“Cookie Dust”, dopo “Brian Le Bon” e “Desperate Housemen EP”, rappresenta l’ultima tappa della storia d’amore tra il producer tedesco Roman Flügel e quello che viene universalmente riconosciuto come uno dei templi dell’underground mondiale, il mitico Robert Johnson di Offenbach. Protagonista di una manciata di date del tour celebrativo dei tredici anni del club (tra cui quella al Panorama Bar) e fresco di un podcast bellissimo, proprio per noi di Soundwall, il vecchio Roman ha deciso di poggiare l’ennesimo mattoncino su una discografia imbarazzante che col tempo l’ha consacrato a vero e proprio “vate”, non solo di un club (già questo risultato non è comunque da sottovalutare, specie se si sta parlando del Robert Johnson), ma di un movimento che ha bisogno come non mai di personaggi che fanno le cose “come si deve”. Partendo dal duo Alter Ego, passando poi per gli alias Roman IV, Eight Miles High, Soylent Green, Ro 70, Melanin, List, Acid Test e Tracks On Delivery, non c’è un singolo progetto che porti la firma Flügel che non sia all’insegna della qualità.
Il terzo capitolo del riuscitissimo connunbio Flügel – Robert Johnson, come detto, è rappresentato da “Cookie Dust” – stiamo escludendo dall’elenco, ovviamente, il “Volume 5” della collana di compilation del club di Offenbach. Neanche si trattasse di un essere mitologico, Roman Flügel può contare su più e più facce. La sua musica, infatti, riesce ad unire (talvolta) e a spaziare (spesso e volentieri) tra sonorità apparentemente lontane e inconciliabili, il tutto mantenendo una matrice e connotati spaventosamente originali ed inimitabili. “Cookie Dust” è solo l’ultima prova di tale eclettismo e le quattro tracce contenute nell’EP, tutte in veste originale, forniscono altrettante istantanee dei diversi “costumi” che il nostro Roman indossa di tanto in tanto nel suo studio di registrazione. Ed è così che in un solo singolo potete ritrovare la spericolata “Cookie Dust” (sul cui enciclopedico intreccio di synth e bassline andrebbe aperto un dibattito ben più approfondito), la dubby “Girls With Status”, la mite e sexy “Than You Jack” e la visionaria “O.T.H.”, vero e proprio viaggio transoceanico tra Detroit ed il Vecchio Continente che ci rimanda a quanto già proposto dal Roman in “Fatty Folders”, il suo ultimo album su Dial (andate a riprendere “Bahia Blues Bootcamp” e “Deo” e capirete a quali sonorità facciamo riferimento).
“Cookie Dust” è un lavoro eccellente, potete starne certi, e la sua bellezza cresce di ascolto in ascolto. Grazie Roman!