Comincio con un piccolo sfogo personale: odio la frenesia delle festività, l’isteria da regali ed infine il traffico natalizio. Per fortuna, però, riesco ad invertire il flusso emotivo ascoltando l’ultimo EP di Matthew Dear, “Headcage”, su Ghostly International, disco che tra l’altro vanta la collaborazione di Jonny Pierce nella traccia “In The Middle”. L’EP risente delle influenze discopop dell’eclettico artista americano che nell’ultimo decennio figura sicuramente tra quelli che hanno dato uno slancio innovativo al movimento musicale elettronico.
“Headcage” si apre con l’omonima traccia resa particolare dai fitti e densi arpeggi di mallets e da un cantato degno di un vero e proprio autore pop, il camaleontico Dear ci ha già abituati a questi repentini cambi di genere e questa traccia è l’esempio lampante di come l’americano non sprechi nemmeno una briciola del suo talento e, a proposito di talenti, c’era quel felice motivetto che avete sicuramente fischiettato nei passati mesi estivi dove nel video si vedevano quattro sbarbatelli correre. Erano i Drums con “Let’s Go Surfing”. Ebbene vi sareste mai immaginati Jonny Pierce, voce del gruppo, collaborare con Matthew Dear in una traccia? Anche se avete risposto “sì” non serve restare nell’astratto e fiabesco mondo dell’immaginazione perchè questa cosa è realmente accaduta, come detto, nella traccia “In The Middle”, sublime creazione di quella mente texana dove pop, disco e la vena indie rock che traspare dal cantato danno origine ad una creatura che rasenta la perfezione.
Del tutto sconnessa con le prime due tracce “Street Song” proietta nella mente le immagini di un improbabile ambiente urbano in cui dalle finestra aperte fuoriesce il “lamento” in falsetto di Dear che con la pesantezza sonora di ogni parola rallenta inevitabilmente ogni nostro movimento corporeo. Il finale dub con “Around The Fountain” mette ben in chiaro una cosa: con Dear ogni attaccamento ai generi musicali e alla definizione di questi vengono spazzate via, il range di generi in cui l’americano spazia è così vasto che la curiosità nell’ascolto di un nuovo lavoro da parte di questo produttore rimane invariata col passare del tempo, come d’altronde è impressionante come un buon disco sia capace di influenzare in modo così profondo l’umore di una persona…
Ah quasi dimenticavo, “Buon Natale” a tutti.