Arte e voglia di mettersi in discussione. E’ questo che spinge, motiva e stimola i giovani artisti del nuovo millennio, portandoli ad evadere dall’ovvietà e dai conformismi del quotidiano ed a gridare al mondo la loro passione per tutto ciò che ha a che fare con musica, pellicole cinematografiche, cineprese, fotografia. La descrizione potrebbe chiamare in causa la maggior parte di coloro che vedono nel design, nell’arte e nella musica il loro futuro. Questa volta, però, il tema non è aperto e non si vuol discutere su come sono cambiate le aspirazioni e le prospettive del futuro degli uomini del domani, quanto si vuole introdurre uno dei gruppi più affascinanti degli ultimi anni, portavoce di quel movimento di cui sopra, nonché prova vivente che dimostra come dedizione, sacrifici e buona volontà portano a grandissimi risultati: Breton. Cresciuti nella Londra più pura e nota al mondo, quella della musica, si sono conosciuti un po’ per necessità di trovare un posto in cui stare e condividere passioni, per lavorare e per creare assieme: da lì la ricerca di un progetto comune, quello dell’elettronica. Il progetto si è da subito rivelato riuscitissimo visto che la band conta già uscite su etichette del calibro di Hemlock Recordings e FatCat. Le loro esibizioni? Live allo stato puro, visto l’utilizzo di batteria, chitarre, synth e quant’altro. Per chi volesse, per chi fosse curioso di conoscerli o per chi li conoscesse e non vuol mancare ad ogni loro rappresentazione, in Italia li vedremo al Meet In Town 2012 a Roma.
Come vi siete conosciuti e come è nato il progetto Breton?
Ci siamo incontrati attraverso vari progetti, stavamo tutti lavorando su film, grafica e musica. La band divenne un modo per fare tutto questo in un unico posto, e avere quindi una piattaforma per far film e musica.
Che rapporto avevate con la musica prima di suonare assieme? Avevate altri gruppi? Che generi facevate?
Ho studiato film e sound design, stavo imparando a produrre musica per film, poi facevo hip hop e musica ettronica. Tutti noi abbiamo suonato in varie band: a Londra ci sono 4 milioni di gruppi e qualcuno suona in 4 gruppi diversi contemporaneamente.
Come mai avete scelto questo nome per il gruppo? Si ricollega ad un fatto o ad un personaggio importante?
Abbiamo scelto questo nome in onore di André Breton, un artista surrealista francese, nonchè una sorta di portavoce per il movimento. Quello che ci ha interessato dei surrealisti era il loro modo con cui parlavano di liberare la fantasia utilizzando tecniche e giochi vari, come la scrittura automatica.
Come descrivereste la vostra musica e come mai la scelta di fare questo genere che si ispira all’elettronica con l’utilizzo di strumenti veri e propri?
Non credo di esser sicuro di riuscire a descrivere la nostra musica, perché ne sono troppo sono troppo a contatto. Noi usiamo ogni sorta di strumento di cui ci innamoriamo ed ogni suono che ci emoziona. A volte si tratta di un arpa, a volte il suo un MPC, e talvolta una chitarra.
Collegato alla precedente domanda, credete che sia vero il fatto che usare strumenti “reali”, come chitarre e batteria, permetta di avere maggior sensibilità con quello che si sta suonando, diversamente da synth e pc-hardware?
Penso che se lo si stia utilizzando in modo intelligente, sia un simple sminuzzato che il battito del grilletto può essere tanto vivo, caotica e imprevedibile quanto un basso o un kit di batteria acustica. Devi solo assicurarti di commettere un sacco di errori ed avere un sacco di spontaneità.
Si può dire che il vostro progetto si inserisce in un contesto più ampio, di arte a tutto tondo, che mette assieme anche design, fotografia, film e cortometraggi e non solo musica?
Amiamo la musica, i film e la fotografia. Il bello di suonare in questa band è il fare qualcosa di diverso ogni giorno. Per esempio, mentre stavamo guidando per raggiungere un festival in Francia ho scritto questa risposta, poi in 2 giorni abbiamo girato un documentario, abbiamo lavorato su di un remix, poi abbiamo preparato un libro fotografico.
Avete anche altri interessi oltre alla musica? Cosa avreste fatto se non aveste fatto musica?
Abbiamo sempre lavorato su qualunque progetto creativo che ci emozionasse, e la band presenta un sacco di interessanti opportunità, come ho detto prima.
Avete collaborato già con parecchie etichette: “You Will Be Following”, “Hemlock Recordings” etichetta di artisti del calibro di James Blake e Fantastic Mr Fox ed ora “FatCat”. Come è cambiato il vostro modo di lavorare passando da un’etichetta all’altra e come è cambiata la vostra musica?
Etichette diverse hanno approcci diversi. You Will Be Following è curato da persone che sono realmente entusiaste di fare musica ed hanno una sorprendente capacità di individuare gli artisti emergenti o di cercare persone per lavorare insieme, Hemlock ha una straordinaria capacità di costruire un’intera scena musicale, poi abbattere tutto e soffiar via la mente di tutti. FatCat è un’etichetta che ha alle spalle una storia fatta di produzioni diverse. Hanno cominciato importando l’house di Detroit, poi gruppi come Mum/Animal Collective e Sigur Ros, e le bande del tipo Twilight Sad/We Were Promised Jetpacks e Mazes.
Come è nato l’album “Other People’s Problems”? Volete un pò descrivercelo dal vostro punto di vista? cosa volevate trasmettere con questo LP?
Il nostro album è una sezione trasversale di suoni, esperienze e atmosfere che abbiamo attraversato nel corso dell’ultimo anno. Abbiamo veramente vissuto all’interno di queste canzoni, ed in questa band, e l’album è una sorta di diario di questo.
English Version:
Art and desire to question. This motivates and encourages young artists of the new millennium, bringing them to escape from obvious and conformism of everyday life and to shout to the world their passion for everything connected with music, films, cameras, photography. The descriptions could call into question the majority of those who see in design, art and music their future. This time, however, no one wants to talk about how is changed the aspirations and the future prospects of the “men of tomorrow”, but what we want is introduce one of the most fascinating group in recent years, proof that dedication, sacrifice and good will lead to great results: Breton. Raised in London, they met to find a place to stay and share passions and to work together, to create. From there, the research for a common project: the electronic music. The project has started very successfully from the start as the band already has releases on labels such as Hemlock Recordings FatCat. Their performances? Live, with the use of drums, guitars, synths and more. For those who are curious to know them or who knows them and does not want to miss any representation, we will see them in Italy at Meet In Town 2012 in Rome.
How did you meet and how did the project Breton?
We all met through various projects, we were all working on films, graphics, and music. The band became a way of us doing all this in one place, and having a platform to make films and music.
What is the relationship you had with the music before playing together? Have you had other groups? What kinds did you?
I was studying film and sound design, and learning how to produce music for films, and also making hip hop and electronica. We all played in various bands, in London there are 4 million bands, and some people play in about 4 at once.
Why did you choose this name for the group? Is it relates to a fact or an important person?
We chose the name in honour of Andre Breton, he was a French surrealist, and kind of a spokesperson for the movement. What interested us about the surrealists, was the way they spoke about freeing your imagination by using various techniques and games, like automatic writing.
How would you describe your music and why did you choose to use real and common instruments in electronic music?
I’m not sure i could describe our music, because i am too close to it, but we use every instrument we fall in love with, and every sound that excites us. Sometimes this is a harp, sometimes its an MPC, and sometimes a guitar.
Connected to the previous question, do you think it is true that using “real” instruments, like guitars and drums, allows you to have greater sensitivity in what you are playing, unlike synths and PC-hardware?
I think that if you use it in an intelligent way, the samples you cut up and the beats your trigger can be as live, chaotic and unpredictable as a bass guitar or an acoustic drum kit. You just have to make sure you use a lot of mistakes and a lot of spontaneity.
Can we say that your project fits into a broader context, which also brings together design, photography and films, not only music?
We love music and films and photography. The great thing about playing in this band is we do something different every day. For instance, we are driving to a festival in France as i write this, then in 2 days we shoot a documentary, working on a remix, as well as preparing a photography book.
Have you also have other interests besides music? What would you do if you had not been making music?
We really just like working on any creative project that excites us, and the band presents lots of exciting opportunities, as i mentioned before.
You have already worked with several labels: “You Will Be Following”, “Hemlock Recordings”, the label of very important artists such as James Blake and Fantastic Mr.Fox and now “FatCat “. how has it changed your way of working through each label and how it changed your music?
Different labels have different approaches. You Will Be Following is run by people who are genuinely excited by music, and have an amazing ability to spot emerging artists, or finding people to work together, Hemlock have an ability to build an entire music scene, then tear it down and blow everybody’s mind. FatCat are label that have a history of putting out different types of record. They started by importing Detroit house, then bands like Mum/Animal Collective and Sigur Ros, and guitar bands like Twilight Sad/We Were Promised Jetpacks and Mazes.
How did “Other People’s Problems”? Would you describe it, to us, a little bit from your point of view? What you wanted to convey with this LP?
Our album is a cross section of sounds, experiences and atmospheres that we went through over the past year. We really have lived inside these songs, and in this band, and the album is a kind of diary of this.