Ricordo di non-ricordarla più di un anno e mezzo fa. Il fatto che oggi recensisca un suo ennesimo disco la dice lunga su quali siano stati i passi da gigante di una minuta londinese in non più di un anno. L’attenzione del pianeta notte che è caduta su Maya Jane Coles per tutto il 2011 è stata qualcosa di inaspettato ma non inappropriato. Non voglio dilungarmi sui precedenti e apprezzati progetti intrapresi dalla song writer britannica, che ben conosciamo, inclusa la scelta dello stylelist che fu delle space girls, i vari Mobilee, Real Tone e 20:20 Vision (solo per citarne alcuni) ma ascoltando “Don’t Put Me In Your Box” mi è difficile seguire il consiglio insito nel titolo. Io, stavolta, Maya “nella mia box” ce l’ho infilata alla prima occasione.
Dopo i recenti remix per Little Dragon, Tricky e DJ T., la Coles sforna, sulla amica Hypercolour, un altro EP che probabilmente farà parlare di sè in tutte le quattro parti che lo compongono. Seguendo molteplici linee essenziali di synth, porta avanti, in “Parallel Worlds” e “Cutting It Fine”, un discorso deep house riconducibile al suo mood, fatto di tropes deep house che ci regalano un’istantanea della moder house che sta girando ora. Questa è la lady, che abbiamo imparato a conoscere e che da subito ci ha catturato. “Dub Child” e “Something In The Air” creano invece un taglio trasversale verso un’evoluzione che, personalmente, non dispiace affatto. C’è “qualcosa nell’aria” della “bambina dub” che sa di diverso, che spinge verso il nuovo e che genera sicuramente l’attenzione di chi vi sta scrivendo. Si chiama esplorazione, si chiama uscire dalla certezza di una sound scontato e accettare la sfida un’altra volta. Si chiama crescere ed imporsi anche dinanzi a chi l’ha sempre intravista e ascoltata lateralmente e mai affrontata di petto.
Il binomio tra una delle artiste più interessanti del giro con una tra le label UK più solide degli ultimi dieci anni, che da vita all’ultimo progetto di Maya Jane Coles, vi farà sicuramente intendere il titolo nel suo esatto contrario. Nice.