Petre Inspirescu è uno di quelli che ha scelto di percorrere il suo binario dritto, non curante del giudizio di molti altri addetti ai lavori e forgiando negli anni un’impronta autentica fatta di ritmicità liscie e fluide coniugate perfettamente con le tradizioni popolari della sua terra nativa. Una vera e propria scelta di stile, quella intrapresa dal rumeno che ha inevitabilmente condizionato il suo successo e ripartito perfettamente la cerchia dei suoi ascoltatori. C’è chi considera la sua musica priva di significato ed emozioni, chi (la maggior parte) la ritiene d’avanguardia assoluta.
E sono proprio quest’ultimi i destinatari del suo prestigioso mixato,”Fabric 68″, dopo la firma autorevole di Zip. Missione tutt’altro che facile alla quale ha voluto rispondere a suo modo, ovvero con materiale assolutamente unreleased e composto unicamente dalle sue mani. In realtà si tratta di un ricco antipasto del suo nuovo progetto autonomo che prenderà forma a breve con la sua neonata etichetta Yojik ConCon, nel quale predominerà la componente di musica classica, tra pianoforti, violini e violoncelli ben inseriti in un “tessuto modulare”. I ragazzi del Fabric non hanno mai nascosto la loro approvazione per queste sperimentazioni sonore, fin dai tempi in cui Bodiu Radu Dumitru (il suo vero nome) si esibiva nella Room One, il più delle volte accompagnato dagli amici fraterni Rhadoo e Raresh, ma dai quali molte volte ha preso giustamente le distanze.
Quindici brani, alcuni completati solo negli ultimi mesi e molti altri già conservati da anni nel suo preziosissimo archivio, a testimoniare da quanto tempo lavorasse a questo percorso e aspettasse la giusta occasione per lanciarlo ufficilamente sul mercato. Così, a partire da “Lumiere” e terminando con “Piano Preludes” si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte ad un attentissimo studio dell’aspetto prettamente compositivo, nel quale dal primo kick drum si evolve una ritmicità vergine, slegata da qualsiasi ricorso a sample. La componente minimale che lo ha reso famoso si arrichisce ogni tanto con vocalizzi e bassline più agressive (“La Cuba”) per tornare al sapore melodico popolare con richiami gitani (“Anima ” e “Vastu Da Gama”), senza mai tralasciare il gusto per un po’ di acid (“Murgul”).
Non ci resta che aspettare l’uscita ufficiale della compilation che avverrà il 18 febbraio e il party ufficiale il 2 marzo al Fabric, abbiate pazienza.