Quando mi viene chiesto di parlare di musica (e non solo), non mi faccio mai influenzare dalle mode del momento e allo stesso tempo non seguo un filo logico nelle mie review, lo faccio e basta. Partiamo da un punto ben preciso: per me la parola musica è sinonimo di emozioni e in qualsiasi forma essa sia, deve essere amore a primo ascolto ed il risultato, caldo ed ineccepibile deve essere solo uno, darmi delle sensazioni. Il nostro viaggio, questa volta, come denuncia il titolo, ci porta verso l’infinito, attraverso la mente, la genialità e la cultura dalle radici afro, di Sir Alan Abrahams, meglio conosciuto come Portable aka Bodycode. La vita reale di Alan ci documenta i suoi continui spostamenti che si evidenziano con le sfumature musicali che lo contraddistinguono in ogni suo lavoro, partendo dalle sue chiare origini africane, dove ha trascorso la sua infanzia, passando poi da londra e lisbona, fino a stabilirsi nella cosidetta capitale della musica elettronica: Berlino. Il susseguirsi degli avvenimenti ha forgiato in lui un mood palpabilmente techno fin dalle sue prime produzioni, ma caratterizzato da innesti puramente nostalgici ed affini alla sua terra con richiami funky ed ha creato quasi una doppia personalità artistica, che si cela dietro i suoi pseudonimi con cui si è fatto conoscere a tutti noi. Il primo (ma non per ordine di apparizione) “Bodycode”, come dice la parola stessa, è il modo in cui lui ci dichiara la sua parte più spirituale e in questo caso la sua musica. E’ una sorta di codice per liberare la mente dal corpo, rendendola più melodica e vivace. “Portable” invece, il più usato dall’artista, nasce dal suo periodo inglese ed è indubbiamente la sua parte più cupa e che richiama fortemente le sue origini, in un connubbio perfetto tra musica, anima e techno.
“Into Infinity”, il suo ultimo album, uscito il mese scorso su Perlon, è un’esperienza attraverso l’anima e le emozioni di questo artista, riassunta in dieci tracce che fanno emergere letteralmente la completa maturazione artistica di Alan, un ulteriore conferma di quanto abbia dentro da regalarci. “Making Holes” apre l’album e il viaggio ci porta subito in atmsofere lontane e surreali, ma niente panico, lasciatevi guidare, questo è il bello della musica. “Zero One”, seconda traccia è caratterizzata da un synth in stile technotronic, ritmica coinvolgente e voce sensuale, tutto ai confini della deep. Cassa spezzata, un intenso e fluido background d’organo e riff di piano, rievocano sprazzi di new age di inizio anni 90, sotto un unico nome: “Beauty Pagent”.
Avvicinandosi un po’ più alle sfumature attuali, ma sempre con un richiamo al passato, si presenta “Find Me”, perla numero quattro dell’album; il solo vocale e la parte melodica, potrebbero far innamorare anche il più scettico, ma… andiamo avanti. Efdemin firma la quinta traccia componendo la parte musicale ed inserendo il suo nome tra i guest di questo album capolavoro; “One Way” è il nome di un percorso chiamato chicago, impreziosito dall’onnipresente vocale di Alan. A “Deeper Love” è l’atmosfera giusta di congiunzione tra deep e ritmi afro, questa volta interpretata vocalmente in featuring da Lakuti. Da un amore allegro e profondo, passiamo all’ ambiente cupo e malinconico di “Island Of Thought”: ritmo lento scandito da accenni di percussioni, pad oscuri e un’interpretazione vocale magistrale a richiamare quasi vagamente un certo Dave Gahan…una delle più belle in assoluto.
Passa nuovamente lo scettro vocale ad un featuring, per la traccia numero otto. Aumenta l’incisività del basso, l’atmosfera rimane cupa e la voce di Johannes Schon ci fa vivere un’emozione extra sensoriale…”Onward” è il nome che ha scelto il capitano Alan per questa lussuria. Chiudono l’album “Albedo Yachts” e “Fade Away”, entrambe a mio avviso tra le più allegre ed attuali dell’album. La seconda richiede, sicuramente, una nota in più: elementi melodici tipicamente nu disco, basso più deciso e corposo e l’inconfondibile voce by Portable creano un mix tra passato e presente che rievoca e riassume la chiave di questo lavoro.
Adesso che vi ho dato le istruzioni per l’uso su questo viaggio, non vi rimane che preparare le valigie e armarvi di consapevolezza che il biglietto è di sola andata…Buon divertimento!