Tutto inizia da bambina, frugando tra i dischi dei genitori. Poi la scoperta del mondo dei club e della musica elettronica. Ma Chloè continua a sperimentare, dividendosi tra vari campi artistici: collabora con coreografi, registi e i performers più vari, per spingere la sua musica oltre i limiti. Alle spalle ha due album e un progetto in collaborazione con l’Archivio Nazionale Francese, dal quale ha rispolverato interviste e registrazioni risalenti ai grandi artisti del movimento surrealista. Perchè anche lei è un po’ sognatrice, e per essere creativi c’è bisogno soprattutto di questo.
Come ti sei avvicinata alla musica elettronica e che ruolo ha avuto questo genere durante la tua adolescenza?
Ho iniziato a suonare grazie ai miei genitori. Avevano una grandissima collezione di dischi dei più vari generi musicali. Inizialmente ho cominciato a suonare la chitarra di mio padre, cercando di riprodurre i brani che mi piacevano. Poi all’età di 17 anni ho scoperto la musica elettronica andando nei club e ai rave. Ho deciso che quella musica doveva far parte della mia vita e la caccia a nuovi sound è ciò che mi ha portata a iniziare a fare la dj.
Quindi come è iniziata la tua carriera?
Quando ero giovane io, le persone dicevano che fare l’artista non fosse un vero lavoro, quindi non mi sentivo sicura nell’intraprendere questa strada. Non c’erano così tanti esempi di cosa significasse essere un dj a tempo pieno, e sinceramente non avevo pianificato di diventarlo.
So che hai studiato legge. Cosa saresti diventata se non avessi intrapreso la carriera musicale?
Mentre studiavo legge prendevo anche lezioni di teatro, suonavo musica su 4 mixer e facevo foto… Sono sempre stata attratta dalla creatività, ma dovevo allineare il tutto con i miei studi. Probabilmente se non fossi diventata una dj avrei lavorato in uno di questi campi, che mi piacevano molto. Ad ogni modo, tutti siamo sotto il controllo della legge, quindi quegli anni di studio mi stanno aiutando, perchè ogni artista ha bisogno di un rappresentante legislativo al giorno d’oggi.
Parlaci dei tuoi studi alla Music Academy di Parigi. Ti sono stati utili?
Non è sempre necessaria una conoscenza degli aspetti classicisti della musica, non c’è una regola precisa sul come diventare artisti nell’ambito della musica elettronica, dipende dalla sfumatura che vuoi produrre. Ho seguito delle lezioni alla Music Academy di Parigi focalizzate sull’elettroacustica musicale, dato che sentivo il bisogno di percepire anche altri aspetti della musica elettronica e imparare nuove tecniche per avere nuove idee e dare nuove impronte. E dopo i week end durante i quali suonavo avevo bisogno di sentire altri generi musicali, avevo bisogno di imparare ad ascoltare la musica in un modo diverso. Ho prodotto qualche pezzo elettroacustico, sono state delle grandi ispirazioni. Poi ho smesso e mi sono concentrata sui miei album, sui miei EP, sui remix e su altri progetti.
Sul tuo sito è scritto ‘Sospesa tra vari generi ed estetiche Chloè mantiene uno stile che si muove tra il dark e il sensuale senza fatica’. Ce lo spieghi?
Significa che come dj sono aperta alla musica house in genere: electro, techno, acid house, ecc… Ci sono alcuni dischi belli ed alcuni brutti che rientrano in ognuna di queste categorie, a me piace scavare a fondo in ognuna di esse e creare il mio proprio sound.
Il tuo album ‘One in other’ è stato nominato nella categoria francese come ‘Best album of electronic music 2010’ ai french music awards ‘Les victories de la musique’. Come ti fa sentire tutto questo?
Sono molto orgogliosa di me stessa!
Cosa cerchi di comunicare con la tua musica?
Io adoro scoprire la musica, cercare nuovi brani, anche ripescare quelli vecchi, ma mi piace anche produrre: voglio trasmettere la mia visione musicale.
Lavori con molti artisti: coreografi, performers, registi, così abbracci una grande quantità di campi artistici. Cosa stai cercando?
Mi dà molta ispirazione lavorare anche negli altri campi artistici, trovo sempre diverse cose in comune tra i miei lavori e quelli di altri artisti con i quali ho lavorato, altri punti di vista. Questo mi trasmette nuove idee sui miei progetti personali e mi aiuta a collezionare nuove sfumature che posso utilizzare in futuro.
Infatti ti esibisci in uno show audio-visivo. Qual è, secondo te, il rapporto oggi tra musica ed immagine?
Sono stata in tour con degli artisti berlinesi chiamati Transforma. I miei live si differenziano dai miei dj set perchè nel live rivisito tutta la mia produzione in modo disteso, con il materiale preso dai miei album, dagli EP e da altri progetti. Avere Transforma accanto a me ha spinto il live oltre e ha creato un diverso approccio con il pubblico da quello che di solito ho con i miei dj set. E’ stata davvero una grande fonte di ispirazione e ho passato dei momenti bellissimi.
Puoi parlarci del progetto ‘Chasser Croiser/The Surreal and Its Echo’? Com’è cominciato? E’ anche curioso che hai incorporato all’interno voci e versi di artisti molto famosi.
Il progetto mi è stato commissionato dal radioshow francese ‘Atelier de Création Radiophonique’ (ACR): questo show richiede agli artisti di ogni genere di arrangiare e confrontare delle loro creazioni per creare un laboratorio dal sound sperimentale per la radio. Ho dovuto scegliere un tema e lavorarci su attingendo agli Archivi Nazionali Francesi: ho scelto il surrealismo e ho trovato delle interviste a Man Ray, Marcel Duchamp, Elsa Triolet, Aragon… E anche delle registrazioni degli anni Venti del movimento dadaista. La mia idea è stata quella di mixare queste vecchie registrazioni con alcuni suoni della contemporaneità che ho prodotto io, è stato un modo per appropriarsi del progetto e dare la mia visione personale del surrealismo. Il risultato è un atto di quaranta minuti, in uscita insieme ad un libro. Il progetto radiofonico è stato fatto uscire su cd, appunto insieme ad un libro, pubblicato da ‘Dis Voir – ZagZig’ che ha diretto i vari coordinatori del programma. Hanno già prodotto altri cd / libri insieme a Laurie Anderson, Jonas Mekas, Lee Ranaldo / Sonic Youth, Ryoji Ikeda, Dennis Cooper / Gisèle Vienne / Peter Rehberg. Questo nuovo cd / libro ‘Chasser-Croiser / The Surreal and Its Echo’ consiste in una raccolta di mie foto scattate durante viaggi, tour e live, appunti, progetti, album, collaborazioni ed estratti dal mio taccuino.
E per te cos’è il surreale?
Il surrealista lascia spazio all’immaginazione, alla poesia, all’amore. Per quanto mi riguarda, io sono completamente indipendente e libera nella creazione, e questa libertà è una grande spinta per il mio lavoro.
Hai anche fatto una performance al Centre Pompidou. Com’è stato esibirsi lì?
Sì, di recente mi sono esibita al Centre Pompidou proprio per l’uscita di questo audio-libro. Il live che ho proposto era una versione rivisitata del progetto radiofonico e devo dire che suonare qui mi ha impressionata molto, ma è stata anche un’esperienza ricca di ispirazione.
Che emozioni provi durante queste tue esibizioni? Hai dei bei ricordi in proposito?
Mi ricorderò sempre della chiusura al Benicassim Festival con Miss Kittin, dove suonavamo di fronte a sei mila persone sulla spiaggia, mentre stava sorgendo il sole. E’ stato un momento magico ed è uno dei souvenir preferiti della mia carriera da dj.
Cosa ne pensi della scena musicale elettronica di oggi?
L’industria è radicalmente cambiata, e anche i ruoli delle singole persone sono cambiati. E’ molto inquietante, ma è così. Io continuo a suonare come dj e spero di poterlo fare ancora per molti anni.
Come vedi il futuro di questa musica?
E’ difficile definire cosa sia esattamente la musica elettronica. Posso dire che quando ho cominciato a capire come produrre questo genere musicale, quello che ho sempre saputo è che desideravo usare tecniche che mi permettessero di mescolarlo a suoni organici, e il mio primo passo è stato l’EP su Karat chiamato ‘Erosoft’.
Cosa ti ispira nella vita di tutti i giorni? Chi è la Chloè della quotidianità?
Sono ispirata da molte cose, può essere un film, una colonna sonora, un libro, una situazione particolare, una mostra… Passo molto tempo a cercare nuova musica per i mie dj set e passo molto tempo nel mio studio durante la settimana, per esempio in questi giorni sto lavorando a dei remix. Ma dopo una bella giornata mi piace molto andare a cena con i miei amici più cari.
Cosa ascolti quando non sei dietro la consolle?
Ascolto molto i promo che ricevo, cerco nuovi brani e preparo i set per il week end. Ma ascolto anche generi musicali diversi dall’elettronica: ho una vecchia collezione di vinili degli anni Settanta e Ottanta, e di recente mi hanno colpita molto il nuovo album dei Planning to Rock e l’ultimo dei Metronomy.
Quali sono gli altri progetti in cantiere?
Su BPitch Control il 2 Dicembre 2011 uscirà un mio EP; presto usciranno anche dei miei remix sulla label canadese My Favourite Robot, sulla label inglese WetYourself e su Marketing e molte altre cose!
Grazie per il tuo tempo.
Grazie a voi!
English Version:
It all starts in her childhood, fumbling among the records of her parents. Then she discovered the world of clubbing and of electronic music. But Chloè still continues to experiment, dividing herself between various artistic fields: she works with choreographers, performers, film makers, pushing the boundaries of her music. Behind her there are two albums and a project with the French National Archives, dusting off interviews and recordings of the greatest artists of the surrealist movement. She is a little dreamer, and we know that it needs a lot of imagination to be creative.
When was your first contact with electronic music and in what way this kind of music influenced you?
I started off playing vinyl thanks to my parents. They had a huge collection of records in diverse style of music. I first started to play on my father’s guitar, trying to reproduce songs I liked. At 17 I discovered electronic music by going to clubs and raves. I wanted this music in my life, the hunt for new music was how the DJ thing started.
Can you tell us something about the beginning of your career?
When I was young people would say being an artist isn’t a real job, so I wasn’t feeling safe to do it in the real beginning. I didn’t have so many example around me of someone being a Dj full time and I never planned one day to become a Dj.
I know that you were studying law. What would you liked to do if you had not become a musician?
While I was studying law I was having theater lessons, playing music on a 4 track mixers, taking pictures … I’ve always been attracted by creation, I needed it to balance with my studies. I would have probably worked into one of these other fields I was really into at that time If I weren’t a Dj today. Anyway we are surrounded by law, so these years of studies still helps me today, any artist needs a lawyer today.
What about your studies at the Music Academy in Paris? Did these studies help you in your musical career?
It’s not a necessity to know the classical base of music, there isn’t a specific rule on how to become an artist in electronic music, it depends on the kind of electronic music you want to produce. I’ve followed some classes in a Paris music Academy specialized in electroacoustic music as at one point I needed to hear some other aspects of electronic music and understand some new technical aspects of doing it to have some new ideas and new textures. And after my week-end djing, I needed to hear some other types of music, learning a new way of listening music. I’ve produced few electroacoustic pieces, it was very inspiring, then I stopped and till that time I’m focus on my albums, eps, remixes and other projects.
On your site is written ‘Poised between genres and aesthetics Chloè maintains a style that effortlessly moves between the dark and the sensual’. What do you mean?
It means as a Dj I’m open to house music in general: electro, techno, acid, house etc… There are some good and bad records in each category, I like to search inside each category and make my own sound.
Your album ‘One in other’ was nominated in the french category ‘Best album of electronic music 2010’ on the french music awards ‘Les victoires de la musique’. How did you feel about it?
I am very proud!
What would you like to communicate with your music?
I’m passionnated by discovering music, finding new tracks, old ones, but also produce music : I’m motivated to transmit my own vision of music.
You work with a lot of different artists: choreographers, performers, film makers, so you touch different artistic fields. What are your needs and wants?
It is very inspiring to work with other fields, I’ve often find similarities in some work of artists who I’ve worked with, it’s another approach to my work, another point of view. It gives me new ideas then on my personal projects and help me to collect new textures I can add on my future projects.
You perform in an audio-visual show. What is, in your opinion, the relationship between music and images today?
I’ve toured live with some visual artists from Berlin called Transforma. My live is different from my Dj set as it revisits all my production work with a lot of textures taken from my albums, eps, other projects with a slow tempo. Having Transforma in my live pushes the live further and gives another approach with the public that is totally different from my Dj set, it is very inspiring and i had a lot of amazing moments.
Can you tell us about the project Chasser Croiser/The Surreal and Its Echo and how did it start? It is curious that you have incorporeted in it some poems and voices of great artists…
This specific project was asked by the french radioshow called ‘Atelier de Création Radiophonique (ACR): this show is about to ask some artists from any origins to arrange and to compare their artistic practice to create radio is a laboratory of sound experimentation. I had to choose a specific theme and to work on it by using the French National Archives: I’ve chosen Surrealism and I’ve found some interviews by Man Ray, Marcel Duchamp, Elsa Triolet, Aragon… But also some recording from the 20s from the dadaism movement. My idea was to mix these old recordings with some sounds of today I’ve produced, it s a way of appropriating the project and giving my own vision of surrealism. The result is a 40 minutes piece released with the book. This radiophonic project is released on a CD and comes with a book, published by ‘Dis Voir – ZagZig’ that direct the coordinators of the program. They have already published books-CDs with Laurie Anderson, Jonas Mekas, Lee Ranaldo / Sonic Youth, Ryoji Ikeda, Dennis Cooper / Gisèle Vienne / Peter Rehberg. This new book-CD ‘Chasser-Croiser / The Surreal Echo’ consists of my photos taken during trips, tours and live DJ, notes, projects, albums, collaborations and excerpts from notebooks.
What ‘surreal’ means to you?
The Surrealists leave an important freedom to dream, poetry, love. For my part, I am totally independent and free in the creation and that freedom is a real boost to my work.
And what about the performance at the Centre Pompidou? How was performing there?
I’ve recently played in Centre Pompidou for the release of this audio book. The live performance I’ve proposed was a revisited version of this radiophonic project, I played it there I have to say I was very impressed, but it was also a very inspiring experience.
What are the emotions during your shows? Do you have any beautiful memories about?
I still remember that closing party at Benicassim Festival with Miss Kittin, where we playing on the beach in front of 6000 persons till the sunrise, it was a magical moment and it is one of my favorite souvenir in my Dj career.
What do you think about today’s electronic music scene?
The industry has fundamentally changed, the role of each one has changed too, it’s very scary, but this is the way it is. I still play as Dj and I hope to continue to make music for years.
Now electronic music is moving between various art fields. How do you see the future of this kind of music?
It is difficult to define exactly what is electronic music. From my point of view, when I started to understand how to produce electronic music I’ve always knew I wanted to use the technical of making it to mix it with organic sounds and my first step was my first ep on Karat called ‘Erosoft’.
What are your everyday life inspirations and who is the everyday life Chloè?
I’m inspired by many things, not only one medium, it can be a movie, a music’s movie, a book, a situation in my life, an exhibition… I spend a lot of time serching for new music for my Dj sets, and I also spend a lot of time during the week in my studio, these days I’m working on remixes. But after a good day, I also like having dinner with my close friends.
What do you listen to when you are not behind the decks?
I usually listen to the promos I receive, I search for new tracks and prepare my sets for the week-ends. I’m also listening to other styles of music, I have an old collections of vinyl’s form the 70s – 80s, or new music like recently I really liked the new album of Planning to Rock, or the last Metronomy.
Can you reveal us in advance some of your future projects?
I have an EP released on Bpitch Control the 2nd december 2011; also I’ll have few remixes out soon like on the canadian label My favorite robot records, on the english label WetYourself records, Marketing records and other things to be coming !
Thank you for your time.
Thanks!
Pics by: LaureneTardrew