Non aveste familiarità con il nome – che accompagna sia la sola figura dell’eccentrico cantante Massimo Bastasi (a cui calza peraltro meravigliosamente), sia il duo che questi forma con il produttore Mauro Copeta/DJ Wawashi – ecco un’ottima occasione per rompere il ghiaccio. “Food Of Love” ha il portamento dell’inno fin da quei primi secondi di congas e synth, ed è una delle migliori cose firmate dai due veneziani in quattro anni di carriera. È la specialità della casa, deep house di taglio anni ’90 mista disco queer ad alta energia, sonorità vintage e tiro contemporaneo, ma riuscita particolarmente bene: arpeggi volanti e bassline poderosa, brevi frasi sospese, un paio di break ben piazzati, uno hi-hat che ansima e il falsetto della disco queen come ciliegina.
Non è da meno “From Club To Club”, che viaggia sui medesimi binari ma più spedita ed acida, trainata da un incrocio di riff ipnotico, impregnata di una tensione che contrasta piacevolmente con la cantilena immediata del ritornello. Poca roba invece il remix di “Food Of Love” firmato dallo statunitense Sprinkles, noia deep che si protrae addirittura per tredici minuti del tutto ingiustificati, compresi inserti di pianoforte classico che vorrebbero sembrare astratti (ma pare che si sia aperta all’improvviso un’altra finestra del browser, da tanto suonano incongrui) e accavallamenti di voci altrettanto pretenziosi (che fanno solo una gran confusione). Di nuovo bene, infine, le due esclusive digitali. Con piacevoli cambi di atmosfera: “Born To Be Adored” si sposta in zone soulful house, fra ricami di chitarra elettrica sfiorata e percussioni latine; “Rock With You” chiude ancora più morbida, luccicante disco pop da tramonto balearico o da ultimo disco con le luci accese.