L’austriaco Christian Fennesz partendo da una formazione classica di conservatorio – il suo strumento per antonomasia è la chitarra – ha sviluppato nel tempo una personale attitudine alla manipolazione del suono analogico con l’ausilio dell’elettronica, tanto da rendere le proprie composizioni finali difficilmente riconducibili alla strumentazione di partenza. Nella sua opera ha saputo reinterpretare l’importante lascito della musica concettuale applicata allo spazio (dal futurismo di Russolo alle intuizioni dei compositori sperimentali Cage e Reich ma anche all’ambient di Eno) ergendosi a figura chiave della scena elettroacustica contemporanea. Ha dato impulso allo sviluppo di linguaggi sonori seminali come il “glitch” e la musica “drone” influenzando numerosissimi artisti di musica elettronica e non. Lo abbiamo intervistato in occasione dell’uscita del suo nuovo disco “AUN – The Beginning And The End Of All Things”, colonna sonora dell’omonimo film del regista Edgar Honetschläger.
Ami l’improvvisazione ma anche lo studio della musica, non può essere altrimenti considerata la tua opera discografica, sempre tesa alla ricerca di nuovi paradigmi sonori.
Improvvisazione e ricerca sonora, entrambi gli aspetti sono ugualmente importanti per me. La ricerca è particolarmente utile nel mio lavoro come solista, ma quando mi esibisco per esempio con FennO’Berg, Mike Patton oppure Mimeo è la natura dell’improvvisazione che prende il sopravvento.
Il termine sperimentazione con te diviene vera e propria attitudine artistica, riesci a leggere la contemporaneità in modo più chiaro di tanti altri artisti e più volte sei stato iniziatore di nuove correnti musicali,
Cerco di concentrarmi sulla mia personale visione di musica. Mi considero come un punto su una lunga e continua curva di apprendimento.
Con il “glitch” sfruttasti i famigerati errori che producono le macchine elettroniche, utilizzando le interferenze come fonti sonore. Sappiamo che hai un quadernino sul quale annoti i principali errori una volta scoperti, l’hai chiamato “libro dei disastri”. Oggi la tua musica è differente, si è evoluta, hai abbandonato il libricino oppure di tanto in tanto…
E’ un costante work in progress. L’estetica del glitch per me oggi non è più carica di tutta quell’importanza che aveva un tempo. Ne ho esplorato bene i confini. Adesso sto cercando nuove possibilità di espressione ma questo non vuol dire l’aver totalmente abbandonato gli stili già indagati.
Che ne pensi dell’attuale panorama musicale elettronico che tende ad assomigliarsi un po’ tutto? Molte cose vengono proposte come fossero avanguardia quando magari di rivoluzionario o semplicemente di innovativo c’è ben poco.
Davvero non posso rispondere. Ad essere onesti non sto ascoltando molta musica elettronica ultimamente. Sto seguendo l’attività musicale dei miei amici e fondamentalmente nient’altro.
Il tuo ultimo disco “AUN – The Beginning And The End Of All Things” è una colonna sonora dell’omonimo film del regista Edgar Honetschläger, seppur il disco ha una sua identità, quasi non si sente il bisogno di una controparte visiva. Com’è nato questo progetto?
All’inizio ero titubante sull’imbarcarmi o meno in questa avventura. Ma Edgar e Mike Harding (dell’etichetta “Touch” NDR) sono riusciti a convincermi a farlo. Adesso sono contento della sua riuscita.
Tre brani del lavoro (“Aware”, “Haru” e “Trace”) sono stati composti insieme a Ryuichi Sakamoto.
Il regista ha amato quei pezzi appena ascoltati e funzionavano molto bene come accompagnamento alle immagini. Li avevo scritti assieme a Ryuchi che ha dato l’ok.
Nella tua carriera musicale il rapporto rumore/armonia gioca un ruolo fondamentale. Anche in AUN è così, anche se questa volta è l’ambient a farla da padrone.
Ho cercato di comporre e produrre una musica asservita al film. Non si è trattato quindi di esprimere me stesso ma di dare maggiore profondità a una storia predefinita. Ho capito che i suoni ambient e minimali si accompagnavano molto meglio con le immagini.
La tua discografia, tra lavori solisti e collaborazioni, conta più di quaranta lavori, alcuni dei quali fondamentali per l’evoluzione della musica contemporanea. Eppure il discorso della critica non sempre coincide con la visione personale di un’artista. Per te quali sono stati gli album più compiuti rispetto alle intenzioni che ti eri preposto?
Sono ugualmente soddisfatto di tutti i miei album da solista, ci è voluto sempre molto tempo per completarli e sono felice del risultato. Naturalmente ora qualcosina qua e là la cambierei ma sostanzialmente ognuno di essi ha rappresentato fedelmente l’idea che avevo in mente durante la fase di realizzazione.
Consigliaci una manciata di album che ti piacciono.
Domanda difficile… ecco qualche classico: Talk Talk – Laughing Stock; Neil Young – On The Beach; Brian Eno – Another Green World; Miles Davis – In a Silent Way.
Sarai impegnato live con il progetto “AUN – The Beginning And The End Of All Things”?
C’è stata un’esibizione durante la prima del film a Vienna. Attualmente null’altro è in programma, ma chissà.
Speriamo di poterti apprezzare presto live nel nostro Paese; da poco ti sei esibito ad Ancona ma purtroppo non siamo riusciti ad esserci.
Amo l’Italia. Ci ho trascorso molto tempo. Escludendo i luoghi dove ho una casa, i paesi dove ho trascorso più tempo sono l’Italia ed il Giappone. Il pubblico è sempre piacevolmente entusiasta per non parlare poi del cibo!
English Version:
The Austrian Christian Fennesz from a classical conservatory training – his instrument par excellence is the guitar – has developed over time a personal attitude to handle analog sounds with the help of electronics, good enough to make his final compositions hardly attributable to the instrumentation of departure. In his work has been able to reinterpret the important legacy of conceptual music applied to the space (from Russolo’s Futurism to the insights of experimental composers like Cage and Reich as well as the ambient of Eno) standing up like a key figure of the contemporary electroacoustic scene. He gave impetus to the development of seminal sound languages like “glitch” and “drone” music, influencing countless artists not only of the electronic scenario. We interviewed him at the release of his new album “AUN – The Beginning And The End Of All Things”, soundtrack for the homonymous film directed by Edgar Honetschläger.
You love improvisation (among other things is part of your musical experience together with Peter Rehberg and Jim O’Rourke) but also the study of music, cannot be otherwise considered your attitude to constant research new sound languages. Tell us something about your investigation in music.
Improvisation and research, both aspects are equally important to me. Research is especially important in my solo work, but when i play with FennO’Berg, Mike Patton or Mimeo, I enjoy the improvisational nature of these collaborations.
Finding out new possibilities in music in your case becomes a true artistic ability, you read the contemporary times more clearly than many other artists, pushing forward entire musical movements if we think about the glitch or drone side of music, and also the attitude to mix electronic and analogic. Are you aware about your influence to other musicians?
Not really… I try to concentrate on following my own vision and I consider myself still being on a learning curve.
With glitch you are able to use electronic machine’s errors like sources of new music. We know you have a “book of disasters” or something similar, where you write down all the discovered errors. Now your music is quite different, it has evolved, you abandoned the booklet or from time to time you add something new?
It’s a constant work in progress. The glitch aesthetics are now not as important to me as they used to be. I think I have done that. Now I am looking for new possibilities which doesn´t mean I have abandoned styles that I was using before.
What do you think about the current electronic music scene that resemble a little ‘round? Many things are suggested as it were avant-garde but perhaps there’s nothing vanguard or really innovative…
I really don´t know. To be honest I´m not listening to much electronic music these days. I listen to the work of my mates, but that’s basically it.
Your last album “AUN – The Beginning And The End Of All Things” is a soundtrack (the film director is Edgar Honetschläger) but the disc has its own identity, there’s almost no need to have a visual complement. How did this project take place?
I wasn´t sure about it in the beginning. But Edgar and Mike Harding (from “Touch”) were successfully convincing me to do it. I am happy with it now.
Three pieces of work (“Aware”, “Haru” and “Trace”) were made together with your friend Ryuichi Sakamoto, with whom you use to collaborate with. Why even this time you thought to him?
Edgar loved the pieces and they work really well in the film. So we asked Ryuchi for his “ok” and used them.
In your work the relationship between noise and harmony plays a key role. Also in AUN, and it seems that the ambient aspect of your music is taking a substantial part. Isn’t it?
I was trying to compose and produce music that is in the service of the film. It was not about “expressing myself”, it was about giving the pictures a certain deepness to assist the story. It turned out that the more minimal and ambient I got, the better it worked with the pictures.
Your discography, including featurings, counts more than forty records, some of which are considered fundamental for the evolution of contemporary music. Yet the discussions of the reviewers does not always match with the personal vision of an artist. About you, which are the most accomplished albums referring to the intentions that you had in mind?
I am equally happy with all my solo albums. It took a long time to complete every single album and I am satisfied with them. Of course now I would do things in a different way here and there but overall I think every album represents the ideas that I had at the time I worked on them.
And referring to works of artists that you like, can you recommend us a handful of albums?
Difficult… I go for the classics: Talk Talk / Laughing Stock; Neil Young / On The Beach; Brian Eno / Another Green World; Miles Davis / In a Silent Way.
Will you perform “AUN – The Beginning And The End Of All Things” live?
We did that in Vienna after the premiere of the movie. There are no plans at this point but who knows?
We hope to enjoy you soon live in our country (you recently performed in Ancona, but unfortunately we were not able to be there…)
I love Italy. I have spent so much time there. Apart from my homes, the countries i spent most of my time in, are Italy and Japan. The audience is always extremely nice in Italy, and of course…the food…!