Mikael Nordgren in arte Tiger Stripes, un artista giramondo, un artista che vede release in label del calibro della canadese My Favorite Robot e che vanta collaborazioni con Kerri Chandler e Jerome Sydenham. Ora a parlarci è lui e ci confessa in segretezza il tentativo di colludere indie pop e house music.
Ciao Mikael, fin dall’età di 10 anni hai iniziato a suonare diversi strumenti, cosa pensi dell’evoluzione che sempre più la musica sta avendo, da un lato con il costante progresso del digitale, dall’altro con la “nostalgia” del suono analogico?
Penso che la musica provenga da qualunque cosa possa darti una melodia, un accordo o un beat. Sono felice di poter suonare una chitarra, un piano ma non è fondamentale per iniziare a fare musica. Qualche volta compro dei synth economici esclusivamente per l’ispirazione che ricevo da essi.
Vieni da una nazione in cui il clubbing come fenomeno underground è forse ancor poco sviluppato, pensi sia migliorata la situazione? Cosa vedi nel futuro clubbing della tua Svezia?
La scena underground in Svezia non è troppo grande. Spero però che qualcuno dei nuovi artisti che oggi ascoltano Avicii trovino in futuro la loro strada in qualcosa di più profondo della loro vita. Quindi sono fiducioso che la scena underground riuscirà in futuro ad essere più grande.
Sei stato “assorbito” dal boom della musica house, che verso la fine degli anni ’80 ha invaso la tua Svezia, vuoi dirci cinque dischi che han segnato il tuo percorso?
Il primo passo fu ascoltare i Kraftwerk in radio quando avevo 10 anni. In secondo luogo ho scoperto l’house e la techno attraverso Inner City, S-Express, Joe Smooth quando avevo 15 anni, vedendo “Fools Good” dei Stone Roses, questo video cambiò la mia vita, sembrava fantastico. A quel tempo non potevo permettermi un attrezzatura per fare musica elettronica, avevo semplicemente la mia chitarra. Quando avevo 16 anni, ispirato dai Stone Roses iniziai con la mia prima band. Intorno ai 20 anni approciai alla black music da Northern Soul a Rare Groove, alla Disco e Garage e alla fine sono tornato nuovamente alla deep house.
Alla luce del tuo trascorso e della tua carriera, cosa pensi della house music dei giorni nostri, non credi stia diventando sempre più una sorta di tendenza, che, come tutte le tendenze, è destinata a scoppiare e finire in una bolla di sapone?
No, l’house music gira e gira, tutto va bene!
Facci i nomi di due artisti attuali che secondo te stan portando qualcosa di nuovo nella house music?
Ci sono pochi artisti che provano a connettere le doti della house music e dell’Indie pop. Io penso questo sia uno “scontro” interessante .
Bene è arrivato il momento di parlare della tua musica, vanti collaborazioni con uno di quelli che è definito tra i padri della deep house, Kerri Chandler, com’è stato collaborare con lui?
Kerry era come un grande eroe per me ed ero veramente agitato. Mi chiese di suonare qualcosa alla chitarra e quando vide che ero agitato mi disse di rilassarmi ed esprimere semplicemente qualcosa di mio. Quindi suonai la chitarra per qualcosa che sarebbe diventato la nostra “Rain Song”, successivamente Kerry creò una bassline e da lì abbiamo preso quanto di necessario. Abbiamo fatto due tracce ed io ho suonato la chitarra per una sua traccia. Tutto questo è stato molto eccitante e mai lo dimenticherò. Kerry è super cool ed è veramente un grande artista.
Guardando le tue ultime uscite troviamo “Out Of Phase” collaborazione con Pete Fij, parlaci un pò di questa uscita e di quelli che sono i tuoi progetti futuri.
Ero solito ascoltare la band di Pete, Adorable, quando ero ragazzo. Io amo la sua voce, inviai a lui una mia traccia e gli chiesi se volevamo iniziare una collaborazione. Quando mi inviò i risultati indietro mi sentivo veramente emozionato. La voce era stupenda e “Out Of Phase” è una delle tracce di cui io sono più fiero.
Ti sei esibito in tutto il mondo, sia in grandi festival che in club, quale pensi sia la migliore atmosfera per trasmettere le tue emozioni e la tua musica?
Mi piace suonare davanti ad un grande pubblico ma se potessi scegliere sarei in piccoli club, intorno alle 500 persone. Quando sei veramente connesso con il pubblico come in queste situazioni, puoi iniziare a conoscerlo e farlo innamorare lentamente fino alla fine della serata.
Facci il nome del tuo club preferito!
Ci sono diversi bei club in tutto il mondo, il Panorama Bar però è semplicemente il migliore.
English Version:
Mikael Nordgren as know as Tiger Stripes, a globetrotter artist, an artist with release on label like canadian My favorite robot, an artist with Kerri Chandler and Jerome Sydenham collaboration. Now he speak and he confess secrecy the attempt to collude indie pop with house music.
Hi Mikael, at the age of ten you began to play different instruments, what do you think of the evolution that music is going through with the constant progress of digital forms and the “nostalgia” for analogical forms?
Yes i think music comes from whatever that get us inspiration making a melody, chord changes and beats. Im happy i can play the guitar and piano but it is not a must for start making musik. I sometimes buy a cheap synth just for the inspiration it will get me.
Do you come from a country in which “clubbing” as an underground phenomenon is maybe not that popular and do you think that it has got better and how do you see the future of “clubbing” in Sweden?
The underground club scene in Sweden is not big. But i hope some of the youngsters that are listening to Avicii now will find their way into deeper stuff later in their lifes. So hopefully in the future the underground scene will be bigger.
Were you “absorbed” by the house music boom, that at the end of the eighties invaded Sweden. can you give us five sounds that influenced your life?
1. Hearing Kraftwerk on the radio when i was 10 years old. 2. Discovering House and techno through Inner City, S-Express, Joe Smooth when i was 15 years old. 3. Seeing the Stone Roses “Fools Gold” video changed my life. They looked and sounded great. At that time i could not afford att the gear needed for making house music, i just had my guitar. So at 16, inspired by Stone Roses i started my first band. 4.Getting into black music properly at 20. From Northern Soul to Rare Groove to Disco & Garage 5. then finally back to deep house music again.
In the light of your development and your career, what do you think of today’s house music, do you think that it’s becoming a kind of tendency, that, like all tendencies, it’s destined to explode and finish in a ball of soap?
No, it just goes round and round. All good.
Can you give me the name of two artists that according to you are developing something new within house music?
There are a few of us trying to connect the dots from indie pop to house music. I think that is a really interesting clash.
Fine, now it’s time to talk about your music, you were lucky to collaborate with someone who is characterised as one of the fathers of deep house music, Kerri Chandler, what was it like to collaborate with him?
He is such a big hero for me so i was really nervous. Kerri asked me to play something on the guitar and when he noticed me shaking he told me to relax and just do my thing. So i played the chords of what became our track “Rain Song” and and then he played a dope bassline to that and we took things from there. We made 2 tracks and i played some guitar on one of his own tracks. It was super fun and i will never forget it. Kerri is super cool and a really nice guy.
Looking at your last material we find “Out of Place” a collaboration with Pete Fiji, can you tell us a little about this collaboration and what the future holds for you?
I used to love Pete’s band Adorable when i was a indie kid. I love his voice, so i sent him a track and asked if he was up for a collaboration. When he sent the result back to me, i just fell of my chair. I love that vocal and it is one of the tracks im most proud of. (it’s called “Out of phase).
You are known all over the world, both in big festivals and clubs, what in your opinion is the best atmosphere to transmit you feelings and your music?
I love playing big crowds but if i had to choose it would be smaller clubs, around 500 people. When you really connect with a crowd like that, it is like first getting to know eachother and then slowly falling in love at the end of the night.
What’s the name of your favourite club?
There are many great clubs in the world but Panorama Bar is simply the best.