Jason Chung – sotto lo pseudonimo di Nosaj Thing – arriva da quel gran calderone in costante ebollizione che é la scena elettronica statunitense nata pressapoco con il nuovo millenio. L’hip hop fa da carburante ma sono tanti i generi che all’interno creano una miscela in costante trasformazione. A tre anni di distanza dal suo album di debutto “Drift”, e dopo prestigiose collaborazioni con The XX, Flying Lotus e Beck per citarne solo alcuni, Jason arriva alla seconda uscita su long-player e lo fa stravolgendo la sua formula fatta di beats e di bassi per aprire la sua musica a tracce cantate ed una sensibilità che lo avvicina quasi all’ambient più evoluta. Confermandosi come un creatore di finissima filigrana sonora Nosaj Thing ha dato alle stampe un album estremamente personale che merita una particolare attenzione. L’occasione di potergli porre alcune domande ci ha aiutato a capirne meglio i retroscena ed i significati.
Come produttore tu vieni dalla scena hip-hop underground statunitense e si può sicuramente notare anche l’influenza della dubstep nella tua musica. Ad ogni modo il tuo secondo album rappresenta un gran passo avanti da quel tipo di background. Ci puoi raccontare qualcosa a proposito del tuo viaggio musicale dai tuoi inizi fino all’album “Home”?
L’hip hop è sempre stato la colonna portante della mia musica. Ho cominciato con il djing e la produzione quando avevo tredici anni. All’inizio il mio obbiettivo era quello di diventare un produttore di hip hop. Ero molto influenzato da Dre, Timbaland ed i Neptunes ma la mia concentrazione si è spostata quando ho cominciato ad interessarmi di musica sperimentale e noise. Mi sono anche molto interessato alla house e drum and bass durante la scuola superiore. Napster mi ha viziato in quel periodo ed andavo anche spesso a vedere concerti. Ho iniziato con il progetto Nosaj Thing quando avevo circa diciannove anni e ho auto-prodotto il mio primo EP. Un pò di mesi dopo Kid Cudi ha trovato la mia musica sul mio profilo Myspace ed è finito con l’usare la mia canzone “Aquarium” per il suo primo album. Quell’opportunitá mi ha portato ad alcune altre cose e cosi ho deciso di tornare alla mia influenza hip hop delle origini.
Quali sono secondo le differenze in termini di approccio tra l’album di debutto “Drift” ed il nuovo “Home”?
“Drift” è arrivato abbastanza rapidamente. Avevo molto materiale sul quale lavorare e ho finito l’album in sei mesi. Per “Home” c’è voluto circa un anno e mezzo. E’ molto piu personale, per questo ho faticato per finire le canzoni. Mi sento sollevato ora che l’ho terminato e sto già pensando al prossimo progetto. E’ ora di concentrarsi su qualcos’altro.
Hai raccontato di aver scritto e prodotto questo album in circostanze difficili. Ci puoi dire in che modo lavorare alla tua musica ha avuto una funzione terapeutica? I brani contenuti nel disco sembrano frutto del lavoro di un anima serena ed in pace con se stessa.
La musica è sempre stata terapeutica per me. Mi aiuta a disconnetermi dalla realtà ma questa volta la mia musica è autobiografica, per questo è stata così difficile da ultimare. Ci sono tanti piccoli dettagli… nella canzone “Distance”, il rullante alla fine della canzone si diventa progressivamente più profondo con l’aumentare del riverbero.
Il tuo suono è davvero unico. Sono affascinato dal suo calore e dal suo essere etereo. Mi piacerebbe sapere che tipo di strumentazione hai usato e se la vecchia scuola del campionamento, in stile hip hop, costituisce ancora la base del tuo stile.
Con “Home” ho cercato di ottenere un suono più caldo… questo è il motivo per cui ho scelto un diverso tecnico per il mastering. L’audio e passato esclusivamente attraverso equipaggiamento analogico. Inoltre questa volta mi sono concentrato sulle tessiture sonore piuttosto che sulle melodie.
Ci racconteresti qualcosa a proposito del primo singolo “Eclipse/Blue” e della tua collaborazione con Kazu Makino dei Blonde Redhead?
Avevo in testa la voce di Kazu mentre scrivevo quella canzone. E’ incredibile come è riuscita. Il mio manager l’ha contattata ed inizialmente sembrava non se ne facesse niente ma il giorno dopo ho ricevuto una telefonata da Kazu perche l’idea gli piaceva davvero. Alcuni mesi dopo abbiamo registrato la voce in un paio di giorni negli Electric Lady di New York. Poi le tracce vocali sono state spedite al suo amico Drew Brown che ha lavorato come come fonico per i Radiohead. Ha curato tutte le automazioni sul riverbero dei suoi vocals. E’ stata un esperienza che mi ha insegnato molto.
Nel brano “Try” hai anche collaborato con Toro Y Moi. Ci racconteresti qualcosa a proposito della vostra amicizia e della produzione di quel pezzo?
Toro e io siamo stati in tour insieme alcuni anni fa ed è cosi che siamo diventati amici. Cerchiamo sempre di trovare un pò di tempo per andare in studio assieme quando ci passiamo per le nostre rispettive città. Gli ho fatto sentire alcune idee che avevo per “Home” e lui mi ha chiesto di registrare la sua voce sullo strumentale di “Try”. Ho deciso di salvare la prima registrazione e le cose sono andate da sole al loro posto.
Proprio “Try” ed un altro tuo brano dell’album, “Prelude”, mi hanno fatto venire la curiosità di sapere se hai una educazione musicale Classica alle spalle. Confermi la mia impressione?
Non ho un tipo di formazione musicale classica ma ho seguito corsi di musica da quando ho iniziato le elementari ed ho suonato il sax ed ho fatto parte della banda musicale della scuola superiore. Mi piace la musica col piano. Debussy e Satie soprattutto.
Un’altra domanda a proposito di collaborazioni. Circa due anni fa hai lavorato con Kendrick Lamar. Com’è che vi siete conosciuti e che ne pensi del suo “Good Kid, M.a.a.d. City”?
Il manager di Kendrick è venuto a conoscenza della mia musica tramite un blog. E’ stato incredibile lavorare con lui. E’ uno vero. Sono rimasto un pò deluso perchè ero in contatto con Kendrick per la produzione di alcuni beats mentre stavo lavorando ad “Home” ma non ero nello stato mentale giusto per quel genere di cosa in quel periodo, ma “Good Kid, M.a.a.d City” è perfetto cosi come è. E’ gia un classico. Spero di lavorare di nuovo con Kendrick.
Promuoverai il nuovo album andando in tour con dei set live o come dj? Suonerai anche in Europa?
Sono ancora in fase di guarigione così sto tenendo il tour al minimo ma spero di farlo come si deve verso la fine di quest’anno. Sto sviluppando un nuovo visual show con Daito Manabe. E’ lui che ha realizzato il video di “Eclipse/Blue”.
English Version:
Jason Chung aka Nosaj Thing comes straight out the U.S. electronic scene spawned in the early noughties, a sort of big, constantly boiling cauldron fueled by hip hop and containing lots of different genres that mixed together create an ever transforming blend. Three years have passed since the release of his debut album “Drift”, and after prestigious collaborations with The XX, Flying Lotus and Beck, to name just a few, Jason reaches the goal a second longplayer and decides to turn the formula upside-down. Vocals and a sensibility near to the most evoluted ambient music in place of beats and basses. He proves himself to be a creator of fine sound filigree releasing a very personal album that deserves special attention. We had the chance to chat with him and better understand the meaning of his music.
As a producer, you come from the U.S.A. underground hip-hop scene and one can surelly hear a kind of dubstep influence in your music too. Anyway your new second album is a huge step forward from that kind of background. Can you tell us something about your musical journey from your beginnings to “Home”?
Hip Hop has always been the back bone to my music. I started djing and got into production when I was 13. At first, my goal was to be a Hip Hop producer… I was heavily influenced by Dre, Timbaland and The Neptunes but my focus kind of changed when I got into experimental/noise music. I also got really into House and Drum and Bass during high school. I felt quite spoiled when Napster came out and was going to a lot of shows. I started Nosaj Thing when I was about 19 and self released my first EP. A few months later, Kid Cudi found my music on my Myspace page and ended up using my song “Aquarium” for his first album. That opportunity led to a few more things and I decided to bring my Hip Hop influence back into place.
In terms of approach, where are in your opinion the differences between your debut “Drift” and “Home”?
“Drift” came together pretty quick…since it was my album, I had a lot of material to work with and finished the album in 6 months. “Home” took about a year and a half. It’s a lot more personal so I was struggling with finishing the songs. I’m relieved that it’s done and looking forward to the next project. It’s time to change focus.
In the press release you talk about writing the album’s material under hard circumstaces. Can you tell us how working on your music was kind of therapeutic for you? The album tracks sound like the work of very serene, peaceful soul instead.
Music has always been therapeutic to me. It helps me disconnect from reality but this time around my music was about my reality. That’s why it was so difficult to finish. There are a lot of little details in there…in the song “Distance”, the snare drum at the end of the song gets deeper with reverb as it progresses.
Your sound is unique. I’m fascinated by the ethereal, warm quality of it. I would like to know which kind of equipment do you go for and if the old school way of sampling things, hip-hop style, still constitutes the foundation of your style too?
With “Home”, I wanted to go for a warmer sound…that’s why I choose a different mastering engineer. It ran through nothing but analog equipment. I focused on textures and sounds instead of stand out melodies this time.
Would you tell us something about your first single “Eclipse/Blue” and your collaboration with Kazu Makino from Blonde Redhead?
Kazu’s voice was in my head while I was writing this song. It’s amazing how it came together actually. My manager got in contact with her and at first, it seemed like it wasn’t going to happen but I ended up getting a call from Kazu the next day because she really like the idea. A few months later, we recorded the vocals at Electric Lady in New York in a couple days then the vocals got sent to her good friend Drew Brown who engineers for Radiohead. He did all the reverb automations for her vocals. It was a humbling experience.
You also collaborate with Toro Y Moi on your album track “Try”. Can you tell us something about your friendship and the making of the track?
Toro and I toured together a few years back and we became friends since. We would try to squeeze in a little studio time when we are in each others cities. I was playing him some ideas I had while I was working on “Home” and he asked to lay down vocals when he heard the intrumental for “Try”. I decided to keep the first take and things just came into place.
“Try”, as much as “Prelude”, is one of your new tracks that made me wonder if you are a classically trained musician. Can you confirm my impression?
I’m not classically trained but I was in music classes since 3rd grade. I played sax and joined the drumline in High School. I love piano music. Debussy and Satie to name a few.
Talking about your collaborations, a almost couple of years ago you worked with Kendrick Lamar. How did you get together and what do you think about his “Good Kid, M.a.a.d. City”?
Kendricks manager found out about me on a blog. It was amazing to have worked with him. He’s the truth. I was dissappointed because Kendrick was in contact for some beats from me while I was writing “Home”. I wasn’t in the mind set to come up with beats for him at the time but “Good Kid, M.a.a.d City” is perfect that way it came out. It’s an instant classic. I hope to work with Kendrick again soon.
Are you going to promote you new album touring with live or djs sets? Are you going to play in Europe too?
I’m still recovering my health so I’m keeping my touring to a minimum but I hope to do it properly later this year. I’m developing a new visual show with Daito Manabe. He did the video for Eclipse/Blue.