Staffan Linzatti è uno che si pone domande, molte domande e di continuo. Ed è da queste riflessioni che nasce la sua musica, un modo per raccontare e condividere storie, visioni, pensieri.
La Svezia può essere un posto magico, specialmente con i nostri inverni durante i quali c’è tantissima neve e con i quali sono cresciuto. Da bambino mi piacevano proprio i mesi freddi della Svezia: in quei momenti sembra che il tempo rallenti la sua velocità, che si dimezzi, così hai un sacco di tempo libero per giocare e per esplorare. Ancora oggi l’inverno è la stagione che preferisco, probabilmente per questi bei ricordi che conservo. Crescere in Svezia è stato bellissimo, c’è una natura immensa, che non aspetta altro di essere esplorata e io sono stato molto influenzato da quello che mi circondava. Sono cresciuto nei pressi di una grande foresta, che era praticamente il mio campo di gioco.
Quando ero piccolo Michael Jackson era il mio idolo più grande: ogni volta che che arrivava il mio compleanno o il Natale (insomma qualcosa che mi avrebbe portato dei regali) io speravo in un suo cd. Registravo un sacco di cose, volevo avere un mio show personale alla radio, ma ero giovane e non avevo molte scorte musicali ai tempi, così qualsiasi cd in cui mi imbattevo andava bene. Ed è proprio da bambino che ho ascoltato molta musica elettronica, più che altro attraverso le collezioni di dischi di mio padre. Più tardi mio fratello si comprò il primo giradischi e la musica mi sembrò immediatamente più raggiungibile. In quello stesso periodo iniziai ad andare al negozio di dischi con mio fratello e cominciai a comprarne anche io e alla fine acquistai anche dei piatti per me. In realtà non saprei dire perchè mi piace la musica elettronica, o la musica di un qualche genere in particolare. Ad ogni modo ciò che preferisco è la musica senza tempo, quella che mi ispira e che mi lancia delle sfide. Con sfide non intendo che la musica debba essere complessa, ma piuttosto che smuova qualcosa nella mia testa, qualcosa che mi faccia pensare perchè credo che ci sia una connessione tra la nostra dimensione interiore e la musica che creiamo, che lo vogliamo o no. Anche il più semplice dei pensieri è pur sempre un pensiero che è nato in noi e non direi che questo sia un qualcosa di nuovo, o che appartenga solo alla musica elettronica; credo piuttosto che sia un collegamento presente in tutte le forme di arte. Magari può essere più facile da cogliere nella musica elettronica perchè il suo contenuto astratto ed emozionale è essenziale se vuoi creare un qualcosa di unico e di lungimirante. E allo stesso modo credo che il ritmo sia uno degli aspetti sempre presenti della vita, che pervade l’uomo e l’universo, che fa scorrere, dà movimento. Il ritmo è presente in ogni cosa vivente. Un bambino può comprenderlo ed interpretarlo anche senza sapere cos’è. E’ come un linguaggio universale, compreso e parlato da tutti e da tutto, trascende il tempo e lo spazio.
Anche nella mia musica la dimensione psicologica è molto importante. E’ da questo aspetto che nascono le storie che cerco di inserire in quello che creo, è lì che cresce la mia ispirazione e che vengono fuori i collegamenti con l’arte delle altre persone. Ho detto che guardare le persone seduto in un caffè, o guardare una strada affollata, mi ricorda quanto poco tempo abbiamo e che il futuro incombe su di noi. Amo sentire e vedere cose che sono difficili da riconoscere, che siano suoni o immagini. Per questo lavorare in studio pulisce la mia mente. Mi piace vedere il tempo in azione, come interagiamo con esso, come ne facciamo uso, come ci tocca, come plasma le nostre idee e come ci costringe ad adattarci all’universo. Se senti o vedi qualcosa che non puoi riconoscere, un qualcosa che non hai mai sentito, un qualcosa di astratto, il tempo (che siano ricordi o fatti del passato) non intacca la percezione della cosa che senti o che vedi. Quello che sto cercando di dire è che mi piace osservare il tempo e il processo creativo che segue, è questo il mio modo di condividere ciò che osservo. Per la mia musica inizio sempre da un concetto, un qualcosa che voglio descrivere, un qualcosa che voglio esplorare e condividere. Il processo nasce da un’idea, è il frutto di un pensiero o di una riflessione. Le idee cambiano ad ogni traccia, ma c’è sempre un concetto che le riunisce tutte. E con i miei dj set il concetto di base è lo stesso: ho un’idea su cosa voglio comunicare alle persone e c’è sempre spazio per l’improvvisazione.
Ovviamente è un bene che sempre più persone riescano ad apprezzare la vastità della musica elettronica. La scena è costantemente in evoluzione, e sono sicuro che lo sarà ancora di più in futuro, e lo dovrà essere per le giuste ragioni. Essere underground non è per forza sinonimo di ‘accessibile solo ad un piccolo gruppo di persone’, ma riguarda il modo di fare delle cose, che è opposto a quello commerciale. Ed è arte: è arte quando metti la tua anima in ciò che stai creando, quando condividi un grosso pezzo di te stesso e comunichi qualcosa con le tue abilità. L’arte porta alla vita quando si stabilisce una connessione, un messaggio tra l’artista, l’oggetto e l’osservatore e per evolverci abbiamo bisogno di provare cose nuove, quindi l’intersecarsi delle forme artistiche è un’ottima cosa. Certo io non sono ancora abbastanza vecchio per dire che non ho passato tutta la mia vita circondato da computer, ma sicuramente ho vissuto certi cambiamenti. Il più grande ovviamente è stato l’aspetto tecnologico. Quando ho iniziato a suonare i programmi digitali per dj non erano evoluti come lo sono oggi, e sto parlando di sei anni fa. Tutto è diventato più accessibile, sia in positivo che in negativo. L’altro aspetto riguarda le persone: oggi le persone nella musica elettronica ricercano cose diverse, alcune vogliono il divertimento in pista, altre sperano di sentire cose che non hanno ancora sentito. Un altro aspetto ancora può essere la speranza di intravedere il futuro, di sperimentare una certa emozione, o di essere parte di un momento in pista che è pieno di forza.
Oggi abbiamo a che fare con il rimaneggiamento di strade già provate ed intraprese, questo è sicuro. Finchè le persone saranno aperte a qualcosa di nuovo e di diverso e finchè ne saranno alla ricerca, allora può darsi che lo troveranno. Non voglio dire che in generale gli artisti oggi sono più o meno creativi, ma è piuttosto una questione di rischi, di distacco dalle norme artistiche. Abbiamo sempre avuto gli strumenti giusti per fare arte, ma la differenza principale oggi è piuttosto che abbiamo più strumenti per distribuire l’arte, il che rende più facile connettere e condividere con il mondo il nostro lavoro. In un artista per me l’armonia è importante e mi colpisce molto quando una persona non ha paura di fare la sua vera musica, quando si assume dei rischi. Il lato negativo è che c’è un eccesso di musica in giro, il che certamente può creare confusione e portare via il fascino di trovare qualcosa per conto tuo. Ma più esperienze metti nei tuoi lavori, più ne ricaverai. Sembra una specie di morale della favola questa. Più esperienze hai fatto, più hai da condividere con il mondo. Se davvero vuoi rapportarti con le altre persone, devi essere in grado di trasportarle nelle tue visioni, nella tua immaginazione e nei tuoi ricordi.
Per me mio fratello è una grande fonte di ispirazione: discutiamo sulle idee e plasmiamo i concetti ogni giorno. Il mio compagno di studio Pär ci aiuta molto: ascoltiamo musica davanti ad un caffè o lavoriamo insieme ad un qualche progetto. Anche la musica e le idee di Jeff Mills mi danno molta ispirazione. Un altro è Steve Reich, Lalo Schifrin un altro ancora, così come i The Penguin Cafe Orchestra. Inoltre sono un appassionato di science fiction e di tutto ciò che la riguarda, che siano libri o film. Mi ispirano il futuro, i ricordi del passato e il presente, tutto. E ho molte visioni, alcune riesco a metterle in musica, altre no, ma si basano tutte su domande che mi pongo. Come ho detto prima i concetti variano a seconda della traccia o del progetto, possono essere anche semplicemente pensieri basati sull’esperienza o su qualcosa di più astratto, che cerco di mettere in discussione tramite la musica. Ho la necessità di esprimermi, ho così tante cose da condividere e da discutere. Anche la realtà mi ispira molto ovviamente, anche se penso che molte cose nel mondo di oggi sarebbero da mettere in discussione, ma devo avere fiducia. Ultimamente credo nella nostra capacità di fare cose buone e di cambiare per il meglio. Poi c’è la sperimentazione, che è una cosa splendida, soprattutto quando si ha uno scambio tra i diversi campi artistici. Possiamo ispirare gli altri anche al di fuori del nostro contesto e spingere le cose oltre, quindi è sicuramente un vantaggio. Per esempio penso che l’aspetto visivo avrà sempre più importanza nella musica, i visual sono ormai ovunque nei club e ai concerti, ma credo che il passo successivo sarà ancora più grande e migliorerà i racconti della musica con un linguaggio figurato. Ho già visto una cosa del genere ed è stato molto divertente, ma questo suppongo che avverrà più avanti.
Oggi l’aspetto commerciale è sicuramente presente e rende difficile agli artisti osare. Può essere davvero duro essere motivati a distinguersi e prendere delle strade non ancora intraprese quando ci sono di mezzo degli interessi finanziari. Ad ogni modo i soldi hanno sempre fatto parte dell’attività artistica, bisogna semplicemente separarli da quello che è il processo creativo. Come ho già detto non ci sono molte persone che stanno cercando di fare qualcosa di nuovo e di diverso. Credo che siamo un po’ pigri e spaventati da quello che va al di là del dancefloor. Mi sento di dire che questo è un bi-prodotto della moderna società usa e getta, dove si pensa che una traccia debba durare solo qualche settimana e poi si possa buttare via, sostituendola con il tormentone delle prossime due settimane. Ad ogni modo ci sono ancora artisti che forzano i limiti e che vedono più lontano. C’è un sacco di musica interessante che esce. Dato che la tecnologia si sviluppa sempre più velocemente questo ci permette di scoprire nuovi modi di esprimerci e nuovi modi di esibirsi. Il problema sta nel ricordarsi di usare la tecnologia per aiutare il processo artistico, e non solo di usarla perche è nuova e disponibile. Le idee e i pensieri dell’artista devono essere sempre al centro dell’attenzione. Credo inoltre che la collaborazione con altre persone sia importante per una propria crescita. E’ sempre un’ottima cosa avere degli input da persone a te vicine, e restituirli. Inoltre le critiche costruttive ti aiutano a spingerti sempre più in là. Lavorare insieme a qualcuno inoltre ti spinge a pensare in maniera diversa da come fai di solito.
Per quanto riguarda i miei progetti personali ho appena dato vita alla mia label Searchlights Records. La prima uscita è stata a luglio, quindi adesso sto mettendo insieme materiale per la seconda. E’ un processo lungo, ma sono molto soddisfatto dei risultati. Ho anche una prossima uscita su Stockholm LTD e su un paio di altre label. Ci sono molte altre cose che mi piacerebbe fare: iniziare una label con mio fratello è un altro progetto che presto vedrà luce. Non ho un vero e proprio sogno al momento, voglio continuare a fare ciò che sto facendo, e imparare sempre cose nuove. Così come desidero sviluppare nuovi concetti e nuovi progetti per la mia label Searchlights. Ci sono molte idee in cantiere, non voglio rivelare molto al momento. Rovinerebbe la sorpresa!
Staffan Linzatti exclusive mix for Soundwall.it
English Version:
Sweden can be magical, especially the snowy winters we had when I was growing up. As a kid I always liked the cold months in Sweden: it kind of felt like time was running at half speed, and you had all this extra time exploring and playing. Winter is still the season I hold dearest, probably because of all the nice memories I have of it. Growing up as a child in Sweden was wonderful: loads of nature, just waiting to be explored. Being a kid, I was very much influenced by my surroundings. I grew up quite close to a large forest, and it often served as my playground.
Michael Jackson was my biggest idol. Whenever I had a birthday or christmas coming up (or something that would render me a gift of some sort) I´d wish for his CD. I was taping a lot as a child, pretending to have my own radio show, but I was quite young and didn´t have too much music at that time, so whichever CD I came across would have to do. I heard a lot electronic music as a child, mostly through my fathers record collection. A while later my brother bought his first turntables, and the music instantly felt more ”hands on”. About the same time I started going to record stores with my brother. I started buying records and eventually I had a pair of turntables myself. I can´t really speak of one general reason why I like electronic music, or any other particular genre. However, what I really enjoy is timeless music that inspires and challenges me. By challenging music I don´t mean that the music has to be complex, but rather that it sparks something in my head, that it makes me think, because I definitely think that there is a link between our inner dimensions and the music we create, intentional or not. Even the simplest of thoughts is still a thought and it was sparked within us. I don´t believe this is something new or something that is exclusive to electronic music, I would say that this link is recurring in all forms of art. This link might be easier to recognize in electronic music simply because it is abstract and emotional content is essential if you want to create something unique and forward thinking. And I do believe rhythm is innate in every living thing. A child can understand and interpret rhythm without knowing what it is. Rhythm is like a universal language, understood and spoken by everyone and everything, it transcends time and space.
Also the inner and psychological dimension of music is very important to me: this is where the stories I am trying to put into music comes from, where inspiration is growing and connections to other people´s art is made. Simply put this means that I enjoy witnessing time in action. How we interact with it, how we use it, and how time affects us, how it shapes our ideas and how time forces us to adapt in the universe. If you hear or see something that you can´t recognize, something that you never heard before, something abstract, time (being memories or events occurring in the past) doesn´t affect our perception of the thing we are hearing or seeing. What I aiming at is that I like to observe time and that the creative process that follows after that is my way of sharing my observations. I always start with a concept: something I want to describe, something I want to explore and share. The process is sparked by an idea, the seed of a thought or a reflection. The ideas differs from track to track, but there is always a concept binding the tracks together. With dj sets it is basically the same thing: I have an idea of what I would like to communicate with the people and there is always room for improvisation though.
It is of course a good thing that more and more people appreciate a wider range of music. The scene is constantly in progress, and I am sure we will see even more of this in the future, it has to be for the right reasons though. Being underground doesn´t have to be synonymous with ‘only being accessible to a small group of people’, but it´s about how things are done, as opposed to commercialism. It is art, and art for me is when you put your soul into creating something, sharing a chunk of yourself and communicating something within a piece you are crafting. Art springs to life when a connection, a communication, between the artisan, the object and the observer has been established. In order for us to evolve we need to try new things, so crossbreeding art forms is a good thing. I am not old enough to say that I didn´t spend most of my life surrounded by computers, but I definitely experienced some changes. The biggest one being of course technology: digital dj-systems were not merely as big as they are now when I started to play, and that´s only about six years ago. Everything also became more accessible, for good and bad. Also what people are looking for in electronic music has changed, and it depends of course: some people are looking for a good time on the dancefloor, others might look to electronic music in hopes of hearing something they’ve never heard before. Another thing might be to get a glimpse of the future, experience a certain emotion, or be part of a powerful moment on a dancefloor.
There´s a lot of rehashing already tried and tested paths, that´s for sure. Overall I would say there’s an unwillingness to try something new. However, there’s still a lot of good things coming out. As long as people are open for something new and different, and as long as they are searching for it they will eventually find it. Todays society is constantly forcing artists to find new ways to reach out to people. I wouldn´t say that artists are more or less creative nowadays, it´s rather a question of being willing to take risks, to break free from the artistic norm. Musicality is important. When someone isn´t afraid to make the music personal, and is willing to take risks, that impresses me a lot. We always had the right instruments and tools to create art, but the big difference today is that we have more tools for distributing our art, which makes it easier to connect and share our work with the world. The downside is that there’s almost an excess of music floating around, right in front of us. This doesn´t necessarily have to be a bad thing, but it can sure be confusing and it certainly takes away the charm of finding something by yourself. The more experience you put into your work, the more you will get back from it. I guess it´s a bit like storytelling. The more you’ve experienced, the more you have to share with the world. If you really want to connect with other people you need to be able to tap into your visions, imagination and memories.
For me my brother is a big source of inspiration. We discuss concepts and bounce ideas back and forth on a daily basis. My studio mate Pär also helps out a lot. We listen to music over a cup of coffee or work together on various projects. I also find Jeff Mills’ music and ideas to be very inspiring. Steve Reich is another source of inspiration. Lalo Schifrin another one, as well as The Penguin Cafe Orchestra. I am a bit of a sci-fi buff so almost everything in that direction, being books or movies, sparks my creativity. I have a lot of visions, some I manage to put into music and some don´t. Like I said before, the concepts or visions differ from each record or project. My musical visions are based on questions I ask myself. They can be about anything really, a simple thought based on an experience or something more abstract, that I want trying to discuss within the music. Reality is inspiring of course (even though many things are questionable in todays world, I have to stay hopeful; ultimately I believe in our ability to do good and to change things for the better.). Visions of the future, memories from the past and current events, anything goes. I have an urge to express myself: I have a lot of things to share and discuss. Experimentation is a good thing and an exchange between different artistic fields is a healthy thing of course. We should inspire each other beyond the boarders of our own field to push things forward, so it can definitely work as an advantage. I think the visual aspects will play a bigger part alongside the music. Visuals are already common at clubs and on concerts, but I think the next step is to take it even further and enhance the storytelling of the music with imagery. I´ve seen it already and it was very interesting, but this can be taken even further.
Commercialism is definitely present and makes it harder for artists to take risks. it can be really hard to motivate being unique and to go down the road not taken, when there are financial interests involved. However, money has always been a part of artistic activity, one simply has to separate it from the creative process. Like I said earlier, not enough people are trying to do something new and different. I think we are being a bit lazy and afraid of thinking beyond what works on the dance floor. I´d definitely say that this is a bi-product of the modern ”disposable” society, where a track is supposed to last for a few weeks and is, after that, thrown away, and replaced by the hit of the next two weeks. However, there still are artists who are stretching the boundaries and looking further.There is a lot of interesting music coming out. While technology develop faster and faster it will enable us to discover new ways of expressing ourselves, and new ways to perform. The problem is to remember to use all this technology to aid the artistic process, and not just use it because it is new and available. The ideas and thoughts of the artist still have to be in focus.Yes, I do believe so. It´s always good to get input from people who are close to you, and to give it back as well. Constructive criticism is good to push things forward. Working together with someone also forces you think in different ways than you are used to.
Concerning my future projects I just started my own label Searchlights Records. The first record was released in July, so right now I am putting together everything for the second release. It´s a long process, but I am really happy with the results. I also have some upcoming stuff on Stockholm LTD and a few other labels. There are many things I would like to do: starting a label with my brother is one project that will soon be realized. I don´t really have a ”dream” project at the moment, I want to continue doing what I am doing, and continue to learn new things. As well as developing new concepts and projects for my label Searchlights. There are a lot of ideas in the pipeline, I don´t want to say too much at the moment though. That would spoil the surprise!