Sono rimasto piuttosto sorpreso quando ho scoperto che “Modern Driveway”, l’ultimo lavoro di Luke Abbott, non è uscito su Border Community ma su Notown. Sembra strano vedere l’autore di “Holkham Drones”, da sempre decisa ventata d’aria fresca in casa Holden, allontanarsi dalla “community”. Sembra ancora più strano scoprire che Gold Panda abbia finalmente deciso di pubblicare su Notown qualcosa non prodotto da lui stesso. Ma questo alimenta solo la mia curiosità: cosa ci sarà dietro questa release per riuscire a far cambiare una linea così ferrea?
Conoscendo bene lo stile del “vecchio” Luke e ammirandone il gusto, la sorpresa iniziale si trasforma subito in pura curiosità che viene soddisfatta senza esitazione. Chi è familiare ai suoni ruvidi di Abbott non resterà deluso, ma non aspettatevi la cattiveria di pezzi come “Brazil” o “Whitebox”. “Modern Driveway” apre con la title track: la struttura del pezzo è quasi pop (verse-chorus-bridge) ma l’armonia e i suoni vi faranno restare a bocca aperta. Lasciatevi prendere dagli scompensi. A riportarci a terra (si fa per dire) “Hand Drawn Maps” e Carrage” che con i loro synth arpeggiati richiamano le sonorità dell’album precedente ma senza esagerare. Come intermezzo “spaziale” tra questi due pezzi troviamo “Ovals” e per concludere, il “sognatore di Norfolk” ci regala “Meeting Hill”: una vera e propria ballata elettronica dei nostri tempi.
A coronare il tutto arriva il buon Jon Hopkins con la sua personale reinterpretazione di “Modern Driveway” in una piano version che non troverete sull’album ma potete ascoltare nella pagina Soundcloud di Luke Abbott. Non mi sento di rovinarvi l’ascolto di questa perla con parole che potrebbero solo mandarvi fuori strada, voi fidatevi e premete play. In conclusione, colpaccio per Abbott e Gold Panda: quest’album brilla. E con lui fa brillare una nuova stella che non si chiama Border Community. Che stiano cambiando le cose?