Per molti il nome Bad Cop Bad Cop potrebbe dire nulla, ma i due produttori dietro questo nome sono ben conosciuti ovvero Lopazz e Alex Cortex; all’apparenza per chi li conosce musicalmente parlando, non hanno nulla a che fare l’uno con l’altro, e proprio questo, come leggerete in basso, ha portato alla creazione di un album “Wings of Techno” che è la dimostrazione di un clash positivo. Un’intervista nata per presentare il loro lavoro all’audience italiana, che offre però spunti di riflessione importanti sulla scena elettronica europea e su come gli stessi produttori la affrontino.
È un piacere potervi avere qui su Soundwall dopo aver presentato in anteprima nazionale la video premiere del vostro album di debutto. Potreste parlarci di come si è formato questo duo? Le origini del nome? E cosa Alex porta a Lopazz e viceversa?
Ci siamo incontrati nel ’97, ma la nostra co-produzione è partita intorno al 2000. Circa nel 2002 abbiamo iniziato ad utilizzare il nome Bad Cop Bad Cop. Esso deriva dal nostro modo di fare le cose cioè senza compromessi. Noi siamo abbastanza semplici e trasparenti, e pretendiamo che questo ci torni indietro anche dai nostri collaboratori. E’ come impostare un filtro. Non siamo quelli capaci di sorridere e dire di sì a tutto. Per quanto riguarda ciò che ciascuno di noi porta al progetto: creativamente parlando è uno sforzo congiunto. I nostri diversi background musicali si combinano e si esaltano a vicenda. Sul piano tecnico Lopazz ha una vasta conoscenza del regno delle frequenze, della dinamica, del mixaggio e mastering. E’ un poli-strumentista e nei suoi studi abbiamo registrato la maggior parte dei brani. Alex invece è l’attore principale per la selezione dei samples, la modifica degli arrangiamenti, e la scrittura dei testi. Lo scontro tra Lopazz e Alex Cortex poi porta una combinazione su di un livello diverso che non potremmo raggiungere da soli. Rimanendo più su un livelloelementare si potrebbe dire che suoniamo entrambi i synth, le batterie elettroniche e altri strumenti, ed entrambi cantiamo.
Sul vostro album di debutto ci sono molte aspettative; prima del lancio di “Wings of Techno” la Pomelo Rec. ha rilasciato “Wings of Techno Remixed”, perciò la pressione su questo debutto sembra alta. Come l’avete gestita? Quali sono le vostre aspettative per l’album?
L’abbiamo gestita abbastanza bene. In realtà abbiamo terminato l’album intorno al 2008, perciò abbiamo avuto tempo per prepararci. C’è voluto tanto fino al lancio per ragioni legate all’etichetta e alla distribuzione. Le nostre aspettative sono molto realistiche. Sappiamo che non è il solito album techno con un suono moderno e trendy, ma finora abbiamo ricevuto buoni feedback dalla campagna di promozione ed anche una serie di recensioni positive. Sembra che a molta più gente interessi un’espressione musicale che vada aldilà del clichè della techno.
Ascoltando l’album è davvero impressionante il mix di stili che possiamo ascoltare. Da cosa è nata la scelta di fare una summa di tutti questi stili in un unico album?
Tutto ruota intorno al fatto di essere vari. La techno può essere anche altro rispetto ad un noioso loop su un kickdrum costante. Sebbene dire techno significa aver a che fare con molta tecnologia, l’immaginazione a livello musicale la fa ancora da padrone nel processo creativo. Se non hai nulla da dire, perché aprire la bocca? Noi crediamo di avere qualcosa da aggiungere a questa scena e sappiamo di essere pochi a farlo di questi tempi. Un’altra ragione del perché le nostre release sono così varie è che noi non concepiamo il tutto come qualcosa di unitario. Durante la produzione, ogni traccia appartiene al suo mondo, deve creare la propria logica e raccontare la propria storia. Poi chiaramente vediamo quali sono le tracce che stanno bene tra loro in maniera tale da fare una release coerente. Di solito la varietà del contesto di produzione aggiunge qualcosa di essenziale alle singole tracce. Ad un certo punto non puoi più scindere. Le cose crescono nel posto a loro adatto.
Come vedete la scena in questo periodo, la ripresa della techno e le macchine? Come credete il progetto Bad Cop Bad Cop possa portare qualcosa di nuovo?
Sono tempi davvero esaltanti. Ci sono tante migliore nella tecnologia musica, sia a livello hardware che software. Ma crediamo anche che la tecnologia alle volte è molto più eccitante dei risultati che vengono ottenuti con essa. Vale a dire che la techno nel complesso è stata e lo è ancora adesso noiosa. Naturalmente ci sono sempre coloro i quali riescono a rompere gli schemi, ma chiaramente hanno altro su cui contare che non sia la tecnologia, e questa cosa si chiama immaginazione. Per quanto riguarda la creazione di qualcosa di nuovo, non siamo sicuri d’esser fatti per questo, il nostro obiettivo è quello di avere una voce autentica. E sappiamo che molte persone sanno cogliere l’autenticità, e che vogliono essere sorpresi, vogliono esplorare e scoprire. Questo non è affatto un processo passivo, noi crediamo che ci sia un ruolo attivo nell’ascolto della musica. Purtroppo gli ascoltatori non sono incoraggiati a creare un proprio gusto all’interno di questa scena. Noi non vediamo alla nostra musica come una sfida, anzi, e il nostro obbiettivo non è quello che essa venga definita eccentrica. Ma se riusciamo a raggiungere le persone e aprire orecchie e menti per nuove esperienze, noi siamo felici.
Potreste parlarci del processo di produzione a quattro mani? Cosa cambia rispetto alla produzione da singolo? Come possono fondersi due anime musicali come le vostre?
Lavorare come duo rende più facile incastrarsi. Mentre uno svolge le attività in studio come il routing, la messa a tempo, l’equalizzazione e altro, l’altro può suonare in giro. Noi di solito registriamo tutto. Non c’è nessun arrangiamento che non venga lavorato in dettaglio, solo allora lo registriamo. Il processo di editing va per blocchi, e il più delle volte lo facciamo quando stiamo ancora cercando il suono, il tema, il messaggio. Con una distanza dalla fase di registrazione, questi momenti imperfetti tendono ad essere i più autentici ed onesti, perché rappresentano qualcosa in fase di progresso, raccontano una storia vera che va al di là della creazione di un motivo orecchiabile. Il fatto che Lopazz e Alex Cortex portino differenti background musicali nei Bad Cop Bad Cop rende il processo della ricerca di un’espressione creative ancora più eccitante. Non scegliamo mai di fare una traccia per farla ricadere in uno specifico stile, né vediamo la nostra musica come un crossover di stili. Intendere la musica come crossover significa prendere elementi superficiali di ogni stile e buttarli insieme per vedere cosa ne esce fuori. Noi utilizziamo la nostra esperienza musicale come un archivio di percezione psichedelica, come la musica trasforma, in un particolare momento, noi e l’ambiente circostante. Quello che mettiamo nella musica dei Bad Cop Bad Cop è sempre in trasformazione, proprio come noi. Le aspettative dall’esterno vengono eclissate in quel momento. Più di ogni altra cosa, è davvero un viaggio attraverso la mente, l’anima, memoria ed emozioni.
Su quali binari procederà la vostra produzione in duo? Credete di sviluppare un live show?
Abbiamo già fatto alcuni live nei migliori club come il Fabric di Londra e il Berghain. La vita va avanti regolarmente, ed in questo momento non siamo nella stessa situazione di quando abbiamo prodotto l’album tra il 2002 e il 2008. Abbiamo più carichi di lavoro, più responsabilità, e dobbiamo tener conto anche delle nostre carriere da singoli. Quando torniamo a lavorare insieme, dobbiamo essere sempre un pò più precisi per articolare le nostre visioni musicali. Come l’album potrebbe aver influenzato la nostra nuova musica è ancora da vedere. Al momento siamo nella fase di sviluppare nuovi setup, provare nuove macchine, disegno di strumenti personalizzati e stiamo cercando suoni interessanti. Parallelamente stiamo lavorando sul live per portare un po’ della pazzia che ci contraddistingue in studio anche sul palco.
Le 5 canzoni che preferite del duo Bad Cop Bad Cop, sia per Alex:
1) Alien Acid
2) Beauty
3) Bodyless Material
4) Retro Futurist
5) Come Swallow Me
che Lopazz:
1) I am the beat
2) Pusherman
3) Hilton Hihat
4) Come Swallow Me
5) More Ravelike
English Version:
For many the name Bad Cop Bad Cop could say anything, but the two producers behind this name are well known :LOPAZZ and Alex Cortex; apparently for those who know them musically ,they have nothing to do with each another, and just that, as you will read below, led to the creation of an album “Wings of Techno” that is proof of a positive clash. this interview came to present their work to the Italian audience, but it offers important insights on the European electronic scene and how the producers deal it.
It’s a pleasure have you on Soundwall, after hosting on our pages the video premiere of your debut album. Would you talk about the beginning of yourduo? The roots of ur name? And what Alex Cortex bring to Lopazz and viceversa?
We´ve met in 1997, but started out producing together around 2000. About 2002 we started to use the name Bad Cop Bad Cop. It stems from our uncompromising way of doing business. We are pretty straightforward, and also demand this in return from our cooperators. It’s a kind of filter. We’re not the ones for smiling and saying yes to everything. As for what each of us brings to the project: creatively it’s a joint effort. Our different musical backgrounds combine and enhance each other. On a technical level, Lopazz comes with a vast knowledge of the frequency realm, of dynamics, of mixing and mastering. He’s a multi-instrumentalist and at his studios we recorded most of the tracks. Alex is the main man for sample selection, editing arranges, and writing lyrics. The clash between Lopazz and Alex Cortex then takes this idea to a different level neither could reach on his own. On a more down to earth level we could say that we both play synths, drum machines and other instruments, and we both sing.
On your debut album there are a lot of expectations; before the launch of “Wings Of Techno” the Pomelo Rec has released “Wings of techno remixed”, so the pressure on your debut seems to be really high. How do you manage it? What are ut expectations on it?
We cope pretty well. Actually, we finished the album around 2008, so we have been ready for it for a long time. It just took so long until its release for reasons related to label and distribution. I think our expectations are realistic. We know it is not the common techno album with a modern or trendy sound, but so far we received some really good feedback from the promo campaign and also a string of positive reviews. It seems that many people are increasingly interested in musical expressions that go beyond cliché techno.
Listening to this release it’s really amazing the miscellaneous of styles that we could listen. From what has birth this choose to summerize these different styles on your album?
Variety is what it’s all about. Techno can be so much more than just a boring loop over a steady kickdrum. Although techno has to do a lot with how you use technology, musical imagination still takes a major part in the creative process. If you don’t have anything to say, why open your mouth at all? We think we have something to add to this scene that few dare say these days. Another reason why our releases are usually so varied is, that we don’t conceive them as a unity. In production, each song is a world on its own, has to create its own logic, and tell its own story. Later on we see which songs fit together in order to build a coherent release. Usually the variety of context adds something essential to the individual songs. At some point we can’t divide it any more. Things grow into their place.
How do u see the electronic scene at this moment, the reprising of techno and machines.? In this how do u think the project Bad Cop Bad Cop could create something new?
These are exciting times. There are incredible developments in music technology, both in hardware and software. Certainly we think that technology is often more exciting than the actual results achieved with it. Which is to say that techno on the whole has been for a while and still is quite boring. Of course there are always some who break the mold, but usually they have something else than only technology to rely on, namely imagination. As for creating something entirely new, we’re not sure we’re made for that. Our goal is rather to have a personal voice. We know that many people can relate to authenticity. We know that many people want to be surprised, want to explore and discover. That’s not at all a passive process. We believe that there is an active part in listening to music. Sadly, listeners are not encouraged to create their own tastes in this scene. We don’t see our music as challenging, far from it, and it’s not our goal to be excentric. But if we reach people and open up some ears and minds for new experiences, we are happy.
Could u talk about the process of production with four hands? What change from the solo process? How could be fused two different musical souls like urs?
Working as a duo makes it easier to jam. While one can carries out technical studio duties like routing, metering, eqing and the likes, the other one can play around. We usually record everything. There is not that one definitive arrange that gets worked out in detail and only then is recorded. We edit from jams, and mostly we go for the moments when we were still searching the sound, the theme, the message. In the edit process, with some distance to the recording, those unperfect moments tend to be the most honest and authentic ones, and as they represent something in progress, they tell a real story that goes way beyond a fully worked out hookline.
That LOPAZZ and Alex Cortex bring different musical backgrounds into Bad Cop Bad Cop makes the process of finding a creative expression just more exciting. It’s never about making a song that would fit into a specific style, neither do we see our music as a crossover of styles. Crossovers pick elements from the surface of styles and throw them together to see what happens. We use our musical experience as an archive of psychedelic perception, how music in some moment transformed us and our environment. What we put into the music of Bad Cop Bad Cop is always in transformation, just the same as we are. Expectations from the outside are completely exclipsed in that process. More than anything else, this is really a journey into the mind and soul, into memory and emotion.
How will proceed ur duo production? Do u think to develop a live show?
We´ve already played live shows at some of the best clubs like FABRIC LONDON and Berghain in Berlin. Life goes on steadily, and in this moment we are not in the same situation as when we were producing the album between 2002 and 2008. We have more work load, more responsibilities, and also our respective solo careers to take care of. When we get together to work, we have to be a little more precise in articulating our musical visions. How that is going to affect our new music after the album is still to be seen. For the moment being we are in a phase of developing new setups, testing new gear, designing our own instruments, looking for interesting sounds. Parallel to that we are continually working on a Bad Cop Bad Cop live show that brings some of the craziness of what happens in the studio to the stage.
The top 5 tracks beloved of the duo Bad Cop Bad Cop, for Alex Cortex?
1) Alien Acid
2) Beauty
3) Bodyless Material
4) Retro Futurist
5) Come Swallow Me
and Lopazz:
1) I am the beat
2) Pusherman
3) Hilton Hihat
4) Come Swallow Me
5) More Ravelike