“Non tutto è oro ciò che luccica”. Non mi soffermo troppo sul fatto che Cocoon sia una delle label più riconosciute a livello interplanetario, Papa Sven ha allargato la sua egemonia al di fuori delle mura di Francoforte con rapidità pazzesca, imponendosi su territori più comuni – vedi i party del lunedì all’Amnesia e su qualsiasi altro suolo in cui possono essere poste una console e un paio di casse. Chapeau per quanto riguarda il lato puramente legato al marketing, ma per usare un’espressione un pò colorita dopo tanto successo “si rischia di farla fuori dal vaso”. Inutile dire che fare parte del roster Cocoon assicura un’ottima visibilità, ma oltre al nome nella lista, c’è sempre bisogno di dimostrare qualcosa in più, di non essere lì per caso e passare una vita a mixare esclusivamente compilations. Chris Tetjen, mi ha dato sempre questa impressione, buon selezionatore, discreta tecnica, niente di più, insomma uno dei tanti, forse troppi dj, in circolazione. In studio poca roba da segnalare (chiamatelo “eufemismo di circostanza”), fino ad ora almeno…chissà che il buon Sven si sia accorto di questa sua “nullafacenza” e che abbia messo sull’attenti il francese, nato come promessa un paio di anni fa, ma mai veramente esploso. La risposta non si è fatta pregare e booom, il primo vero lavoro con dei complici d’eccezione.
“341”, così è intitolato l’EP, parte con “Active” composta con la collaborazione del sempre ispiratissimo Markus Fix. I due mettono in scena un preziosismo costante a fisarmonica, da una parte si allegerisce tra un groove profondo e aperto da diversi reverbs, mentre dall’altra si gonfia da una ripartenza colorita dal solito andazzo percussivo. Traccia discreta, senz’altro più adatta al dancefloor tra le tre. Si passa poi a “Just Happens”, dove emerge il tocco di quel Reboot stile Cadenza, ovvero il nostalgico amante del sapore vocal e di una melodia distesa dall’uso soave del flauto. Si chiude con “Tv Watching”, il classico prodotto che Villalobos in veste di produttre ci ha abituato ad ascoltare ormai da anni. Sperimentazione vera e propria della sua, e solo sua, micro-house, fatta di modularizzazione e ipnotismo.
Non possiamo far finta di niente, una release che non racconta molto e che nonostante i nomi chiamati in causa non brillerà tra le più vendute e apprezzate della serie. Da qui mi viene naturale una riflessione. Non capisco sinceramente la volontà di rilasciare releases di questo tipo, piuttosto scarne e dal contenuto fin troppo “mentale”. Andare in controtendenza può ripagare, ma fino ad un certo punto. E’ sempre una mia personale opinione, per carità. Lascio come sempre a voi l’ardua sentenza…