Se con molti artisti è facile prevedere quali posso essere i passi del loro percorso artistico, con Massimo la partita diventa più difficile: l’ecletticismo, infatti, è la prerogativa principale del giovane artista partenopeo. Se nel primo capitolo della saga Early Sounds (gennaio 2012) lo abbiamo visto al fianco di Leskin e Rio Padice (co-fondatori della label insieme allo stesso Di Lena), in questa seconda uscita il campo da gioco è tutto suo. Di chiara impronta “analog”, questo EP procede sulla linea dettata dall’ EAS001, chiaro manifesto musicale del progetto made in Naples.
Tre delle quattro tracce contenute in “Hardlife EP”, la title-track in primis, hanno un impatto più crudo all’ascolto: non c’è spazio per pause o melodie, l’armonia viene quasi messa da parte per far largo a suoni più scuri e ruvidi. L’unica presenza di note più morbide la troviamo in “Halfway Equality”, traccia meno spinta rispetto alle tre compagne. La commistione tra techno e house, aromatizzata da tocchi acid (quasi robotici) rende l’EP molto duttile, pronto per essere suonato di fronte ad ogni tipo di pista e dj – da Ben Ufo a Zip, da Blawan a Villalobos, giusto per citare i più noti. Salta subito all’orecchio il classico approccio alla musica di Massimo, ovvero il prendere di tutto e adattarlo a quelle che sono le sue idee, un po’ misteriose, un po’ intricate, ma allo stesso tempo chiare, decise e ammettiamolo, spesso e volentieri, di successo.
Se per qualcuno selezionare anche uno solo di questi dischi può suonare come una scommessa, un azzardo, per i dj meno attaccati alla mode e più fedeli ad un certo tipo di suono (specie se “fondamentalisti dell’analogico”), “Hardlife EP” è da considerarsi una sicurezza, un modo per imporre un certo stile, diversificato e più originale, nonostante la sua classicità. “Hardlife” poi è davvero un gran bel disco, divertente oltre ad essere ben fatto, perciò per una volta accantoniamo le pippe mentali da producer/dj e godiamocelo. Buon divertimento!