motown e si sente! Inizia a suonare come autodidatta vari strumenti musicali, prende parte a progetti Jazz-Fusion e di altro genere come il Manhattan Transfer. La sua carriera da solista inizia nel 1983 e da lì inizia a sfornare brani che lasceranno una profonda cicatrice nella storia della musica. Ma di questo ve ne parlerà direttamente lui. Digito il numero da chiamare per riuscire a parlare con Heard… Squilla… Appena sento la sua voce arrivano decine di pensieri e di conclusioni che potevo trarre solo sentendo il suo “Hello?!”. La sua voce era una di quelle che non ti regalano niente, gentile, pacata, sincera e mai accondiscendente. Poche risate, solo nei momenti giusti. Si sente che dietro quella voce c’è una storia, una storia vera, che c’è tanta musica, tanta buona musica. Parla del suo passato, della musica che lo ha formato, di come la tecnologia abbia drasticamente cambiato davanti ai suoi occhi il modo di far musica. Allo stesso tempo però, è stato come se tutta quest’energia, questa vitalità fosse andata a scemare con il tempo; come se con gli anni la curiosità di stare dietro alle miriadi evoluzioni della musica fosse passata. Rimane l’occhio indiscreto che continua ad osservare cosa succede, ma sembra un occhio che rimane in disparte. Ciò che è però lampante nelle sue parole, lampante e fondamentale, è che l’artista non ha mai abbandonato i principi su cui si fonda la sua musica: la qualità, quella non lo ha mai abbandonato. Nelle sue produzioni, nei suoi set rimane quella voglia di far muovere i corpi con il sorriso sul viso, rimane l’essenza della festa, della musica; non ci sono barriere legate ai generi musicali o alla data di uscita dei brani, ciò che conta sono la qualità e la funzionalità! Ascoltate la sua musica, leggete le sue parole e chiedetevi “Can I feel it?”, io scommetto di si!
Ciao Larry. Benvenuto su Soundwall.it! E’ un onore parlare con te, veramente! Ok, procediamo con ordine: partiamo dalle origini. Sei nato nella parte Sud di Chicago… Quali sono le tue origini musicali? In che realtà eri immerso quando eri un bambino?
Beh, mio padre e mia madre suonavano entrambi il piano; zii, nonni, tutti suonavano il piano, quindi eravamo perennemente avvolti dal suono di quello strumento! Due dei miei fratelli iniziarono a suonare la chitarra alle scuole superiori, così iniziai anche io come autodidatta… Tutto ciò con il tempo si è poi trasformato in ritmiche e linee di basso!
E poi, come e quando sei definitivamente approdato alla musica elettronica?
Penso avessi 19 anni, facevo parte di una band, ma il mio contributo era solo quello di suonare beats. Volevo essere più coinvolto nella parte creativa, nel fare musica. Così mi comprai il mio primo sintetizzatore e la mia prima drum machine… A quel punto ero pronto a creare i suoni che volevo usare!
E per quanto riguarda la prima musica elettronica che hai sentito?
Beh dobbiamo tornare indietro agli anni ’70… Cose come i Kraftwerk ad esempio e moltissime cose provenienti dall’Europa, quindi dal Belgio, dalla Spagna, dall’Olanda… Ero molto interessato a tutte le prime forme di elettronica che si sono sviluppate fra il ’77 e l’84!
E durante la tua crescita c’è stato qualche artista, amico, Djs, che è cresciuto insieme a te e che oggi condivide la tua stessa passione?
Molte persone con cui sono cresciuto suonavano strumenti musicali, ma anche se uno sceglie di vivere nel campo della musica, sono talmente tante le strade che puoi prendere che alla fine ti vai a perdere.
“Can You Fell It” è uno dei tuoi pezzi più popolari… E’ una di quelle tracce definibili come immortali… Tracce che ancora oggi puoi sentire in un club! Secondo te, perché questa traccia, con il vocal di Chuck Robert, vive così a lungo? Cosa ha di speciale?
Sinceramente non lo so… Non penso di poterti essere troppo di aiuto per questa domanda (ride). Io ho i miei gusti, Robert ha i suoi, ognuno di noi genera determinate atmosfere. Quello di cui sono sicuro è che Chuck Robert ha la sincerità! Questa è fondamentale… Penso riesca a portare sincerità in tutto ciò che canta… E’ per questo che la gente tende a credere a quello che canta: perché la sua voce è sincera, è vera, è una sincerità che si concretizza attraverso un brano musicale!
E ricordi la storia del pezzo? Come è nato? Da quale idea?
L’ho semplicemente fatto. Un giorno è accaduto (ride). Tutto qui, esattamente come per tutti gli altri miei brani: do corrente alla strumentazione e succeda quel che succeda!
Una domanda che immagino ti sarà stata fatta centinaia di volte… Perché hai scelto il nome “Finger Inc”? E poi da lì hai continuato sotto il nome di “Mr. Fingers”? Qual è la connessione fra te e questo nome?
Mr. Fingers è un nome che viene dai miei fratelli, mi chiamavano Loose Fingers perchè avevo sempre a che fare con molti strumenti e dovevo muovere sempre bene le mie dita. Così ho iniziato ad usare Mr. Fingers, ma quando si è trattato di renderlo più personale ho inziato ad usare Fingers Inc. è una storia piuttosto semplice..
Hai assistito alla nascita e all’evoluzione non solo di un genere musicale, ma hai avuto la possibilità di vivere il periodo delle più grandi scoperte e innovazioni nell’ambito della musica elettronica. Quali sono state le innovazioni che ti hanno veramente colpito in quegli anni? Quali sono state le cose che ti hanno fatto dire “Cazzo, ma questa cosa è fantastica!”?
I sintetizzatori! I sintetizzatori hanno portato grandi cambiamenti nella storia della musica! Hanno portato nuovi suoni, nuovi strumenti, nuovi organi, il moog! O semplicemente può essere che il suono semplice e pulito del piano forte non ti piaceva… te lo dovevi tenere, non potevi farci niente… Invece con l’avvento dei sintetizzatori avevi la possibilità di lavorare su quei suoni! Quindi eravamo tutti curiosi di sentire nuovi suoni fatti con queste strumentazioni. Questa è la cosa che mi ha più colpito dal punto di vista tecnologico.
Beh, penso anche l’arrivo del computer abbia sconvolto i canoni della produzione musicale! Cosa ne pensi dell’utilizzo di questa macchina nel mondo della musica? Quali sono i pro e i contro?
Guarda, senza alcun dubbio un pro è la loro capacità di ricordare, possono mettere al sicuro tutte le idee che mi vengono, io devo solo salvarle! Prima dell’era del computer se non ricordavi qualcosa, quel qualcosa era andato, perso! Invece ora puoi conservare informazioni. Contro… Mmmh non saprei… Sicuramente abbiamo molti problemi con la gente che non compra la nostra musica. Questo è sicuramente un contro: la gente va sui blog, scarica musica… Internet regala la nostra musica a chiunque e ciò non dà assolutamente nessun supporto agli artisti, alle etichette, ai negozi di dischi, ai distributori…
E cosa ne pensi invece di questi software per suonare, software com Traktor…
Io personalmente non li uso… Preferisco il mio mixer ed i miei CD. Conosco i principi di funzionamento di questi programmi, ma non mi sono mai messo ad usarli!
E del presente, musicalmente parlando, cosa ne pensi? Quali sono le cose importanti che secondo te ci siamo persi per strada con il passare degli anni, e quali sono invece le cose che abbiamo migliorato?
Personalmente ritengo sia un periodo piuttosto anonimo; ci sono un’infinità di artisti e di release che escono una dopo l’altra, tutto accade così velocemente che non puoi stare dietro a tutto, c’è troppa roba. Ma a parte il numero dei Djs e delle produzioni, penso che non c’è innovazione, non c’è ricerca, si suonano sempre le stesse tracce; se ci pensi questa è una cosa molto strana poiché proprio oggi che le possibilità sono infinite accade ciò. Oggi! Oggi che puoi mixare qualsiasi genere con qualsiasi altro… Intendiamoci, può succedere di sentire più volte alcune tracce, ma non dovrebbe succedere che veramente sono sempre le stesse!
Quindi sostieni che in passato ci fosse meno musica ma di maggiore qualità?!
Sì, esatto! Voglio dire, il tempo costituisce un’importante prova! I brani erano di qualità, sono brani che puoi suonare anche oggi e la gente ancora impazzisce nel sentirli.
E se dovessi fare una selezione, quali sono gli artisti degli ultimi anni che pensi dovrebbero essere seguiti?
Mi ricollego a quello che ho appena detto… Non posso ricordare i nomi di questi artisti, appaiono e scompaiono così velocemente… Il loro nome non mi può entrare in testa come è avvenuto ad esempio con “Marshall Jefferson”… Abbiamo sentito così tante cose sue, anche se prendi un piccolo lasso di tempo, che non puoi scordartelo! Ora ci sono milioni e milioni di tracce là fuori… E’ dura, non c’è il tempo per sentire milioni e milioni di tracce… Magari ce ne sono 30 ottime in giro, ma devi comunque andarle a trovare in mezzo a un milione di altre tracce! E’ una scelta difficile, devi stargli dietro! So che ci sono buone cose là fuori, ma devi stargli dietro!
Parlando dei tuoi set… Oltre alla musica che produci, pensi che il tempo abbia cambiato anche il tuo approccio ai party? Cosa è cambiato nei tuoi set?
Non penso sia cambiato qualcosa nel mio approccio alle feste… Il succo è sempre lo stesso: mettere musica al fine di far ballare la gente! Ovviamente ho nuove selezioni… E’ cambiato ciò che vai a mixer! Nel passato esistevano solo vinili, oggi invece, con i CD hai maggiori possibilità, come dicevo. Puoi scegliere come presentare un set, questo in generale è cambiato… Ma il modo in cui lo presento io è sempre lo stesso: semplicemente cerco di suonare buona musica, suono un mix di generi, di stili… La cosa importante è che funzionino assieme!
Grazie mille. E’ stato grandioso parlare con te! Buona giornata!
Piacere mio! Buona giornata anche a voi!
English Version:
It’s weird how sometimes milestones of the history of music escape our ears, maybe because everyone has the right and duty to determine what these milestones are. I admit, I did not know in depth the importance of Larry Heard untill some weeks ago. I checked him out, I watched videos, read reviews, listened to thoughts and, above all, I listened to Heard’s music and over to fill my solemn void, I realized how the musical environment in which the artists that make us crazy grow up, and in which we grow up, has changed. Yes, this is pretty obvious: time goes on, sounds evolve, trends change, the laws of the market change… But aside from all this, I’ve definitively realized how the quality of the more accessible music that surround us has changed. I am not referring to our musical choices, but to the music that, regardless of our will, we listen to. Larry Heard was born into a family of musicians in 1960, in the midst of Chicago pulses. He grew up surrounded by soul, jazz, Motown and this is evident! Than He begins playing various musical instruments, taking part in Jazz-Fusion projects and others like the Manhattan Transfer. His solo career starts in 1983 and from there he begins to churn out tracks that will leave a deep scar in the history of music. Anyway, he will tell you these things. I type the number to call to be able to talk with Heard… It rings… As soon as I heard his voice, dozens of thoughts and conclusions, that I could have just listening to his “Hello?”, came. His voice was kind, calm, sincere and never condescending. Few laughs, just at the right times. You can feel there is a story behind that voice, a true story, you know that there is a lot of music, good music. He talks about his past, about the emusic has formed him, how technology has drastically changed the way of making music before his eyes. At the same time, it was as if all that energy, that vitality have wane with time. The prying eye that continues to observe what happens remains, but it seems this eye remains aloof. What is clear and fundamental, however, in his words is that the artist has never abandoned the principles on which his music is based on: the quality! Quality never abandoned him. In his productions, in his sets there is still now the desire to make you dancing with a smile on your face, this is the essence of partying, of the music… There are no barriers, what matters are the quality and functionality! Listen to his music, read his words and ask yourself “Can I feel it?”… I bet you can!
Hi Larry welcome on Soundwall.it! It’s an honor talk with you, I’m not kidding! Ok, let’s proceed with order: let’s start from the biginning of everything. You were born in the south Chicago… What are your musical origins? In what kind of reality you were surrounded by when you were a child?
Well, my mather and father both play the piano, my uncle, my grandparents all played piano, so we were always sourranded by pianos! Two of my brothers started to play guitar when we were at the highschool, and so I started to play it too by myself, and this later changed into bass and drums!
And than, how and when did you definitely arrive to the electronic music?
I think I was 19, I was in a band, but I wasn’t really meaking a contribution other than playing beats, and I wanted to be involved in the actual creating of music; so i bought myself a synthesizer and a drum machine to keep the beats that I want!
And what about the first electronic music you listened to?
Well we have to go back to the seventes, things like Kraftwerk and lots of stuff from Europe, so from Belgium, Spain, Holland… The erlier electronic music between the 1977 and the 1984!
Are there artists, Djs, people who artistically grew up with you and with whom you share this life today?
Lot of people I grew up with played musical instruments, but even if you choose to live in the music, you can choose an infinite number of ways.
“Can You Feel It” is one of your most popular tracks … Is one of those tracks definable as immortal… Tracks that, still today, you can hear in a club! According to you, why this song, with its Chuck Roberts’s vocals, live so long? What’s special?
I’m not exactly sure… I don’t think I can help you with this question (laughs). I have my flavour and Chuck Roberts has his flavour… He has sincerity! The sincerity is foundamental… I think he brings sincerity to everything he sings… This is why people tend to believe to whatever he sings: ‘couse his voice is sincere, it’s sincerity that cames through a recording!
But do you remember the story of that piece? How was it born? From which idea?
I’ve just made it up. It just happened one day (laughs). That’s all! Yeah, like all my tracks: I just turn on the equipment and whatever happens happens…
A question I suppose you heard lot of time… Why did you choose the name “Finger Inc” and, since then, you have continued under the name “Mr. Fingers”? What is the connection between you and this name?
Mr. Fingers comes from my brothers, they called me loose fingers because i was always caught up with many instruments and i had to move my fingers really well. So they started calling me loose fingers and I ended using it, so Mr. Fingers worked well but when it had to be more personal I use Fingers Inc. It’s A pretty simple story…
You have assisted at the birth and the evolution not only of a musical genre, but you lived the whole period of the greatest discoveries and developments in the field of electronic music. What are the innovations that you remember has struck you in all these years? What were the things that made you say “Shit, this is ammazing”?
The synthesizers! Synthesizers brought a big change! Synthesizers have brought new sounds, new instruments, new organs, the moog! Or maybe you simply do not like too much the sound of a simple piano, so you go to edit it. So we were curious to start to hear new kind of sounds made up using synthesizers. From the technological point of view this is what strucks me about these tools!
I think the computer was a turning point too! What do you think of this machine in this world? What are the pros and cons?
Well, defenetly a pros for me is that they can remembers all the ideas I came up with, I have just to save them! Before the computer, if you didn’t remember, the idea was gone. So you can retain informations. The cons… I don’t know, I’m not exactly sure… Well, we have lots of truble with people really don’t buy music. This is one con, you know, peolpe goes to blogs, they download music, the internet gives you music for free, and this fact doesn’t really give support to artists, lables, stores, distributores…
And what about your personal relationship with computers and softwares? Have you skip from analogic to digital or do you prefer your great and classic tourntables?
I use turntables at home. For practical reasons I play CDs when I go to dj, ‘couse I can just carry more music than you can ever put in a vinyl; so I have more selection, it’s a practical reason… Infact at home I have my tourntables that I use to listen to music.
And what about all these softwares created to play music, softwares like Traktor…
No, I just use CDs and mixer. I know the principles of using programs, but I’ve never starting doing it myself.
And now? What do you think of this present musically speaking? What are the important things we lost over the years, and what are the things that we have improved over the years!
I think it’s a pretty anonymous period, because there are so many artists and releases coming so fast that you can’t know all of them, because there’s too much stuff to handle. But regardless of the number of DJs and productions, I personally think that there is no innovation, there is no research, they always play the same tracks, and it’s weird because with today’s technology you can do almost everything you want. Today you can mix any genre with any other… Maybe you can hear some of the same records but you should not always listen to all the same records!
So you think in the past there was less music but at the same time it was good music…
Yeah, exactly! I mean, the proof is time itself… The songs were good, you can still play even today and people still get excited listening to them.
And still speaking of the present: what are the artists of recent years that you think should be followed?
This is connected to what I just said… I can’t remember the artists name becouse they come and they disapear so fast… The names don’t speak in your head like Marshall Jefferson; we heard so much music by him in a short period of time! Now there are millions and millions of tracks out there… It’s hard, there is no time to listen to million tracks… If you can hear 30 good tracks, there is a million to choose from!!! it’s a difficult choice, you have to keep up! I know there are good things out there but you have to keep up!
Talking about your set… In addition to the music you produce, do you think the time has also changed your approach to the party? What is changed in your set?
I think anything is changed in my approach to playing in a party… I always play music in order to make people dance! I have a new selection obviously… I mean, what you are mixing on may have changed. In the past only vinyls were available, now, with the CDs you have more selections, as I said. You can choose how to present the set, this is changed… But the way I present it is always the same: just try to play great music, play a mixture of styles, house, techno… The important thing is only that they can work together.
Thank you very much. It was great talking with! Have a great day!
My pleasure! Have a good day you too!