E qua vi vogliamo. Ma soprattutto: e qua vi vuole Ricardo. Siete fra quelli che impazziscono quando vedono il nome Villalobos nell’elenco delle nuove uscite o nelle line up delle serate? Siete fra quelli – oh sì, fenomeno molto italiano – che pagherebbero qualsiasi cifra per sentire un dj set del Riccardino, permettendo ai suoi agenti così com’è giusto che sia di chiedere dei cachet astronomici? Se lo siete, sappiatelo: con “Re:ECM” Ricardo vi sta parlando, a voi, sì, a voi. Se non lo siete, sempre con “Re:ECM” Ricardo vi sta parlando uguale.
Un album, architettato assieme a Max Loderbauer (già stretto collaboratore del guru techno-dub Moritz Von Oswald”), che ha diviso parecchio critica e pubblico: chi ha urlato “Genio!”, chi ha seminato perplessità e pernacchie. Bene, ci permettiamo di dire che sia gli uni che gli altri sono stati vittima dell’isteria che, piaccia o non piaccia, circonda il buon Villalobos ormai da anni. Artista e dj che suscita forti emozioni e forti discussioni. In primis, uomo-simbolo della ventata minimal, ovvero l’alfabeto stilistico che ha dettato legge – praticamente una dittatura – negli ultimi anni, in Italia più che altrove, fino a diventare nei numeri e spesso nell’atteggiamento (di chi la fa, di chi la fruisce, di chi la comunica) la nuova dance commerciale.
Premessa: chi scrive conosce il catalogo della ECM, l’etichetta che Villalobos e Loderbauer hanno saccheggiato per costruire il disco, come e più dell’opera di Villalobos stesso. Chi scrive, ama il catalogo ECM. Alla follia. Ed è per questo che possiamo dire che pure per Ricardo e Max dev’essere lo stesso, lo sentiamo, ne siamo certi: il loro amore verso la cifra stilistica della storica etichetta di jazz colto e sperimentale fondata e diretta da Manfred Eicher ci pare enorme, anzi, ci pare sia sacrale. Fate attenzione all’aggettivo. Non è usato a caso. Quando una cosa (ti) è sacra, hai paura a toccarla, hai paura ad affrontarla, hai paura ad interagire con lei. E così è stato, nell’assemblare quest’opera. I due nostri timorati eroi hanno puntato nell’arco di tutte le tracce di questo monumentale doppio cd a lavorare sul frammento, a prendere solo delle schegge degli originali senza avventurarsi a prenderne delle parti intere. Non sono dei remix, i loro; sono degli omaggi. Degli spaventati omaggi. Degli omaggi che, lavorando per totale destrutturazione, dichiarano fin dal principio “Noi non siamo e soprattutto non vogliamo essere all’altezza degli originali: chiaro?”.
In un luogo, quello della musica elettronica, dove dominano ego e supponenza artistica tutto ciò più che un difetto ci sembra un pregio. Tanto più che anche se così imperfetto e geneticamente monco, il materiale di “Re:ECM” nasconde in ogni caso più di un momento intenso, saporito, avventuroso. Certo, l’ascolto di questo doppio album non è una faccenda immediata, chi associa Ricardo al Time Warp e alle club night da folla oceanica dopo quindici minuti di ascolto probabile venga preso da una crisi isterica, per la totale mancanza di una qualsiasi forma di funk e danzabilità house. Ma anche chi è meno bufalo tamarro e più pronto ad ascoltarsi un po’ di “intelligent dance music” qualche perplessità la potrebbe avere: perché è bello che Ricardo e Max siano timorati di Dio, pardon, di ECM, sì, ma se spendo soldi per un doppio cd non voglio ascoltare delle paura artistiche, bensì delle asserzioni forti e coinvolgenti. Che qua non ci sono.
E quindi: la verità sta nel mezzo. “Re:ECM” non è né un capolavoro, né una ciofeca. E’ un’operazione interessante, molto interessante. E’ un bel modo di spingere i fan più attenti ad espandere i propri confini e le proprie abitudini di ascolto musicale (…ecco, siete fra questi? Qua vi vogliamo, qua vi vuole Ricardo). E’ un atto di umiltà. E’ un omaggio fatto col cuore. E’ un omaggio fatto con troppo timore. E’ un disco che probabilmente non resterà negli annali, non certo come “Alcachofa”, ma che comunque si guadagna un posto fra gli ascolti necessari ed obbligatori di questo 2011. Poteva andar meglio, poteva andar peggio: bene così. Se smetteremo piano piano di dare a Villalobos sia del genio assoluto qualsiasi cosa faccia sia del dj ubriacone che ruba i soldi (molti) che guadagna, ne avremo beneficio tutti, lui per primo. Questo “Re:ECM” può essere in tal senso il primo passo.