L’incontro tra passato e presente è senza dubbio la linfa vitale del sound di Dimitri. Il dj ci racconta come si sono evoluti la sua carriera e i suoi gusti musicali; la passione per la musica soul e black, la scoperta della house music, un pò di fortuna e tanta, tanta determinazione lo hanno portato ad essere una delle maggiori personalità del panorama discografico house e non solo.
Perché hai deciso di aggiungere “from Paris” al tuo nome?
Beh, ho iniziato a fare il dj nella metà degli anni ’80 con il mio nome Dimitri, nella metà degli anni novanta c’era anche dj Dimitri della band Delay e un altro dj da Amsterdam che era molto famoso, come Dimitri di un club chiamato Roxy, tutti questi Dimitri mi confondevano (ride)… così ho deciso di aggiungere from Paris al mio nome, perché la gente già mi conosceva come Dimitri e perchè Parigi è la mia città da quando avevo 3 anni.
Come è iniziata la tua passione per la musica “disco”?
E iniziata tardi perché quando la musica disco era alle sue origini in Francia, durante gli anni ’70, io ero un adolescente ed ascoltavo la disco alla radio, la maggior parte della musica disco che si ascoltava era la disco di gruppi come gli Abba che a me non piacevano molto ed in realtà ancora non mi piacciono… (sorride), sono più vicino alla musica soul, al primo hip hop e agli accenni del rap. Per me la disco era solo musica commerciale che si ascoltava alla radio. Il vero amore per la disco music è iniziato quando ho comprato il mio primo disco house nell’85 o nel ’86, ero curioso di sapere quali erano le influenze di quella musica, e parlando con persone diverse, leggendo nelle riviste tutti dicevano che l’influenza principale della musica house era la disco e per me è stato molto strano perché non suonava affatto come la disco che conoscevo io. Così ho iniziato ricercare, mi chiedevo quali fossero le influenze originali della musica house e ho scoperto l’altro lato della disco, la black music, per lo più le cose da Philadelphia o da New York, la disco di Chicago e mi è piaciuto tantissimo, anche perché era completamente diversa dalla disco conoscevo. E’ come oggi se si racconta alle persone qualcosa sulla musica house facendo riferimento a David Guetta, essendo la cosa più evidente ma c’è qualcosa che si chiama house che è completamente diversa… (sorride).
Il tuo primo album: Sacrebleu. Puoi dirci qualcosa riguardo la sua realizzazione?
A quel tempo ero dj in cari club di musica house, ho fatto alcune tracce come produttore ma non ero molto felice di quel tipo di produzione, non era proprio la mia cosa, mi dedicavo molto di più al remix. In ogni caso fui contattato da un mio amico che lavorava in un negozio di dischi,che non era un produttore, ma un dj ed aveva una vastissima collezione di dischi e una conoscenza musicale non da meno. Questa persona mi disse che aveva questo lavoro per alcune sfilate di moda, gli fu chiesto da Lagerfeld di curare la colonna sonora per Chanel dato che non sapeva come mixare o come fare musica mi invitò ad unirmi a lui in questo progetto e per 3 o 4 anni abbiamo fatto un casino di musica per Chanel e altre case di moda.
E’ stato quindi un periodo molto produttivo per te…
Sì, questa musica si poteva sentire solo nelle sfilate di moda e nei negozi delle case di moda e dopo 3 o 4 anni avevamo un sacco di musica che era stata suonata solo una volta. Capitò che la suonai ad alcuni amici e uno di quegli amici era Bob Sinclair, della Yellow Production; mi disse “questa musica è molto buona, forse si dovrebbe far girare…”, e abbiamo deciso di far uscire il tutto in un album. Naturalmente, non erano esattamente le stesse canzoni, ho remixato molti di quei pezzi ma “Sacrebleu” deve soprattutto la sua nascita alle sfilate di moda. La seconda cosa che caratterizza quest’album è che non volevo fare un album house, sia perché ero davvero stanco dell’house in quel momento sia perché ciò che veniva fuori o era davvero commerciale o troppo underground e non riuscivo a trovare una via di mezzo che mi piacesse veramente e dato che non riuscivo a trovare il mio posto decisi di fare un album che non rispecchiasse la musica house che stavo suonando fino a quel momento.
Parliamo della tua ultima uscita: Back to the House della Defected Records. Ci può dire qualcosa al riguardo?
Beh, se si guarda la mia storia discografica ho iniziato con Sacrebleu, poi ho fatto un una compilation house, che era più simile a quello che suonavo come dj e così via vi è sempre stato in me una parte disco, una house, una forse un pò più lounge/soundtrack… Ogni volta che faccio un album il prossimo sta per essere qualcosa di diverso. E’ passato un lungo periodo di tempo dalla mia ultima compilation house, qui ho potuto mettere tutte le canzoni che mi piacciono ora in contrasto con le compilation disco, dove ho provato a scavare per lo più su quello che era il passato, c’è moltissima house in giro oggi. House music significa tante cose differenti per tante persone, ho voluto mostrare ciò che significa per me oggi house. Al contrario di ciò che è più retrò, voglio rappresentare il suono che mi piace oggi e, naturalmente, perché sono io, ci sono anche delle parti un pò retro, ma le cose retrò sono inserite per mostrare il modo in cui hanno ispirato l’attuale.
Che cosa trovi di diverso oggi rispetto a quando hai iniziato?
Per me non importa quali sono gli strumenti che si utilizzano per riprodurre la musica, ma la musica che si sceglie e come si trasmette alle persone. La tecnologia ha cambiato tutto in questo senso, in meglio ed anche in peggio. Il lato buono di avere tutto sul computer significa che hai la possibilità di scegliere tra tutta la musica che vuoi, a differenza di quando si dovevano portare con se i vinili, te ne potevi portare forse 80 o 100 vinili. Un dj oggi si può portare tutta la musica ovunque ed ha bisogno solo del computer per farlo, non ci sono limiti. Mi ricordo quando ero un giovane dj con vinili, il mio sogno era quello di portare tutta la mia discoteca con me! Questo oggi è possibile. La cosa brutta è che dato che è diventato così facile reperire la musica, ora tutti possono avere la stessa musica, penso che la musica ha perso un sacco di valore oggi… Ai tempi del vinile, la musica si doveva comprare, la dovevi pagare, ed era necessario risparmiare denaro, quando poi ti compravi un vinile era un momento molto importante per te, aveva un valore. Oggi, capita che ti connetti ad iTunes e con un click hai quello che vuoi per pochi euro, oppure gratis tramite qualche sito pirata, si sa. Il valore non è certo lo stesso, è davvero facile e veloce, non ci pensi nemmeno che hai lavorato duramente per la musica. Quindi sai, ci sono cose negative cose positive.
C’è un dj-set che ti ricordi più degli altri?
Mh… sì, beh per me il miglior party in assoluto è stato quello della Winter Music Conference di Miami, nel ’98 o ’99, “The Magic Session”. Era la la seconda volta che suonavo lì e per me è stato molto speciale.. ho suonato con gli altri djs di cui ero fan, con tutti i miei amici di Parigi e con un sacco di djs da tutto il mondo, non solo dagli Stati Uniti ma djs dalla Germania, dall’Inghilterra. C’era una sala in cui suonavano Louie Vega, Todd Terry e Tony Humphreis, quella principale, e io suonavo nella sala piccola, mi ricordo che ero molto felice, loro erano i miei idoli; ho davvero apprezzato la loro musica e la loro produzione. Insomma, ero molto orgoglioso di suonare lì e per tutta la serata c’è stata un’atmosfera straordinaria.. il fatto che ci fossero così tante persone che venivano ad ascoltare me dalla sala principale non faceva altro che darmi la carica. Tutto questo è successo circa 15 anni fa, ma ci sono ancora persone oggi che mi parlano di quel party e di come è stato incredibile per loro. Di sicuro il miglior party a cui abbia mai preso parte fin’ora (sorride).
English Version:
The match point between past and present is certainly the lifeblood of Dimitri’s sound. The dj tells us about how his career and his musical tastes evolved. The love for soul and black music, the discovery of house music, a little ‘luck and a lot of determination led him to be one of the most remarkable personality of House music and beyond.
Why did you decide to add “from Paris” to your name?
Well, i was djing as Dimitri from the mid ’80es, and in the mid ’90s there were also the band Delay that have a dj called Dimitri, and another dj Dimitri from Amsterdam who was quite famous as Dimity of a club called Roxy, this started to confuse me.. so i decided to put Paris to my name, because people just know me as Dimitri and Paris is my city since i was 3 years.
How did the love between you and the disco music start?
It started in the late, because when was the original time for disco music in the late 70es in France most of the music i could hear cause i’m teenager by then was on the radio was to it to the radio, a european disco music that wasn’t good for me, like Abba and i really didn’t like and actually i still don’t like it very much, so i was more on soul music, on early rapon early hip hop.For me disco was only commercail music on the radio. The really love for disco started when i was buying my first house music record in ’85 and i was curious about what were the influences of those house records, and talking to different people, reading in the magazines.. everybody was telling that the main influence of house music was disco and for me was very strange because it didn’t sound like the disco a knew. So i started digging for, you know, what were the original influences of house music and i discovered the other side of disco, which was originally black music side, mostly things from Philadelphia or from New York, disco from Chicago and then i started know and i really loved it, because they were completely different from the dicsco i knew. It’s like today you tell people about house music and they think of David Guetta, because it’s the biggest thing, but there’s something called house that is completely different.
Your first album was Sacrebleu story. Can you tell us something about the making of it?
At that time i was djingin clubs playing house music, in the mid 90ties, i did few tracks as a producer but i wasn’t really happy making this, i wasn’t really in the production i was more into remixes things. Anyway i got contacted by a friend of mine who was working in a record store, who wasn’t a producer but a dj and had a very big music collection and a big music knowledge. This person wanted to do a music for fashion shows because he was asked to Lagerfeld to do the music soundtrack for Chanel, because he didn’t know how to mix, how to make music, he approched me to be kind of his hands and togheter for like 3 or 4 years we made a loto of music for Chanel and other fashion houses.
Was that a very productive period for you?
Yes, this music you could only hear in the fashion shows and in the stores of the fashion houses and after 3 or 4 years there’s a lot of music which was only palyed one time, and i played it to some friends and one of those friends was Bob Sinclair who had the label Yellow Production and he said ”this is very good music, maybe you should put it out”, and we decided to put it out togheter as an album, so of course, it was not exactly the same songs, i remixed a lot of these and i reproduced it a lot of those songs. But initially they were made for the Fashion shows and this is really the original sacrebleus album. And the second thing was that i didn’t want to make an house album. Because i was really tired of house music at that time, because it was either really commercial already or really underground and i couldn’t find a place in the middle and always like to take from the underground an also from the commercial, it was like to mix both sides and because i couldn’t find my place i decided to make an album that is not gonna be the house music that i was playing.
Let’s speak about your last realease: it was this year in september, with “Back in the house”. Can you tell us something about it?
Well, if you may look to my history of realeses i started to “Sacrebleu”, then i made an house copilation which was more similar to what i played as a dj, and so on there was like a disco side, an house side, a more soundtracking lounge side… Everytime i make an album the next one is going to be something different. For me it was a long time i didn’t do a really house compilation, where i could put togheter all the songs that i like from recently, as opposed to the disco compilations, where i tryed to dig for more all things that people are forgot, so I thought that are so much house productions today. House music means so many things to so many people that i wanted to show what is that i call house myself and what is that I call house today. As opposed to what is more retro, i want to make a showcase on the modern sound i like today and of course because it’s me, there’s so only few things in there, but the retro things are here to show how they inspired the modern things.
How is your dj experience? What is it changed most from the beginning?
For me it’s no matter which are the tools to play music but what is the music you choose and how you play to the people. Technology has changed, sometimes for the betters, sometimes for the worst. The good side of having everything on your computer means that you have much music you can choose from, as opposed to when you had to carry vinyls with you and you could carry only maybe 80 or 100 vinyls with you. To dj today you can carry all the music oyu need on your computer, there is no limit. I remember when i was a young dj with vinyls, my dream was to carry all my discotech with me, so today it is possible. The bad thing is that just because it’s so easy to have music now everyone can have the same music, so music has lost a lot of value. When there were the time of vinyl, you had to buy it , you needed to do money, you have to save money and then, when you bought the vinyl, it was something very important for you, it had value. Today when you want to get music you can do it from itunes for like 1€, or you get it for free some pirates site, you know… the value it’s not the same, it’s really easy and quick you don’t even think that you’ve worked hard to pay for the music. So you know, there are bad things and good things.(smile)
Is there a party that you remember most from others?
Mh… yes, well, for me the best party i have ever been was 1998 or ’99 at the Winter Music Conference in Miami, “The Magic Session”. It was the second time i was playing there and it was for me very special to play with the other djs i was fan to, with all my friends from paris and with a lot of dj from all around the world, not only from States but djs from Germany, djs from England.. there was a party where Louie Vega, Todd Terry and Tony Humphreis were playing in the main floor and i was playing in the small floor, the smaller room and already i was very proud to play with this people because at that time they were the biggest djs and they were my idols, i really loved their music and their production so i found very proud to play there and i had there wa so much armony and you know there were so many people that cames in the small room from the main room, it was like 15 years ago but there are still people that still talk me about that party and how was amazing for them and for me it was my best part in my entire life so far (smile).
Defected Presents Dimitri from Paris – Back in the House on iTunes.