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Soundwall è lieto di presentare “Menage A Trois”, una nuova rubrica mensile che v’introdurrà dentro gli affari delle etichette, degli eventi o dei collettivi più interessanti del momento. L’anelito di questa nuova rubrica è semplice, partendo dal punto di vista particolare d’ogni singolo intervistato cercheremo di condurvi ad una visione d’insieme dei temi discussi, una visione appunto risultante dall’incontro dell’idee e dei pensieri dei singoli appartenenti al gruppo. Dal particolare al generale, insomma, senza mai perdere d’occhio l’obiettivo di fondo, la musica.
Abbiam deciso d’iniziare tributando uno dei pochi progetti italiani di qualità e sostanza ed abbiamo quindi intervistato la crew di Bosconi Records, costituita, per chi non lo sapesse, da Fabio della Torre, Rufus e Mass Prod. La musica si può render in parole ma le parole non renderanno mai giustizia alla musica e cosi i ragazzi che hanno deciso di regalarci anche un mix per permetter a tutti i lettori d’entrare in contatto con loro al 100%.
Considerando le 23 uscite nel catalogo della vostra etichetta mi sorge spontaneo chiedervi: a cos’è legato al giorno d’oggi il successo di un’etichetta? Passione a parte insomma, qual’è il “Know How” che presiede ad un tale progetto? La qualità del prodotto, una buona distribuzione, la capacità di coltivare artisti emergenti, il marketing?
Fabio Della Torre: Il pensiero di dare vita ad un’etichetta discografica è nato molti anni prima della sua realizzazione. Per fare Bosconi ci sono voluti anni di lavoro, d’esperienza nel settore discografico come produttori, come dj e come organizzatori d’eventi. Capire come funziona il meccanismo dalla produzione di una traccia alla sua realizzazione finale su vinile è di fondamentale importanza.
Rufus: Solo col tempo abbiamo cominciato a capire come si realizzano i dischi, cosa significa avere un buon distributore, un buon mastering e una buona manifattura affinchè il prodotto finito sia competitivo con il resto del mercato. Avere affinità musicali col proprio distributore è uno dei fattori determinanti, essenziali, al fine di dare il via ad un progetto di lungo respiro che possa portare alla produzione di dischi, siano questi d’artisti affermati o emergenti.
Mass Prod: La musica e solo la musica è l’ingrediente indispensabile per la riuscita ed il prestigio di un’etichetta: avere delle radici, avere conoscenza e passione per la musica stessa, avere qualcosa di vero da dire è fondamentale per la durata nel tempo di un progetto discografico. Poi entrano in gioco altri fattori come l’artwork, la comunicazione, il marketing, del quale noi purtroppo non siamo esperti nè vogliamo esserlo.
F: In un mondo in cui tutti possono avere accesso alle informazioni – riprende Fabio – è inutile e controproducente secondo noi svendere il proprio prodotto, fare pubblicità smisurata, far girare i files prima (e dopo) che la release sia uscita per ottenere qualche feedback illustre da qualche dj importante che il giorno dopo si è già dimenticato della sua esistenza.
R: Si, infatti – concorda Rufus con Fabio – un’altra cosa che vorrei sottolineare è che crediamo nelle persone che comprano la musica, in chi compra il vinile, in chi dà il suo vero supporto acquistando fisicamente i dischi che facciamo uscire. E chi compra dischi, li cerca, li scova, scopre il suo sound e suona con passione… Questa è la vera linfa vitale di un’etichetta, il resto è solo fumo negli occhi.
Cosa rende un collettivo come Bosconi Soundsystem un progetto vincente? La comunione d’intenti tra gli artisti, le vicendevoli influenze che si generano quotidianamente, la costante presenza di un confronto?
M: Bosconi Soundsystem è proprio questo… L’amicizia che ci lega da molti anni, da prima di Bosconi e dell’idea di suonare tutti e tre insieme. Ora possiamo confrontarci regolarmente dietro ai piatti, c’è tanto da fare, siamo tre assidui consumatori di musica, anzi quattro considerando la quantità di dischi che compra Rufus ogni settimana!
R: La nostra forza è il far convivere tutte le nostre sfaccettature, alcune sono piuttosto ruvide e non è sempre semplice farle stare tutti insieme, credo che siamo diventati abbastanza bravi nel farlo.
F: L’amicizia che ci lega, la sana competizione, le diversità sono la nostra vera forza. Siamo diversi fra noi ma in equilibrio, il più delle volte. Suoniamo la musica che ci piace, ci rincorriamo, ci supportiamo… E talvolta ci confortiamo.
Siamo i samurai della consolle, i Ghostbuster della Techno, i Robin Hood della House music!
Come s’esplica nell’individualità l’appartenenza ad un collettivo? Ad esempio, da profano mi son fatto l’idea che la condivisione di un set con altre 2 persone aiuti l’elasticità mentale del dj e quindi incrementi anche l’abilità nel djing come singolo. Ma credo che la cosa abbia i suoi risvolti anche nel lavoro in studio come nella ricerca della musica, o sbaglio?
R: Il collettivo funziona perchè ognuno porta la sua conoscenza e la sua esperienza. Ognuno ha le sua abilità, il suo stile e la sua attitudine in consolle, le nostre diversità ci rendono perfettamente complementari.
M: La nostra armonia si riflette nei dj set, soprattutto se pensiamo al fatto che suoniamo rigorosamente un disco a testa. La passione per la musica ci fa comunicare fra di noi, scambiarci idee e influenze, che speriamo comunicare quando suoniamo assieme.
F: Apparteniamo alla stessa “setta”, abbiamo un nostro linguaggio. Il messaggio che vogliamo trasmettere è puro e sincero e lo facciamo liberamente, un flusso musicale in cui ognuno di noi è libero di suonare cio’ che vuole, come vuole.
Tracciaresti la tua evoluzione artistica dagli esordi ad ora? Quali son gli artisti o le etichette che t’han fatto avvicinare al fenomeno e come dai primi amori ti sei poi evoluto musicalmente parlando?
F: Beh, penso che sia meglio che riassuma io il tutto altrimenti se inizian Rufus o Martino dopodomani siam ancora qua! Diciamo che veniamo tutti da background diversi ma nel percorso musicale dance degli ultimi 6/7 anni abbiamo seguito più o meno strade parallele e il fatto che ci siamo frequentati e confrontati ha consentito lo sviluppo di un comune denominatore musicale. Ciò nn vuol dire seguire necessariamente il sound in voga al momento ma anzi essere, almeno in Italia, precursori e propulsori di un sound puro, moderno ed innovativo. Distinguendo cio’ che secondo noi e’ musica di qualita’ da tutto quello che e’ standard, ripetuto, gia’ sentito o che difetta di quel twist artistico che per noi fa la differenza.
Siamo una delle prime etichette italiane che hanno fatto della versatilita’ sonora un marchio di fabbrica coniugando nei nostri vinili generi come uk garage, house, techno, disco e downtempo.
Alla luce della vostra esperienza come djs e come clubbers, quali ritenete che siano le principali contrapposizioni nella scena clubbing Europea? Come riassumereste, insomma, i vizi e le virtù delle rispettive scene?
F: Bosconi e’ nata in Italia volutamente (anche se la distribuzione e’ francese) perche’ siamo convinti che noi italiani, piu’ di molti altri, abbiamo qualcosa da dire in termini d’espressivita’ e pathos sonoro. Purtroppo viviamo nel nostro paese un periodo di decadenza culturale che ha portato sempre più ad un’esterofilia da centro commeciale, un fenomeno sempre più dilagante e che purtroppo è anche dovuto alla scarsa vena artistica del promoter italiano medio.
R: Qui in Italia sono pochi quelli che hanno intenzione d’investire su di un progetto di lungo respiro legato ad una scena musicale che ha realmente qualcosa da dire, al contrario di quello che accade al momento nel clubbing europeo ed internazionale.
F: In generale – riprende Fabio – penso di poter parlare a nome di tutti quando dico che noi andiamo avanti per la nostra strada e resistiamo alle critiche di chi ci vorrebbe inseriti in un sistema di merce di scambio fatto d’apparenza, d’appartenenza e di poca sostanza artistica. Col nostro progetto oltre a promuovere La Musica incondizionatamente miriamo a diffondere una nuova mentalita’ di liberta’ sia in termini d’espressione artistica che di logica di mercato: investiamo impavidamente su giovani e nuovi artisti o altri che riteniamo meritevoli, cercando di fondere le nostre idee con quelle degli altri producers che piu’ stimiamo. Solo in questo modo la nostra scena puo’ realmente allinearsi a quella che e’ la scena internazionale, rispetto alla quale, in quanto italiani, siamo ancora considerati ai margini. Basti pensare alla difficolta’ che noi abbiamo incontrato prima d’aver la giusta considerazione e stima nei forum nei blog internazionali, nelle riviste specializzate ma soprattutto, nei club esteri. Siamo molto orgogliosi che recentemente qualcuno si e’ accorto di noi rendendoci omaggio sull’ultimo numero di DJ Mag Uk con un ottimo articolo sulla scena fiorentina legata a Bosconi.
Negli ultimi 2 anni il fenomeno elettronica s’è dilatato a dismisura dando vita a nuove interazioni tra generi che a loro volta han dato vita a nuove ibridazioni sonore. Voi che siete sempre molto attenti a quanto succede nel mercato, quali reputate siano le più interessanti del momento?
M: Io son veramente contento che in questo periodo ci sia questo grande fenomeno d’ibridazione sonora perche’ questo e’ quello in cui credo e per il quale continuerò sempre a lottare.
F: Si anch’io concordo inbubbiamente con Marti! Siamo tutti e 3 appassionati di musica a 360°, amiamo la dance music, ma supportiamo e crediamo fermamente in tutto quello che gli altri generi musicali possono apportare all’interno della club music. Personalmente, più che un determinato stile ciò che mi seduce maggiormente della musica è la sua capacità di farsi sintesi tra effetto sonoro ed effetto sensoriale: è solo grazie a ciò che riesce a farsi portatrice di un messaggio d’apertura mentale e spirituale.
R: Beh, visto che sono io l’esperto, toccherà a me svelare, come al solito, qualche Tip. Al momento supportiamo le molteplici contaminazioni etniche, afro, jazz fusion, hip hop, funk e electro di Honest Jons, Future Times, Firecracker, 3024, Vakula, Joe Clausell, Terre Thaemiltz, Actress, Lukid, Lone, Hype Williams e Not Not Fun.
A proposito di Internet e il web 2.0, pensate che sian croce o delizia per il business della musica?
F: In linea di massima son favorevole al fatto che gli strumenti di comunicazioni siano accessibili a tutti cosìcche anche chi non e’ propriamente addetto ai lavori possa esprimere il proprio parere e dar il suo contributo.
M: Allargare l’audience e raggiungere piu’ persone possibili e’ un aiuto alla democrazia artistica!
R: Che questi strumenti vengano utilizzati in modo improprio da parte di chi tende esclusivamente a farlo in maniera invasiva e senza proporre veri contenuti ma facendo pura e semplice promozione del nulla, è un fatto… in questo senso sta la capacita’ del singolo di saper su quale pagina clikkare “Like”.
Che consiglio daresti ad un teenager che s’affaccia, come dj o produttore, alla scena in cui sei coinvolto?
R: In un mondo in cui tutto nasce e s’esaurisce in tempi rapidissimi, dai fenomeni musicali alle c.d “rising stars”, consigliamo prudenza e pazienza!
M: Non si nasce artisticamente dall’oggi al domani, il percorso di crescita individuale non e’ esclusivamente dedicato al talento ma e’ frutto di un percorso fatto d’intenso lavoro, passione e dedizione.
F: Confrontarsi con chi ha piu’ esperienza e’ costruttivo e necessario, trovare chi ti dà consigli in maniera disinteressata e’ prezioso. L’onesta’ intellettuale – dice Rufus – e’ fondamentale per capire i propri limiti ma allo stesso tempo confrontarsi con quel che e’ il meglio della scena.
E se dovessi spiegare a tua nonna la musica che suoni, in che termini ci proveresti?
F: Questa la lascio alla creatività ed espressività di Martino…
R: Concordo!
M: Mazza oh, va beh… Mettiamola che, se per un genitore nei 70s la chitarra elettrica era considerato solo rumore e nei 90s la cassa dritta veniva considerata solo “tunz tunz”, noi oggi potremmo spiegare che la musica contemporanea parte da un’idea sperimentale vista come concetto di loop, ipnotico e voodoo, legato alla cultura nera e portato avanti da artisti classici come John Cage e Steve Reich… Una volta che vostra nonna sara’ pronta ad accettare questa rivoluzione e ascoltera’ un brano di Jeff Mills, dopo un paio di “ohi ohi ohi” la vedrete zampettare in estasi sul tavolo della sala da pranzo.
Dulcis in fundo, se avessi la bacchetta magica e potessi far 3 cose per cambiare il mondo, cosa faresti?
M: Per prima cosa vorrei che tutti avessero qualcosa da mangiare a colazione… (sono le 5 del pomeriggio Martin!!! ndr)
F & M: Ci faremo promotori di un Groupie Pride… Anche le groupies hanno i loro diritti, insomma!
R: Power to the people & to the artists! That’s all folks!