Nonostante il nome ed il cognome suggeriscano altro, Bruno Sacco è un artista francese (parigino per la precisione) che è pronto inaugurare Gravite, la sua neonata label, con questo interessante EP. “Deformed” è composto da tre lavori, tutti in veste originale, tutti riconducibili a quella matrice techno che tanto sta spopolando in giro per l’Europa. Si tratta del lavoro d’esordio anche per Bruno e, per questa ragione, non è possibile fare grossi paragoni con le sue release precedenti (oltre a non poter effettuare confronti con quanto già rilasciato da Gravite).
Pertanto ci si deve affidare a “Deformed”, title track che rappresenta, grazie alle “suggestioni industriali” dei suoi synth e dei suoi suoni ruvidi e trascinati, un vero e proprio viaggio all’interno del quartiere industriale (visite alle fabbriche incluse) della vostra città. I riverberi si espandono come le increspature che si propagano nell’acqua al cadere lento delle gocce da un lavandino che perde; a tratti Ostgut Ton, a tratti Drumcode, “Deformed” è proprio un bel prodotto.
“Orbital”, nonostante mantenga il piglio deciso di “Deformed”, suona più nervosa: la campana in “due-uno”, unita al basso che fa da letto alla ritmica sempre in crescendo, ipnotizza chi è all’ascolto. Il disco sale e escende dopo averci preso a ceffoni a più riprese, ad ogni ripartenza. Onestamente non oso immaginare cosa possa succedere in presenza di un sound system in grado di valorizzare la ferraglia che si “muove” intorno alla bassline. Anche qui, caro Bruno, hai colto nel segno.
Chiudono l’EP le atmosfere dubby di “Distance”. Questa “intelligent techno” mi piace proprio.