Cocoon Recordings forse oggi più che mai, dopo gli anni di techno minimal che ben ricordiamo, è nuovamente in linea in tutto e per tutto con quello che sta accadendo sul “pianeta club”, sia come suono (in realtà non se ne è mai distaccata completamente) sia come mercato (oggi ciò’ che propone è realmente ciò che si vende di più).
Entrando nella sezione “Contact” del sito cocoon.net si nota (non è l’unica label) “we are currently not looking for unsolicited demo”, ovvero l’italiana e tanto amata “spinta”. Si denota ,in primis e senza ombra di dubbio, l’impossibilità di ascoltare tutto da parte della label, data la quantità impressionante di file che oggi intasano anche le etichette di gran lunga più piccole. Ma tutto ciò getta un limite fisico indiscutibile per coloro i quali non è importante vomitare dischi ovunque, acquisendo un nome da poter sollecitare, bensì di gran lunga più centrale è la qualità di ciò che producono anche a distanza di mesi e mesi dall’ultimo out.
Spinta o non spinta, sollecitazione o no, amicizia o inemicizia per la pelle, Dana Ruh, André Galluzzi, Agent!, Vito e Danito celebrano il loro gusto per accordi scuri e la cultura underground di Berlino. Ipnoticamente, i kick e l’atmosfera, creano in “Voyage”, di Ruh e Galluzzi, un viaggio introspettivo nel “sé” di ognuno di noi. Infinito ed energico il disco rivela un’anima profonda di ottima fattura. “Dopeman”, prodotto dal trio sul lato B, è sicuramente di stampo house. Cut-off, campioni filtrati e rotondità dei kicks completano e fanno girare il tutto in una serissima traccia.
Alzate le mani gente! Qui si parla di effetti nocivi sui vostri padiglioni acustici.