Sembrerebbe tutto perfetto: Late Night Tales + Metronomy invece rischia seriamente di diventare una delle nostre più grandi delusioni. Perchè? Perchè Joseph Mount voce e leader del gruppo di Totnes fa quasi tutto bene… sceglie, esalta, interpreta ma poi quando si tratta di mixare e rendere omogeneo il tutto, beh ecco, vanifica un lavoro quasi perfetto.
Il barbuto di Devon lascia il compito di rompere il ghiaccio a Big Boi e Andre 3000, che intonano Prototype e ti fanno subito scaldare il sangue nelle vene. Il tempo e i beat scorrono, Tweet, SA-RA e Dr.Octagon si stringono la mano in un girotondo R&B e Hip Hop che ti trascina verso la specialità di casa LNT (brani scelti e reinterpretati da chi firma la compilation). Questa volta si tratta di un pezzo di Jean Michelle Jarre del 1973 “Hypnose”, che grazie ai suoni più elettronici dei Metronomy ti fa venire in mente subito i Devo. Tanto stile, ma si sa, i ragazzi ne hanno da vendere.
A seguire c’è il passaggio che ancora faccio fatica a digerire, quello in cui tutta l’anima crooner e hipster del buon Mount esplode. Mi devi spiegare cosa ti viene in mente quando racchiudi tra gli Alessi Brothers (Seabird è un pezzone, dedicatelo immediatamente alle vostre donne perchè il passaggio “This world isn’t big enough to keep me away from you…” è tutto) e gli Alan Parson Project due pezzi di Mick Karn (i Japan vi dicono qualcosa?) e Autechre. Ok, hai stile, ma IDM e finto Pop insieme proprio no… è come quegli americani che mettono il grana sulla pasta con il tonno, non ci siamo. Ok che gli Autechre hanno ispirato da sempre Joseph e i Metronomy, ma secondo me questa carta poteva giocarsela meglio.
Se vi capita di avere un dejavu intorno alla quattordicesima traccia, quello che sta suonando è Cybernaut dei Tonto’s Expanding Head Band, brano a cui Pablo Bolivar si è ispirato per la sua Da Creator (Pulshar “Inside” 2010), ma siete ancora sul pianeta Metronomy tranquilli. E mentre il cd continua ad andare, io chiudo con Cat Power e la sua malinconica Werewolf e Joseph sceglie invece le parole di Paul Morley impegnato nella lettura di Lost For Words part.4.
Dopo Belle & Sebastian e Tom Findlay dei Groove Armada, i Metronomy firmano la terza compilation dell’anno per la decennale serie Late Night Tales con un mix di Rock progressivo, Hip Hop, Pop, Indie, anni ’90 e R&B. La cultura musicale di Joseph Mout è presente e si fa sentire, ma a tratti rende la compilation lenta e soporifera. Se letta velocemente la sua è una tracklist da podio, ma quando premi play ti rendi conto che è un disco che ha bisogno di molta attenzione per assimilare determinati passaggi. Non è un disco da lasciare andare durante una cena, ma sicuramente un pezzo da aggiungere (da settembre) alla propria collezione.