Compro e apprezzo i dischi di Isolée dall’inizio di questo secolo, da quando ho memoria elettronica. Ricordo con grande piacere “We Are Monsters”, secondo long play del producer di Francoforte che all’epoca era uno dei punti di riferimento della mitica Playhouse.
Raijko Muller, questo il suo vero nome, è un pioniere della minimale, uno di quelli che insieme a pochi altri (penso a Robag Wruhme) ha saputo traghettare il sottogenere fino ai giorni nostri. E la cosa continua con questo EP di casa Pampa. Tre pezzi dal cuore minimale molto variegato. “Allowance” è un mix che include ambient e chillout, qualcosa che richiama anche alla deephouse più inflazionata, ma sempre con quel tocco personale che rende il tutto più nuovo e godibile. Non un pezzone ma comunque un’idea, non un surrogato. “Wobble” è un loop veloce e rimbalzino, a volte un po’ scarno ma comunque efficace: mi sembra il pezzo giusto per agganciare pollastrelle sotto cassa senza doversi sperticare in fliosofia da club o sperperarsi in pose o sequenze di drinks. Insomma, è il pezzo che ti potrebbe (udite udite) far ballare con una donna.
Nel 2013, sì. Poi c’è “You Can Do Your Memories”, una perla in mezzo al lago (questa è un’autocitazione). Cassa spezzettata e suoni alti, quasi impercettibili. Sospiri e conchiglie (lo so che col lago hanno poco a che spartire), i clap che distano anni luce da tutto ciò che sta progressivamente rovinando la musica house e un occhio sempre chiuso: né strizzato, né ammiccante. Semplicemente addormentato.
Isolée ci sta dentro, ma senza darsi troppa importanza: sottotraccia e vagamente controcorrente. Pollice in su.