La Mute con questo EP firmato VCMG, ovvero Martin Gore e Vince Clarke, due costole dello storico gruppo Depeche Mode, mette a segno un’interessante operazione di “calcio-mercato” con una traccia singola e una squadra ti remixer da strapparsi i capelli: Edit Select, Regis, DVS1 e XOQ.
Il brano nella versione originale è un prodotto confezionato a regola d’arte, ma che lascia trasparire l’effettiva lontananza dei due autori dal mondo dei dancefloor. Suono curato nei minimi particolari come solo due membri dei Depeche sanno fare, stiamo parlando comunque di gente che con i sintetizzatori, le batterie elettroniche e i sequencer ci dorme abbracciata la notte. E da trent’anni. Per sopperire alla mancanza della vena clubbing dei due, ci sono i remixer, Regis su tutti. Il simbolo dell’eleganza techno porta un po’ di Sandwell District in questo EP e lo fa senza compromessi. Cassa morbida 808 alla quale sappiamo tutti quanto Regis sia affezionato e giochi ritmici a dir poco taglienti, ma mai fastidiosi. Apertura in mid-tempo e poi dritto in 4/4 fino alla fine con una modesta pausa acidissima collocata perfettamente al centro del pezzo.
Edit Select non è da meno, e di tutta risposta regala ai “4-decks-djs” un tool. Niente pause, solo evoluzioni continue, pad e droni che scatenano le emozioni più profonde appena atterrano sul pavimento del club, un “giocattolo” che nelle mani giuste, puoi diventare il pezzo che fa la differenza all’interno di un set. Salite lunghissime e discese ripide che se colte con maestria possono dare spunto per un arrangiamento in tempo reale del pezzo. Del resto parliamo di uno degli esponenti della banda di Speedy J. DVS1 è un artista molto particolare e sta regalando perle su perle, ma in questo caso non mi esalta particolarmente. Il suono è piuttosto raw, a tratti old school e senza dubbio ricercato, ma a mio avviso manca qualcosa. Esattamente non so dire cosa. L’ultimo dei quattro è quello di XOQ, un personaggio che non ho mai seguito prima d’ora. E adesso ho capito anche perchè. Forse è il remix più in linea con la versione originale per il fatto che è orientato pesantemente verso un suono progressive-house. Un genere che ovviamente per questioni di gusto non riesco più di tanto nemmeno ad ascoltare.
Nel complesso abbiamo per le mani un EP riuscitissimo, sia per quanto riguarda le figure che vi si celano dietro, sia per i prodotti che offre: un arcobaleno multicolore che tocca un po’ tutti i generi del club-oriented per non lasciare proprio nessuno a bocca asciutta.