Concedetecelo, noi non abbiamo mai avuto pregiudizi o preferenze. Noi non ci facciamo scappare proprio niente, labels straniere o italiane non fa molta differenza. Se un lavoro è buono, va premiato a prescindere dalla provenienza. Ecco, perchè ora più che mai voglio testimoniare in questo topic, l’ascesa di un ragazzo che, come molti di noi, è cresciuto a pane e musica underground. A differenza di altri però, ha deciso di investire il suo tempo e di impiegare tutte le sue forze in questa sua passione, senza mai darsi per vinto. Ora finalmente, dopo diversi EP di qualità che hanno messo in mostra il suo talento, possiamo parlare di lui non più come novità, ma come una piacevolissima conferma. Allo stesso tempo, lode a Blackrose Records, un’etichetta che negli ultimi anni e ancor di più negli ultimi mesi, ha portato una ventata di aria fresca in un mare di monotonia musicale. Siamo arrivati al capitolo ventitre della label torinese, il titolo recita “Visions From The Basement EP” e all’interno oltre ai preziosi lavori del giovane toscano, troviamo due prestigiosi remix affidati all’olandese William Kouam Djoko e all’ucraino Vakula, uno dei nomi più hot in tema deep house.
Partiamo dal principio, ossia da “Mistery Nightfall”. Già dal titolo si evince il tono cupo e misterioso del pezzo, ma è solo un piccolo indizio. Ascoltando con attenzione il tutto poi si dissolve in profondissimi pad contornati da accenni vocali e brevi stacchi di synths senza mai tralasciare la durezza del basso. L’interpretazione di Vakula è per veri intenditori, per chi ha “l’orecchio allenato”: chiaro stampo chicago old school, atmosfere ammalianti, drum fitta e qualche reminiscenza acid in un contenuto arricchito da un parlato a metà traccia. Tutt’altra direzione quella intrapresa da William Kouam Djoko. Certo, parliamo sempre di deep, ma si denota fin da subito un ritmo più elevato. I cut vocali non danno punti di riferimento e i synth che pian piano si alzano preparano egregiamente la ripartenza e l’output finale risulta eccellente.
La seconda traccia di Roy, “Revenge Of Lullabies”, ci riconduce negli abissi della deep fin dai primi secondi, poi il colpo di classe con l’aggiunta di una melodia di piano incredibilmente efficace con l’aggiunta di effetti equalizzati alla perfezione. Bella! Infine troviamo “Surfabilly Island”, la perfetta sintesi tra deep e dub, con ancora protagonista il piano (leggermente in delay) a contrastare una corposa bassline. Alle diverse pause, Roy porta leggeri cambiamenti con synth per niente scontati e frutto di una lunga e curata elaborazione.
Ascoltare musica è sempre il miglior segreto alla base di un crescita artistica, Roy lo sa e ha già dato prova (anche a noi) di conoscere, studiare e approfondire ogni singolo dettaglio e suono. Eccone il risultato…