Solo pochi giorni fa Damir Ivic raccontava, con sincero apprezzamento, di Tomorrowland; di scenari da sogno e di scenografie letteralmente da favola – riuscendo a far apprezzare quel contesto anche a noi lettori…
A circa settecento chilometri più a ovest, nel distretto di Olganitz, Germania, dove il rigore e la sobrietà paiono investire pure i festival musicali, non è facile imbattersi in paesaggi fiabeschi come quelli descritti da Damir, quindi, toglietevi di testa le ruote panoramiche, e il resto, e andate ad informarvi sul Nachtdigital Festival. Premetto che non sono mai stato al Nacthdigital e ciò fa sì che quelle poche parole – poche perché non è del festival in sé che si parlerà qui – che sto per spendere su quest’evento sono opinioni superficiali in un certo senso, frutto delle mie impressioni e valutazioni e non conseguenza di fatti oggettivamente vissuti. Detto ciò, dal materiale che sono riuscito a raccogliere, mi è parso di capire che l’atmosfera che regna durante il festival sia davvero intima e genuina – sono soltanto tremila i ticket messi a disposizione del pubblico. In più, tutto l’evento si svolge in una cornice autentica, in mezzo alla natura: una distesa di verde tagliata da un lago artificiale percorribile con barche e gommoni. Infine la lineup, breve ma di qualità, è studiata in maniera accurata. Cercatevi qualche informazione in più perché ne vale la pena, avete tempo un anno prima della prossima edizione, ma attenzione alla velocità con cui i ticket vanno sold out.
Nello specifico, il focus del discorso non era l’evento in sé quanto più l’idea degli organizzatori di lanciare, in concomitanza con la quindicesima edizione del festival, un’etichetta: Nachtdigital, affidando a Robag Wruhme la prima release. L’uscita è composta da una selezione musicale di tracce remixate da Wruhme e da due tracce inedite – da lui stesso prodotte: eccovi dunque servito “The Olgamikks”.
“The White Flash”, “Heimat”, “No Turning Back” e “The Greasy” rivivono un secondo splendore, rispolverate e tirate a lucido da Robag, affiancate dagli sfavillanti e altezzosi nomi dei loro autori: Modeselektor (feat.Thom Yorke), Kollektiv Turmstrasse, Gui Boratto, Claude VonStroke (feat. Bootsy Collins), Extrawelt e Luna City Express – per citarvi i più in vista. Nel mezzo, fra i brani di tutti questi big, ci sono due chicche inedite di Wruhme. “Pokatoll”, a mio parere un tributo a Max Steiner e Max Discant – compositori del tema originale dal quale Wruhme ha preso quasi per intero la riconoscibile melodia d’archi-, riesce bene a evocare alla mente quel “Summer Place” col suo senso di calda immobilità estiva, vinta soltanto dai momentanei e mitiganti sbuffi di vento. E poi c’è “Kuttenrolch”, già apparsa probabilmente in una versione meno recente nella compilation “Family Values” di Vakant, espressione della solida nonché orecchiabile e melodica techno che gira in quel di Olganitz.
E’ da un po’ di tempo che i nomi di locali e di eventi vengono affiancati da quelli delle omonime etichette, strumentalmente utilizzate dalle menti che girano attorno a questi, localie e festival, per richiamare l’attenzione con quanti più modi è possibile. Anche in questo caso non credo ci siano differenze: familiarizzare l’ascoltatore a quello che “sentirà se dovesse trovarsi fra quelle tremila persone”. Sono queste le sensazioni a cui vogliono rimandarci gli organizzatori dell’evento, e direttamente Wruhme. E tralasciando la leicità del mezzo – l’etichetta neonata – quello che mi distrae da questa disputa è che al fine strumentale si affianca il piacere personale: quello che ne deriva dell’ascolto di “The Olgamikks”.