Ci vuole senso dell’umorismo per chiamare un EP “Better Than Less”, prima uscita della serie Limited di Melisma, label tutta sudamericana che fa capo al duo Casarano-Valenzuela (lo stesso che firma la release in questione). Per la cronaca, “Better Than Less” è una di quelle uscite vecchia maniera – quella del tipo “original + remix” oppure “club mix + dub mix”, per intenderci – e questo non può che deporre a suo favore. Messi da parte quella specie di minialbum che troppo spesso assomigliano più a delle insalate miste piuttosto che a delle raccolte musicali dalle “idee chiare”, ogni tanto ci vogliono delle uscite che vanno al dunque senza troppe iperboli. Ed è per questa ragione, almeno per una volta, che è un piacere andare direttamente al sodo della release piuttosto che sforzarsi di capire (spesso senza nemmeno riuscirci) cosa ci sia dietro il disco (spesso dietro al disco non c’è proprio niente).
Ma basta catastrofismi, in questo caso quantomai fuoriluogo, e torniamo a “Better Than Less”. Qui abbiamo una versione originale, per la verità buonina e niente più (il basso ci piace, sì sì, ma tutto il resto non brilla quanto i lavori dei tempi migliori di Dani e Felipe), e due remix di sostanza firmati rispettivamente da Valentino Kanzyani e Ryan Crosson. Mentre il produttore sloveno propone una dolce ma solida marcia tech-house, dove le placide atmosfere del pad vanno di pari passo con il groove massiccio (più deep e meno housy della versione originale), il premio di migliore remix dell’uscita va al lavoro che porta la firma di Ryan Crosson. La versione dell’americano è una gelida ed ipnotica passeggiata tra la nebbia e la foschia delle albe autunnali dell’hinterland di Detroit. Il basso c’è e si fa sentire (ci mancherebbe), ma qui il dancefloor non sembra essere l’interlocutore privilegiato di Ryan Crosson: sarà pure estate – e per questo due “bonghetti” in più non avrebbero fatto storcere la bocca a nessuno – ma questo remix ci piace così, non si offenda nessuno dei nostri scalmanati connazionali che “animano” l’isola bianca.
Uno su tre? Meglio di niente.