Leggi “Miami Vice” e pensi subito alle vicende spericolate di Crockett e Tubbs, ma in realtà questa volta stiamo parlando di un’altra coppia, italianissima e che ama far parlare di sè più per le produzioni musicali: i Lula Circus. Chi segue il nostro magazine ha ormai imparato a conoscerli bene dopo la breve intervista di qualche mese fa. Il duo di Genova si rende protagonista di un EP di ottima fattura, supportato da una lista infinita di dj e confezionato per Stranjjur Records, label di New York, che in poco tempo ha dato spazio a lavori di Milton Jackson, Carlo Lio, Alex Niggemann, Kruse & Nuernberg e Till von Sein.
Le tracce all’interno dell’EP sono quattro con l’aggiunta di due bonus digitali. Ma andiamo ora ad analizzarle in dettaglio partendo dalla versione originale di “Miami Vice”. Fin dai primi secondi scorre con un beat già di per sè molto ricco, per poi aggiungere una bassline groovy e da synths in perfetto stile gli anni ’80 e che tanto ricordano il celebre telefilm. Al primo ascolto me lo immagino in uno di tanti party open air sullo stampo WMC. All’original si affianca il remix di Manik (Ovum, Hot Natured) caratterizzato invece da un hook che ipnotizza per circa sei minuti e supportato da una bassline molto dark ed efficacissima. Sicuramente indicato per movimentare la pista senza dare punti di riferimento.
La terza traccia “Pumpin Groovin Mooving” è un po’ il riassunto di quanto ora sta andando di moda nel panorama elettronico: vocale che recita “the bassline got me movin’ groovin’, the drums are pumpin’, thumpin’, sayin’ something like”. Ed effettivamente non resta che dare ascolto alle parole, una bassline molto corposa intervallata dal vocale filtrato e da attacchi scanditi da uno stab costante. Se Dj Wild, Chris Carrier, Kiki, Kasper continuano a riproporla nei loro set ci sarà sicuramente un motivo. Se cercate invece una versione più tech house e con qualche bpm in più, andate dritti sul remix di Pezzner: incredibile viaggio di oltre sette minuti dal ritmo incalzante, synths che vanno e vengono e vocal tagliato e riproposto in loop, oltre a ripartenze da urlo curate sapientemente con numerosi hits. La versione che sinceramente preferisco e mi trova d’accordo tra i tanti con Maya Jane Coles, Brother’s Vibe, Joris Voorn, Tobi Neumann.
C’è spazio infine per le due tracce che usciranno solamente in digitale. “Smell of Hell”, meno incalzante delle tracce precedenti, ideale per un’apertura tranquilla o in alternativa per chiudere il set. Segue la stessa linea l’ultima traccia “So in Love”, in chiave un po’ più funky e con un bellissimo vocale femminile nel contorno della classica battuta house 4/4.