Questa volta lasciamo da parte tutta la scena musicale che ogni giorno si presenta sotto ai riflettori, non parliamo di potenziali hit del momento o di etichette discografiche che grazie al loro successo muovono migliaia di persone tra festival e club di tutto il mondo. Qui ci concentriamo in un ottica ben diversa, su di un mondo parallelo che vive di altri valori e ideali. Per questo ci addentriamo con cautela, focalizzando la nostra attenzione sul movimento più scuro e underground che il nostro paese possa offrire, capacitandoci (evviva!) di quanto stia crescendo qualitativamente. Tutto questo grazie anche al supporto di alcune labels come la validissima “new entry” Vae Victis Records (oggi al centro del nostro obiettivo), Claque Music o l’etichetta romana Mus Records e tantissime altre, che puntano fortemente ad una concezione artistica old school con il concepimento di suoni rigorosamente analogici con una produzione e post produzione “vecchia maniera” che si evidenzia tutta nel risultato finale rendendolo caldo e crudo ma nello stesso tempo indubbiamente affascinante.
Rimanendo con i piedi per terra ed essendo sempre realisti sappiamo bene quanto il nostro panorama underground sia ancora culturalmente molto lontano nel raggiungere lo stampo britannico o quello tedesco (in particolare berlinese, rieccoci!) ma piano piano qualcosa si sta muovendo e il successo riscontrato all’estero per alcuni nostri artisti, labels o release ne é la più chiara riprova. La neonata Vae Victis Records (label di origine italiana ma con base a Berlino) dopo aver riscosso moltissimi pareri positivi con la sua uscita inaugurale firmata dalla bravura immensa di The Analogue Cops e Blawan, cerca di riconfermarsi con questo “Nocturnal EP” e il debutto del progetto Nightjars. Tutto questo uscendo fuori dai normali schemi, percorrendo sonorità diverse ed alternative caratterizzate da suoni duri, casse spezzate e ritmica secca e decisa. Vorrei soffermarmi anche su un’altra particolarità di questo EP, l’importanza di tutto il lavoro “sporco” che c’é dietro nella realizzazione di questo vinile scritto, mixato e prodotto su nastro. “The side A” è sicuramente il lato più crudo della release, con un missaggio al limite di saturazione che ti trasporta ad un timbro sonoro distorto, grezzo e ruvido. Mentre nel “B Side” il suono viene miscelato in maniera completamente diversa rendendolo più pulito e luminoso e sopratutto ricco di armoniche.
Sarebbe un errore cercare di classificare questa release in un determinato genere. Bass, dub step, sperimentale o qualsiasi altra cosa vi venga in mente…io sinceramente, non ho mai amato le classificazioni per generi, sopratutto ora che ogni singolo artista in ogni proprio lavoro viene contaminato da molteplici idee e prospettive, però posso consigliare vivamente questo EP a chi ama veramente il suono proposto Shed nelle sue produzioni o dagli inglesi Horsepower. Non mi resta che augurarvi un buono e sopratutto attento ascolto!