Quando mi sono trovato per le mani “Welcome To The Best Years Of Your Life”, primo album di Westbeech, ci ho messo un po’ prima di arrivare alla quarta traccia: “So Good Today” e “Get Silly” erano costantemente in repeat. Mi piaceva il fatto che, in qualsiasi momento le ascoltassi, mi mettessero di buon umore, con quelle corde pizzicate, groove sincopati, ride dinamici e quel giro d’organetto che porta all’assuefazione. Successivamente mi sono inoltrato nel resto dell’album e la magia era sempre la stessa: melodie semplici, suoni più che noti, atmosfere vagamente retrò, sampling ovunque e un’infinita leggerezza. Si può dire che gli elementi presenti nel suo ultimo album siano sempre gli stessi, ma amalgamati decisamente meglio. Ben (almeno apparentemente) ha cambiato stile, questo bisogna dirlo: prima era un tipo da felpone, ora più da giacca nera e ben stirata! Nonostante ciò, ci sono tracce nel suo ultimo lavoro che, una volta entrate in testa, ce ne mettono ad uscire; brani come “Same Thing”, dove il ritornello è di un classico imbarazzante e nonostante ciò metterete anche lì un repeat senza fine; o come “Butterflies”, che entra con una rullata soft che più Jazz non si può, che ci tiene legati per quasi 50 secondi e che infine rompe le righe in un quattro quarti liberatorio. Westbeech non si è fatto tanti problemi a raccontarci delle difficoltà che ha incontrato in passato e ci ha regalato non poche curiosità sulla sua carriera, iniziata a quanto pare grazie allo stereo di una Saab 900… Insomma, questa volta veramente possiamo parlare del fascino della semplicità.
Ciao Ben, benvenuto su Soundwall!
Da dove ci rispondi? Come va là?
Sono sveglio dalle 5 di questa mattina a causa del jet lag dovuto al mio ultimo volo per l’America. Quindi ora ne approfitto per lavorare un po’: devo forzarmi a rimanere sveglio per riprendermi!
Iniziamo con il presente: come è andato quest’ultimo album? Intendo dire come è andato per te. Hai affermato “I feel like I’ve got my spark back, like I’ve found my self”, spiegaci meglio: quali sono gli aspetti di quest’ultimo lavoro che ti hanno fatto sentire così?
E’ stata veramente una grande esperienza comporre quest’album. Dopo il tour per il mio primo album ho passato un periodo di qualche anno in cui avevo perso fiducia nella mia musica e nelle scelte che avevo fatto, quindi è stato molto bello sentirmi come se avessi trovato nuovamente la mia strada.
Infatti ho letto che fra il tuo primo e il tuo secondo album hai passato un periodo, per definirlo con le tue parole, di “wicked fun”. La musica che ti usciva dalla testa non era sufficientemente buona, era contaminata, inquinata (se ho interpretato bene). Da cosa è dipeso tutto ciò? Era una diretta dipendenza del tuo essere o magari ti sei reso anche conto che l’evoluzione dell’industria musicale e le mode ti stavano in qualche modo influenzando? Perché “wicked fun”?
Se devo essere veramente sincero, mi ero perso nella nebbia, non sapevo che direzione prendere e vivevo i party in maniera un po’ troppo spinta. Vivevo a Bristol in quel periodo ed ero circondato da un gruppo di persone folli. Le feste non sembravano finire mai e non stavo facendo grandi cose per il mio futuro. Così decisi di trasferirmi a Londra e voltare le spalle a quella vita, mi impegnai a ritrovare me stesso, a riappropriarmi delle mie energie…
Forse è stato anche dovuto al fatto che ti sei formato sui colossi della storia della musica, non è facile fare i conti con loro. Parlando proprio di formazione musicale, ho letto che quand’eri piccolo c’era un giornalaio giamaicano di Hertfordshire che ti passava sottobanco mixtape rave e jungle. Questa cosa è fantastica! Raccontaci un po’ della tua infanzia musicale e di questo giamaicano!
Ah! Sì esatto, ero piccolo e vivevo con mia mamma proprio accanto a questa edicola gestita da una coppia di giamaicani; vendevano sottobanco cassette pirata registrate ad ogni tipo di rave di quel periodo, come il Dreamscape o il Jungle Fever. Così mi inoltrai in quel mondo. Era come addentrarsi in una realtà misteriosa che non conoscevo affatto e che osservavo di nascosto attraverso quei nastri. Rimasi profondamente affascinato da quella musica, dalle folle che potevo sentire in sottofondo, dai fischi, dai suoni delle sirene, dagli MC. Volevo vivere quell’atmosfera già da molto piccolo.
Come dicevi, dopo aver vissuto a Bristol, ti sei spostato a Londra. Negli ultimi mesi noi di Soundwall ci siamo interessati molto alle pulsazioni berlinesi. Di Londra invece cosa puoi raccontarci, com’è la situazione lì? Come sta cambiando la città?
Penso che al momento sia veramente una città interessante, musicalmente parlando. La musica è in costante evoluzione, i suoni, i generi, gli stili, tutto! Rinse FM è un stazione radio chiave a Londra, anche lei si evolve in continuazione, come gli show che circolano nella City e anche l’underground londinese sta facendo le sue mosse. L’House Music sta nuovamente dilagando e alla grande! L’energia delle feste si sta allontanando dai classici club e i Warehouse party stanno riprendendo in mano la situazione, e questa è una gran cosa. Queste feste sprigionano un’energia, ti danno un senso di eccitazione che secondo me si era perso per un bel po’. Amo Londra, quella del presente è fantastica: sono avvolto da una città che mi ispira profondamente.
Nel 2004, dopo aver collaborato con il tuo amico Clipz ad una traccia jungle, sei tornato a casa con una grande idea in mente: cantare sulle tue produzioni. Tre giorni dopo “So Good Day” era pronta, quella stessa traccia che dopo esser finita fra le mani di Gilles Peterson ti ha dato la possibilità di pubblicare il tuo primo LP (Welcome To The Best Years Of Your Life). Com’è stato quando ti ha contattato Gilles?
Ero così eccitato, e sorpreso anche! Voglio dire, era Peterson! Colui a cui mi sono ispirato per lunghissimo tempo! Era da un po’ che cercavo di far ascoltare a qualcuno la mia musica e alla fine è successo. Devo ringraziare il mio amico che gli ha fatto ascoltare la mia traccia in una Saab 900 nel beckstage di un festival nel 2004. E’ stato l’inizio di qualcosa di veramente speciale.
Tutto grazie allo stereo di una Saab 900, fantastico! In “Get Silly”, traccia dello stesso album, hai campionato la rivisitazione di Ray Barretto del brano “Pastime Paradise” di Stevie Wonder. Anche Patti Smith ha rivisitato quel pezzo, se non lo hai mai sentito mi permetto di consigliartelo, la sua versione è altrettanto interessante. Tornando a noi, da dove ti è venuta l’idea di campionare la cover di Barretto? E’ stata una casualità o una cosa che già avevi in mente da tempo?
Devo ammettere che me la sono semplicemente ritrovata sul mio computer. Qualcuno me l’avrà passata chissà quando e me la sono ritrovata fra le mani. Non la conoscevo. Intendiamoci, sapevo che era una cover del brano di Stevie, ma non avevo idea di chi fosse inizialmente. L’ho semplicemente campionata e solo dopo mi sono andato ad informare. Ascolterò la versione di Patty Smith, non sapevo di questa sua rivisitazione! Grazie dell’informazione.
Come dicevamo, dopo il tuo primo album hai avuto un lungo periodo di riflessione, finché non è arrivato “There’s More To Life Than This”. Un album stracolmo di grandi collaborazioni (Motor City Drum Ensemble, Georg Levin, Chocolate Puma, Soul Clap, Henrik Schwarz…). Qual è stato l’idea alla base di quest’album? Cos’è che ti ha fatto tornar la voglia di rimetterti in gioco?
In realtà, non avevo deciso io di fare un album. Mi chiesero di farlo e mi sembrò il momento giusto per comporre. Con il djing e i party avevo sviluppato un forte amore per la musica house, così l’ho portato con me in questo mio ultimo album. Sono state tutte mosse molto logiche, veramente. Non è nato da un’idea che avevo in mente, l’album si è costruito con il tempo. Sono sempre stato in studio, non l’ho mai abbandonato, ma questa occasione mi ha dato la possibilità di fare ordine nella mia testa, di puntare ad un obbiettivo.
E se pensi ad entrambi gli album, quali sono le differenze che senti più forti, i cambiamenti secondo te più importanti?
Guarda, penso che come songwriter sono maturato, sento sia una cosa evidente. Ritengo che l’ultimo sia coerente dal punto di vista stilistico e anche del contenuto, anche il primo del resto (quanto mi piace!), ma era meno lineare diciamo. Non sono sicuro che sapessi veramente cosa volevo e probabilmente non l’ho capito neanche ora, se devo essere onesto. Produco musica molto differente, non ho una linea guida precisa e penso che sarà così per sempre. L’ultimo disco è un passo avanti, un’evoluzione, è più maturo del primo che invece era più ingenuo. A volte mi manca però quell’ingenuità e sto cercando di riprendermela proprio in questo periodo.
Parlando del tuo ultimo lavoro hai affermato “I’m not there to get people’s hands in the air […] I’m not rinsing the ‘sound of now’ to sell records”, devo dire però che quando ascolto “Same Thing” con il suo ritornello così pop mi viene costantemente voglia di alzarmi dalla sedia e ballare! Com’è nata la collaborazione con Chocolate Puma e quindi “Same Thing”?
E’ stato grandioso lavorare a quella traccia. E’ la più lenta dell’album ma ha una grande energia. E’ iniziato tutto con un drum kit dal sound datato, dopo è arrivata la linea di basso. Poi con gli accordi tutto ha iniziato a prendere forma. Adoro lavorare con quei ragazzi: sono tenaci e preparatissimi. Dopo aver scritto la melodia del ritornello al piano ho buttato giù il testo. Volevo gli archi alla fine, è stata una gran pensata. Così, quando siamo andati ad unire tutte le varie idee è uscita fuori questa traccia. La prima volta che abbiamo sentito quale fosse l’effetto complessivo è stato stupendo, uno di quei momenti che non scorderò mai.
Si legge che le influenze che hai avuto durante la produzione di “There’s More To Life Than This” sono praticamente infinite: dal punto di vista sentimentale, una ragazza e dal punto di vista musicale, invece, una delle influenze più forti è stata quella del sound del grande David Axelrod. Cosa ci puoi dire a riguardo?
Axelrod ha veramente cambiato nel profondo il mio modo di concepire la musica. La sua musica guardava sempre al futuro, non aveva un genere preciso, era musica libera. E’ stata la mia passione per l’hip hop che mi ha portato a lui: Dj Shadow in “Midnight In A Perfect World” campiona Human Abstract di Axelrod e questo mi ha portato alla sua musica. Veramente molti artisti hip-hop degli anni ’90 lo campionavano e io sono cresciuto con quella musica. Mos Def, Diamond D, Dj Premier, De la Soul, tutti lo campionavano e ascoltando le loro produzioni mi sono iniziato ad interessare. Sono cresciuto imparando l’arte del sampling e imparando a capire da dove provenissero i sample utilizzati dagli artisti, cose che si sono un po’ perse nella musica di oggi. Non è una cosa negativa, ma mi manca un po’ il vibe di quel periodo. Penso che il sampling ti faccia venir voglia di conoscere, di approfondire, di scoprire in continuazione nuova e ottima musica.
Per concludere non posso che chiederti come ti senti ora in termini musicali: hai già nuove idee, progetti, nuovi sound o collaborazioni in mente?
Sì, sto iniziando a scrivere il mio prossimo album e ho una lista di nomi in mente con cui mi piacerebbe collaborare. Sto anche producendo con il nome di Breach e penso farò anche un album sotto lo stesso nome. Sto collaborando con molti produttori quest’anno, anche provenienti da ambienti più underground. Sì, sono carichissimo per questo 2012!
English Version:
When I listened to “Welcome To The Best Years Of Your Life”, first album of Ben Westbecch, it took me some time to get to the 4th track: I was always listening to “So Good Today” and “Get Silly”. I liked the fact that in any situation they make me feel good, with those plucked strings, syncopated grooves and that organ that makes you addicted! Subsequently, I entered into the rest of the album and the magic was always there: simple melodies, vaguely retrò atmospheres, sampling and endless lightness. One can say that the elements contained in his latest album are the same, but much better blended. Ben (apparently) changed his style: from sweatshirts to suit pressed. Nevertheless, in his last work there are tracks that kidnap you once you’ve listened to, songs like “Same Thing”, where the refrain is really classic but you can’t stop listening to it… or like “Butterflies”, that begins with a so jazz and soft drum roll, binds you for almost 50 seconds and then breaks the ranks with a great and liberating groove. Westbeech told us difficulties encountered in the past and gave us quite interesting tidbits about his career, that began thanks to the stereo of a Saab 900… In short, this time we can really speak of the charm of simplicity.
Hi Ben, welcome on Soundwall!
Where are you right now? How is it going there?
I am awake at 5 am due to Jet lag from my recent trip to America so am working! Gonna have to stay up all day to kill it off!
Let’s start with the present: how was this last album? I mean how it went for you. You said “I feel like I’ve got my spark back, like I’ve found my self”. Explain it better: what are the aspects of this work that made you feel in this way?
It was a really special experience to make this record. I had kind of become disillusioned with music and my direction in it for a few years after touring the first album so it was nice to feel like I had direction again.
I read that between your first and your second album you had a period of “wicked fun” (using your words). The music that you pulled out from your head was not good enough; it was contaminated, polluted (if I well understood your words). In your opinion, what did it depend on? Was it a direct dependency of your being, or maybe you realize that the evolution of the music industry and trends were influencing your music in some way? Why did you say “wicked fun”?
To be honest I was just lost in a haze of not knowing what direction to take and I had been partying a bit too hard. I was living in Bristol and surrounded by a crazy group of people. The party never seemed to end and it wasn’t doing great things for me. So I decided to move to London and get away from it all and find a new direction and energy…
Maybe it was also due to the fact that you grew up listening to giants of music history, and it is not easy to deal with them! Talking about musical origins, when you were young, I read there was this Jamaican newsagent of Hertfordshire who sold you Rave and Jungle mix-tape. This thing is fantastic! Tell us about the music formed you and about this Jamaican dude!
HA! yes when I was young my mum and I lived next to a newsagent run by a couple of Jamaicans and as a sideline they sold pirated tapes of all the raves from back in the day, like dreamscape and jungle fever and I got into the music this way. It was like a mysterious world that I had yet to experience and my peephole into it was through these tapes. I was mesmerised by the music and the sound of the crowds, the whistles, the horns, the MCs. I wanted to be around it from an early age…
After living in Bristol you moved to London. In recent months, with Soundwall, we have deepened the Berlin beats.. But talking about London, what can you tell us about the sound of the City? How is it changing? Give us your personal overview of the actual situation…
It is a really interesting city right now, musically. It is constantly evolving with genres and styles. Rinse FM has been a key radio station for this as all the shows are pushing each other forward and the underground is making moves right now, house is back in a big way and new forms are being created. The emphasis is being taken away from the clubs and warehouse parties are coming back which is great. It creates a sense of excitement that i think was lost for a while. I love London right now and am surrounded by an inspiring city.
After working with your friend Clipz on a jungle track, you came back home with a great idea in your mind: to sing on your own productions. Three days later, “So Good Day” was ready: the same track, after having been in the hands of Gilles Peterson, gave you the opportunity to publish your first album (Welcome To The Best Years Of Your Life). How did you feel when you was contacted by Gilles? Maybe, at first, you didn’t even know he had your track…
I felt so excited, and surprised. I mean it was Peterson! Someone who I had looked up to most of my musical years. I had been struggling to get someone to hear me and finally someone had! It was through my friend who played him my demo in a saab 900 at a festival backstage area in 2004. It was the start of something really special.
In “Get Silly”, track of the same album, you sampled Ray Barretto’s version of “Pastime Paradise” [Stevie Wonder]. Even Patti Smith revisited that song, if you’ve never heard it I’d like to suggest it to you, her version is very interesting too. Anyway, where did you get the idea of sampling the Barretto’s version? Was it a coincidence or something that you already had in mind for a long time?
I just had it on my computer. I guess someone gave it to me somewhere down the line and I just cam across it! I didn’t even know what it was. I mean I knew it was a Stevie cover but had no idea who it was by. I just sampled it and then had to find out what it was later on. I will check her version. I don’t know it! Thanks for that….
As we said, after your first album you’ve had a long period of reflection until “There’s More To Life Than This”. An album full of great collaborations: Motor City Drum Ensemble, Georg Levin, Chocolate Puma, Soul Clap, Henrik Schwarz… What was the idea behind this album? What pushed you to return into the studio?
It was just a case of being given the project to do really. I got asked to make the record and it seemed like the right thing to do at the time. I had developed a great love for house music through my DJing and parties and so it was a logical move for me. That was it really. It wasn’t a thought out move it just kind of happened that way. I had always been in the studio but this just gave me a sense of direction and purpose.
And if you think to the albums, what are the differences that you feel strongest? In your opinion, what are the most important changes?
Well I think as a songwriter I had matured and this I feel is evident. I think the album is ore coherent in style and content too as the first one (as much as I love it!) was a bit all over the shop! Eclectic even and I’m not sure I knew what I wanted back then. To be honest I still don’t. I make lot’s of different music and this is how I will always be. It is a move forward definitely, and more mature, considered even where as my first record was naive. I kind of miss that naivety sometimes and try to hold onto it these days.
About your last work you said “I’m not there to get people’s hands in the air […] I’m not rinsing the ‘sound of now’ to sell records”. But I have to say that when I listen to “Same Thing” with its so pop refrain and its sexy groove I always have to get up from the chair and dance! How was the collaboration with Chocolate Puma born? What can you tell us about “Same thing”?
Well this is going to be the next single and was an amazing record to make. It is the slowest of all the album yet very energetic. It started off with some old disco drums and then we played the baseline I think. Then some chords and built it around that. I love working with those guys. They are very experienced and have no abandon. The chorus we wrote on the piano melodically then I wrote the words and we went from there. I liked adding the strings at the end the best though and me and Gaston played them together. It was a special moment and one that I will ever forget.
I read that influences you had during the production of “There’s More To Life Than This” are endless: from the sentimental point of view there is a girl who stole your heart and from musical point of view you’ve been influenced by the sound of the great David Axelrod. What can you tell us about that? What is the relationship you have with Axelrod music?
Axelrod’s music changed the way I looked at music in a massive way. It was so forward thinking and free and genreless. But it was influence on hip hop which really turned me onto him. DJ Shadow’s track midnight in a perfect world sampled axlelrod’s The human abstract and this is what pushed me into finding out about him and his music. A lot of 90’s hip hop sampled him which was a massive part of my life. Mos def, Diamond D, DJ premier and De la soul all sampled him and it was from these records I became interested. I grew up with the art of sampling and then finding out where the sample was from. Something which we lost in a lot of music today. It’s not a bad thing but I kind of miss that vibe in music these days. It made you want to know more and delve into history to find more great music.
Finally I’d like to ask you how do you feel now, musically speaking: do you already have new ideas, projects, new sounds and collaborations in mind?
Yes, I am starting to write my next album and have a list of collaborators already in mind. I am also making music as Breach and will be producing some of my next album myself as that moniker. I am collaborating with lots of producers this year on the underground too and am really excited about 2012!