C’è tutto e tutto è al posto giusto: bassline, drums, synth. Marcman non ne sbaglia una insomma, in questo caso ne azzecca quattro di fila, piazzandole in un EP davvero notevole. Tempo mezz’ora, infatti, e già mi sono innamorato di questo “Dici EP”, seconda e nuova uscita su Paragram. Versatile, eterogeneo e dal piglio inconfondibile, come di una firma apposta alla fine di un libro. La musica proposta è quella che piace ai nostri club di questi tempi: rotolante, dura e dai toni decisi, con pause e ripartenze che oscillano secondo il gusto del dancefloor.
Tre delle quattro tracce presentano diverse analogie: “Rigid” “Trenu” e “Dici”, con il loro dai-e-vai, si articolano lungo un percorso dove la cassa spezzata recita la parte della protagonista. Questo particolare assetto non propriamente housy viene però invaso dalla pienezza degli strumenti utilizzati; soprattutto in “Rigid” i synth, i chord e la spessissima cassa ci “distraggono” da tutto il resto. Il risultato è un disco killer. Diversamente dalle altre tre “Arcifeva” propone toni diversi, meno invasivi. Scompare la cassa spezzata e la musica si fa più compatta e meno ricercata, per certi toni ricorda un i lavori di po’ Reboot, soprattutto per il ripetersi quasi ossessivo del synth principale e della drum leggera e palleggiante. Niente di sconvolgente, insomma, tanto che nel complesso questa traccia non ha praticamente nulla a che fare con le altre tre, palesemente in connesione tra loro.
“Dici EP” è in buona sostanza un EP completo e determinato, di quelli che, una volta acquistato, faticano ad uscire dalla borsa di chi ama proporre certe sonorità. House microtica e particolare, musica per un viaggio torbido come le notti fumose dei club che chi ama l’underground non riesce proprio a non popolare. Non immediato, diciamocelo, ma talmente ben fatto da sapersi collocare nei più svariati contesti. Come dicevo? Marcman ci sa fare, eccone la prova.