Nel lontano 1991, a Berlino, nasceva dalla mente di Dimitri Hegemann la Tresor Record. Anni dopo, esattamente nel 2000, Terrence Dixon debutta con un album dal titolo “From The Far Future”: un omaggio personale alla techno, nella sua forma “primordiale” e ai suoi protagonisti (sto pensando Derrick May, Kraftwerk e co). A distanza di dodici anni Dixon chiude il cerchio e pubblica, ancora su Tresor, “From The Far Future Part. 2”.
“Il primo album è stato molto speciale. Sono passati più di dodici anni e mi sembra ieri, davvero. In “From The Far Future Part. 2″ potete ascoltare un ritratto della mia quotidianità. Quest’ album è stato voluto più intenso possibile. E’ un manifesto.” Così ci parla Terrence della sua nuova fatica.
L’album contiene ben quattordici tracce nella versione CD – il doppio LP, per gli amanti del vinile, ne contiene solamente otto – che regalano una panoramica di emozioni a dir poco impressionante. Dischi dai toni chiari come “Self Centered” e “Fountain Of Life” e pezzi più ricercati come “Dark City Of Hope” (uno di quei veri “treni Detroit” che non ti mollano mai) e “Horizon”, per chi vuole farsi trascinare da un groove semplice ma coinvolgente, sono l’ennesima conferma del talento ultradecennale di Terence Dixon. Andiando avanti nell’ascolto, appunto, vi potrete rendere conto di quanto il lavoro di Dixon sia stato ispirato dal suo passato e dalle sue radici: “Path To Mystery”, “The Auto Factory” e “Lead My Example” hanno lo stesso DNA del loro autore e non c’è bisogno di troppi ascolti per rendersi conto di quanto sia cristallina la classe di questo producer.
Per i più appassionati, come dicevo, la versione in vinile. Questo doppio LP ci regala otto tracce curate espressamente per il dancefloor permettendo all’artista di esprimere al meglio la sua capacità di comporre beat che ti prendono per il collo ma che allo stesso tempo ti fanno ballare a due palmi da terra. La varietà di tematiche musicali esplorate da Dixon rendono “From The Far Future Part.2” un album completo da tutti i punti di vista; un vero e proprio “manifesto”, citando Terrence.