La storia di Xhin non è molto diversa da quella di moltissimi artisti legati alla techno. Padre appassionato di musica, capacità di suonare strumenti musicali come piano e chitarra e tutto ciò che ne consegue. A un certo punto della vita qualcuno presenta all’artista le fatidiche pillole di Matrix sotto forma sonora ed egli si ritrova risucchiato nel mondo underground come fosse la tana dei Bianconiglio. Cosa rende dunque la storia di Xhin diversa dalle altre? Un fattore che negli anni della grande globalizzazione dei media è diventato man mano irrilevante: la geolocalizzazione. Perché per un giovane musicista di Detroit o di Berlino o di Londra è sempre stato talmente semplice a livello ambientale avere tutto il necessario per farsi contaminare ed ispirare che viene naturale comprendere come la cultura musicale in questi ecosistemi si estenda a macchia d’olio. Ma quando si pensa a Singapore, in tutta franchezza, chi menzionerebbe la musica elettronica? Certo, qualche super appassionato porterebbe come tesi di discussione lo Zouk, club di fama che rappresenta il faro dell’isola. Nell’effettivo però, ciò che ha dato vita a Xhin come artista è stata la possibilità di condividere il proprio lavoro e di farsi ispirare da quello degli altri tramite la rete globale. Il filone logico è di una facilità imbarazzante: dopo aver scoperto MySpace, Xhin decide di pubblicare in rete le sue prime creazioni. Qualcuno in Europa alza il sopracciglio e pubblica il suo materiale. Ecco come un talento locale viene alla luce in maniera globale. Oggi non importa più realmente dove sia ubicato un musicista, è talmente facile avere tutto a disposizione che non c’è nemmeno più bisogno di spostarsi per avere le giuste vibrazioni positive. Arrivato oggi al suo terzo album da solista e potendo vantare una numerosa serie di uscite e collaborazioni, Xhin ci racconta un po’ di come il processo che ho poco fa brevemente riassunto abbia potuto avere luogo.
Non ci sono molte informazioni disponibili riguardo alla musica elettronica a Singapore a parte l’abbastanza rinomato Zouk. Lo stimolo a diventare parte di questo fenomeno proviene dalla globalizzazione mediatica dovuta a internet oppure c’è qualcosa che ti ha influenzato anche a livello locale?
Mio padre era un accanito collezionista di vinili quando ero piccolo. Sono cresciuto ascoltando la Yellow Magic Orchestra, i Kraftwerk e qualcosa della prima disco ma ho fatto la conoscenza della musica elettronica poco prima dei 20 anni dopo essermi stufato di suonare come chitarrista e tastierista in diverse band. Inoltre c’erano degli ottimi negozi di dischi ai tempi, ci ho passato parecchio tempo scavando tra CD e vinili.
Qual è stato il tuo primo pensiero una volta che hai fatto conoscenza con tali sonorità?
Questo è il futuro. Voglio far parte di esso.
I tuoi primi lavori contenuti sull’album Supersonicstate furono venduti ormai 10 anni fa solo a Singapore e grazie al tuo spazio su Soundcloud sono in free download. Una scelta molto coraggiosa considerato che oggi molti artisti sono molto restrittivi riguardo alla diffusione musicale in rete.
Già l’ho pensato anche io e ti dirò, volevo solamente condividerle con la gente che segue davvero il mio lavoro, facendogli sapere qualcosa in più a proposito della mia storia e di come il mio suono si è evoluto dei miei primi anni di sperimentazione nella musica elettronica.
Nel 2006 il tuo remix per Five Green Circle uscito su Meerestief è stato pubblicato niente meno che da Loco Dice in una sua compilation per il celeberrimo Time Warp, possiamo considerare quel momento come primo riconoscimento a livello globale del tuo lavoro?
Non sono sicuro che fosse così globale ma sicuramente immagino che mi abbia aperto alcune porte riguardo l’Europa.
Nel giro di un paio d’anni è uscito il tuo primo album, Greyscale. Rispetto al tuo album di debutto e anche alle sonorità che proponi attualmente le tracce contenute in quell’album erano molto più vicine alla minimal che alla techno, eri forse influenzato dal trend musicale di quegli anni che vedeva la minimal come nuova corrente musicale innovativa?
Dopo “Supersonicstate” mi sono preso una lunga pausa e mentre lo facevo continuavo a pensare e a dire a me stesso che la mia musica non avrebbe mai potuto funzionare se non fosse stato sentita ovunque. Poi dopo un po’ ho scoperto MySpace… Durante quel lasso di tempo, stavo cercando di esplorare nuovi territori e decisi di caricare alcuni pezzi su MySpace. Sorprendentemente, fui approcciato da un ragazzo che lavorava per una label tedesca chiamata Meerestief e fu piuttosto volenteroso di pubblicarli. Ovviamente quel genere era ciò che preferivano perciò sono partito da quello e ho cominciato a lavorare su quel particolare tipo di suono per vedere fin dove sarei potuto arrivare. Sai, ognuno ha cominciato da qualche cosa.
Spostando le lancette avanti fino al 2011 troviamo, dopo una serie di collaborazioni ed EP, il tuo terzo album, Sword. Tracce meno “DJ friendly” e molto più sperimentali e riflessive, melodie molto più scure ed anticonvenzionali e soprattutto sembra esserci alla base un ritorno stilistico ai tuoi primi lavori. Cosa è cambiato nella tua concezione musicale nei 3 anni tra Greyscale e Sword?
Non è mai stato facile produrre un album. Quando Luca mi contattò per un album sulla sua etichetta ci pensai a fondo per diverse settimane e infine la decisione fu presa. Renderlo un album sperimentale è stata una scelta intenzionale e molto personale. Volevo creare un album che suonasse come deve suonare un album, o per lo meno, come dovrebbe farlo secondo me.
Dopo aver pubblicato 3 album, credi che questo tipo di pubblicazione sia più adatta al tuo modo di fare musica rispetto ai normali EP?
Mi diverto a fare entrambi, sul serio.
Le due etichette che hanno caratterizzato i momenti salienti della tua carriera sono state due: la Meerestief che ti ha lanciato e la Stroboscopic Artefacts con cui ti sei definitivamente consolidato. Quali sono le principali differenze che hai notato collaborando in maniera pluriennale con loro?
Meerestief è stato un passo verso il riconoscimento e Stroboscopic Artefacts mi ha portato al livello successivo.
Nel corso del tuo percorso hai stretto un rapporto di collaborazione proprio con il fondatore di Stroboscopic Artefacts, Lucy. Con lui hai prodotto alcuni lavori denominato LX, come le vostre iniziali. Come mai però non sono usciti sulla sua etichetta bensì su CLR, la label di Chris Liebing?
Volevamo creare una sorta di sequenza logica di titoli per le nostre tracce e LX era la scelta migliore dopo che alcune altre idee erano state proposte. E’ abbastanza ovvio che L sta per Lucy e X per Xhin. Riguardo CLR, ricordo che dopo aver concluso i primi demo ci trovammo di fronte ad un problema. Alcune tracce non erano particolarmente adattabili al suono di Stroboscopic Artefacts e quindi decidemmo di mandarle a Chris (Liebing, ndr) e vedere cosa ne pensava poiché credevamo che CLR potesse essere una casa migliore per esse. Poco dopo venne da noi con un contratto di rilascio.
Purtroppo sei stato presente anche al grande fallimento del Bloc 2012, dove sei stato comunque tra i pochi a riuscire ad esibirsi. Qual è il tuo ricordo di quegli attimi?
Direi buoni e cattivi ricordi ma andando a ritroso con la mente per me è andato tutto bene dopo tutto. Fu molto piacevole per me essere invitato a suonare sia per Resident Advisor che per Boiler Room nello stesso giorno e riuscire ad esibirmi regolarmente in entrambi.
Chiudiamo con una domanda consueta. Quali sono i tuoi progetti per i prossimi mesi? Hai in mente di sfornare il tuo quarto album?
Ho un nuovo EP intitolato “Dark tiled landscape” che sarà rilasciato sull’etichetta belga Token Records nel Febbraio di quest’anno. Riguardo altri progetti, è troppo presto per menzionare qualcos’altro al momento.
English Version:
Xhin’s history is not very different from the one of many artists associated with techno. Music fan father, ability to play musical instrument such as piano and guitar and everything that goes with it. At some point during life someone gives the artist the imaginary pill from the Matrix in the form of sound and he finds himself sucked into the underground world like the lair of the White Rabbit. No factor during the years of the great globalization of media has become as irrelevant as geolocation. For young musicians in Detroit or Berlin or London have always been so easy at an environmental level to have everything needed to get contaminated and inspired. It comes natural to understand how musical culture in these ecosystems could be so widely spread. But when someone thinks about Singapore, quite frankly, is there any mention regarding electronic music? Of course, some super fan would discuss about Zouk, famous club and island’s lighthouse. However, in the actual, which has given rise to Xhin as an artist is the ability to share his work and being inspired by other’s through the global network. The tendency is so embarrassing easy to understand: after discovering MySpace, Xhin decides to publish on the net his first creations. Someone in Europe raises an eyebrow and publishes its own material. That’s how a talent can come to light from a local to a comprehensive way. Today really doesn’t matter where someone is located, it’s so easy to have everything available that there is not even need to move to feel the right vibes. After three solo album and a large number of releases and collaborations, Xhin tells us a little about how the process that I have briefly summarized earlier could have been in place.
There is not much information available about electronic music in Singapore apart from the quite famous Zouk. The drive to become part of this phenomenon comes from the mediatic globalization due to the Internet or there is something that has also influenced you locally?
My dad used to be a dedicated vinyl collector when I was little. I grew up listening to Yellow Magic Orchestra, Kraftwerk and some early disco but I only got really into electronic music when I was in my late teens after got bored from playing guitars and keyboards in various band projects. Also, we used to have really good record stores back then where I spent time digging vinyls and CDs there.
What was your first thought when you made the acquaintance of these sounds?
This is the future. I want to be part of it.
Your early works contained on the album Supersonicstate were sold 10 years ago only in Singapore and thanks to your Soundcloud space are free for download. A very brave choice considering that today many artists are very restrictive about sharing music for free.
Yeah I thought so too and you know, I just wanted to share it with people who are really into my stuff, letting them know a bit more about my history on how my sound has evolved from my early years of electronic music experimentation.
In 2006, your remix for Five Green Circle released on Meerestief was published by none other than Loco Dice in his compilation for the famous Time Warp. Can we consider that time as the first global recognition of your work?
I’m not sure about that being global but it definitely opened up some doors for me within Europe I guess.
Within a few years you released your first album, Greyscale. Compared to your debut album and also to the sounds you propose now, the tracks on that album were much closer to the minimal techno. Were you perhaps influenced by the musical trends of those years that saw minimal’s new wave as an innovative style of techno?
After “Supersonicstate” album, I took a long break and while doing it so, i was thinking through and telling myself that it’s not going to work if I don’t get my music heard everywhere. And then after a long while I found MySpace… During that period of time, I was kind of like experimenting new territories and decided to upload some tunes onto MySpace. Surprisingly, I was approached by a guy who worked for a German label called Meerestief and he was kind of keen to release my tracks. Of cos, that kind of minimal sound that they preferred and so I just took it from there and started to work on that particular sound and see how far I could go. You know, everyone has to start from somewhere.
Let’s shift the clock forward to 2011. We find, after a few collaborations and EPs, your third album, Sword. Tracks less “DJ friendly” and much more experimental and reflective, much darker and unconventional melodies and above all there seems to be a return to the style of your early works. What has changed in your musical concept in the three years between Greyscale and Sword?
It has never been easy to make an album. When Luca approached me for an album to be released on his label, some deep thoughts went through weeks and weeks and finally a decision was made. Making it an experimental one was intentionally and very personal. I just wanted to make an album what an album should sound like, I mean, at least in my very own opinion.
After releasing three albums, do you think this type of publication is most suited to your way of making music than normal EPs?
I enjoy making both, really.
Two labels have characterized the highlights of your career: Meerestief that launched you and Stroboscopic Artefacts with which you definitively established. What are the main differences you’ve noticed in these between them?
Meerestief was a stepping stone to recognition and SA had brought me to the next level.
During your journey you have formed a working relationship with the founder of Stroboscopic Artefacts, Lucy. With him you have produced some works called LX, such as your initials. Why, however, did them not come out on its label but on CLR, Chris Liebing’s one?
We wanted to have a kind of direct continuity of track titles and LX was the best choice after few ideas were throw in. It’s pretty much very obvious that L stands for Lucy and X stands for Xhin. As for CLR, I remember that after the first few demos were done, we had a problem. Some tracks didn’t really fit so well on SA and so we decided to send those to Chris and see what he thinks because we thought CLR might be a better home. Shortly after, he came back to us with a release contract.
Unfortunately, you were also present the major failure of Bloc 2012, at least you were one of the few been able to perform. What is your memory of those moments?
I would say fond and bad memories but thinking back, it was all good after all. Really pleased that I was invited to play for Resident Advisor and Boiler Room on the same day.
We close with a usual question. What are your plans for the coming months? Do you plan to work on your fourth album?
I have a new EP entitled “Dark Tiled Landscape” that is going to be released on Belgium’s Token Records some time in February this year. As for other projects, it will be too early to mention anything just yet.