Ci ha messo un pò di tempo Borut Viola ad uscire con questo “108”. Otto anni sono un infinità in tempi di trends effimeri “usa e getta” e carriere musicali a tempo determinato come questi. E mentre in Italia altri hanno cavalcato l’onda dell’indie-dance fino a farne quasi esaurire la spinta propulsiva, Mr. Scuola Furano, tra i veri iniziatori del “genere”, s’è preso del tempo ed ha fatto i compiti. Questo depone a suo favore, ed il risultato, infatti, gli dà ragione. La fusione di disco, house e freschezza pop, che è sempre stata il marchio di fabbrica del produttore e dj goriziano, raggiunge in questo album la sua forma compiuta. Un primo assaggio lo ha dato il singolo “On Fire”, una linea di basso costruita sulle stesse fondamenta della casa di Jack e la voce di Fiourius ad invitare tutti in pista avevano fatto ben sperare. L’attesa non viene delusa perche sull’album la festa continua con “Danceteria”, “Follow Me”, “Beep Pop” e “Kendou”, tutte hit potenziali in un universo parallelo dove il calendario si è fermato in ipotetico Luglio di fine anni ’80 passato tra Rimini, Riccione e Gabicce Mare, mentre “Pollensa” e “Sunlight” brillano dei riflessi del sole delle Baleari ed aggiungono spessore emotivo all’album che si chiude nel migliore dei modi con l’elegante “Alone”, vellutato electro-boogie da ore piccole, di quelli che anche i Daft Punk non ne fanno più (maledetti!). “108” si rivela cosi, in scioltezza, come uno dei dischi più divertenti e positivi in circolazione. Un consiglio, per questa volta almeno: believe the hype!
La prima volta che ci siamo incontrati è stato in un certo studio radiofonico un pò di anni fa, tu e Marco Busolini avevate portato con voi un bel pacco di dischi da proporre agli ascoltatori, tra questi il vostro album d’esordio, ed un sacco di entusiasmo. Ci racconti che ne è stato di quella prima formazione e come, da duo, Scuola Furano è diventato a tutti gli effetti il tuo progetto?
Con Marco, mio amico carissimo, abbiamo iniziato anni fa per gioco con samples e sequencers e poi è andata come andata: molto bene. Finita l’esperienza della promozione del disco con i primi dj set ed i live set verso il 2005 lui si è concentrato più sullo studio, in particolare l’architettura, mentre io ho continuato a mettere dischi e produrre. Diciamo che la sua voglia di “dire qualcosa” era stata realizzata e lui era apposto così, continua personalmente a far parte del gruppo anche se in “quiescenza”. Se ne sentono di tutte i colori su gruppi che si lasciano e il limite tra rapporto lavorativo ed amicizia è sempre molto labile, nonostante le buone premesse che possono esserci alla base. Invece con lui è andata benissimo, siamo sempre carissimi amici e spesso e volentieri è il primo orecchio esterno che ascolta le nuove produzioni.
Negli anni seguenti, oltre a far uscire 4 EP, sei stato attivissimo dal punto di vista dell’attività di dj. Quanto è stata importante questa esperienza nella composizione e produzione del nuovo album “108”?
E’ qualcosa di veramente importante. Si cresce e si capiscono alcune dinamiche. Io venivo da un mondo più “dance” o “indie” piuttosto che “house”, solo dopo aver suonato molto ed aver compreso alcuni semplici meccanismi ho capito che direzione prendere. Mi piace avere un approccio variegato, uso questo termine per saltare la parola “ecclett!$^^@” che ormai è un cliché, però ho capito che la musica house, con le sue varie sfaccettature, è il mio faro. In “108” provo a darle una forma più pop e cantata mentre nei remix e nei dj set mi piace essere più scuro. In questi anni di militanza in consolle mi son visto gravitare in un circolo non propriamente da clubbing convenzionale, con suoni che spesso non mi piacevano ma che abbracciavo perché mi inserivano in un giro di serate e cachet belli grossi. Poi alla fine però you can’t fake the feeling, mi son tirato fuori ed ho iniziato a suonare quello che volevo, ho perso contatto con questi club teenage ma con calma si riprende tutto in mano e ora suono molto più in pace con me stesso. Una liberazione!
Chiedere l’origine del titolo di un disco può sembrare banale. Nel caso di “108” peró diventa quasi d’obbligo visto che il tutto mi sembra sia legato ad uno skit/intro, molto divertente, contenuto nel disco la cui comprensione peró sicuramente sfuggirá agli ascoltatori poco pratici di lingua tedesca e di cose di Nord Est e costa adriatica. Ce ne puoi parlare?
Lo skit iniziale è una sintesi di cose: i ricordi dell’infanzia, un tributo a dei maestri, la 303 che bolle in sottofondo, la giusta sintesi insomma… Essendo stato lontano troppo tempo avevo una mole di lavoro bella importante e un dubbio amletico che mi attanagliava: faccio un disco perché sia suonato in casa/macchina, quindi con una sensibilità pop oppure una serie di trax da pista? Ero arrivato ad un compromesso quasi perfetto: 10 tracce cantate e 8 remix ed edit delle precedenti, in modo da far felici tutti. Poi però ho iniziato a scremare ed ho visto che le dub/remix di alcuni pezzi eran più belle dei cantati e viceversa ed ho sintetizzato tutto in 11 brani. 108 però era sempre lì e, se cerchi bene nella numerologia, scoprirai che non è una cifra così banale.
Ci racconti qualcosa a proposito della produzione dell’album?
Alcune tracce tra le quali “Danceteria” o “On Fire” sono state scritte tanti anni fa, “Danceteria” addirittura un remix scartatomi nel 2005. Eran tutti pezzi ai quali ho sempre creduto e pensato che un giorno avrebbero detto la loro ed ora infatti sono contento di averli fatti uscire. Sono entrato in studio da Dj Color a fine 2010 ed uscito i primi mesi del 2012, quindi veramente una gestazione infinita ma del quale sono pienamente soddisfatto.
In Fiorius hai trovato un partner musicale importante. Ci racconti come è iniziata la vostra collaborazione? Ci racconti anche qualcosa a proposito degli altri vocalist presenti nel disco?
Un amico in comune ci ha presentati e subito gli ho girato alcune tracce, o meglio i tre brani inclusi nel disco più altre strumentali e, visto l’esito, ho capito che avremmo lavorato bene ed a lungo. Un pò di brani che volevo includere nel mio disco li ho “regalati” a lui per il suo prossimo album al quale stiamo lavorando assieme, vediamo cosa uscirà, siamo molto affiatati in studio e nei live set quindi vedo buone prospettive davanti. Le altre voci sono frutto di incontri via internet, via serate e studio. Ho sempre avuto la fissa di un vocal inglese di madrelingua francese, una sorta di Miss Kittin su The Hacker e quindi ho provato a contattare gli Jolie Cherie e subito abbiamo chiuso la song. Con Xander invece ci conoscemmo a Milano in vari party e per anni mi ha proposto la sua voce. A momento debito gli ho proposto Sunlight e il risultato è uno dei momenti più belli del disco a mio parere…con Kelly invece ci siamo ritrovati in studio a suonare chitarre e basso su Alone e lui ha voluto sigillare definitivamente la traccia con un cantato. Ottimo direi….
Che ruolo ha avuto Cristiano Spiller, boss della Nano Records, nella realizzazione del disco?
The magic touch. Semplicemente Cristiano ha sentito il disco e gli è piaciuto subito, mi ha proposto di farlo con lui e per me è stato un onore. Mi ha dato massima libertà intervenendo solo con consigli provvidenziali su scelte di uscita, setlist e promozione tramite i suoi canali. Essenziale ma non invasivo.
Chi ha realizzato la copertina del disco, una delle piu belle viste negli ultimi tempi?
La cover è realizzata da Roberto Rosolin, art director di un famosissimo “luogo di culto” house e techno internazionale del quale non farò il nome. La foto è stata realizzata da Enrico Policardo, e tutti e due sono miei carissimi amici di Gorizia scappati all’estero per lavorare. Volevamo dare l’idea di quello che il disco rappresenta, un qualcosa di vecchio recuperato ed elaborato con soluzioni odierne e abbiamo preso al volo l’occasione dei pattini con le linee fluo che abbian usato nel video di “On Fire”.
Sarai in giro quest’estate a promuovere il disco?
Ho un paio di gigs, sia dj set che live del disco. Avremo un set basic con Fiorious alla voce ed io alle macchine, quest’estate solo laptop o quasi perché sarà in autunno che faremo lo show completo… In più uscirò come dj nei vari club con i quali sto chiudendo un pò di date in questi giorni. Ovviamente cercherò di differenziare l’offerta con l’album e le sue sfaccettature pop nel live set mentre un set più housey, disco e deep in veste da dj.