E’ uno degli artisti techno più quotati e amati del pianeta. Una lunga carriera, un sound potente, un incredibile talento nel far ballare. Ha davanti una stagione ricchissima di appuntamenti, remix e nuove releases. Lo incontriamo alla vigilia del Time Warp, di cui sarà protagonista, per raccontarci aneddoti su aneddoti: il suo primo dj set al Berghain, la sua passione per la musica, per il digitale e il sogno di una collaborazione con… Brian Eno.
Partiamo dall’inizio. Quando è stato il tuo primo approccio con la musica techno? È stato un colpo di fulmine?
Sì è stato praticamente amore a prima vista, e da allora non abbiamo mai smesso di stare insieme. Testimoni amici e famiglia, posso tranquillamente dirti che sono stato un music nerd fin dall’infanzia. La musica è sempre stata una grossa parte della mia vita. Come forse già saprai, sono di origini turche, e quindi le percussioni e la musica ritmica sono sempre state presenti nelle riunioni e nelle feste di famiglia, e io le ho sempre amate.
Puoi raccontarci della tua prima gig al Berghain, le tue emozioni, l’atmosfera, un particolare aneddoto?
Prima del Berghain c’era l’Ostgut dove io suonavo spesso. Gli stessi proprietari e lo stesso spirito si spostarono in una nuova location, ancora più grande. Dopo due anni di ristrutturazioni e allestimenti ci fu la grande riapertura, un evento super eccitante. Naturalmente la serata portava con sé il peso enorme delle aspettative. Penso che tutte le persone coinvolte ebbero un po’ di brividi per la pressione. Io ero in line-up, e come tutti gli altri dj che avrebbero dovuto suonare alla big opening, mi ritrovai al Berghain un paio di giorni prima dell’evento per il soundcheck. Tutti fummo spiazzati da un problema al sound system, e Tony Andrews si mise ad aggiustarlo, lavorando giorno e notte fino all’ingresso dei primi ospiti nel nuovo locale. La festa fu spettacolare, una vera favola. Vivere i primi respiri nella cattedrale Berghain da parte dei curiosi e dei sostenitori accorsi è stato un onore. Erano dotati della curiosità e della diffidenza di coloro che vogliono conquistare un nuovo territorio. E’ stato bello vedere così tanti volti noti, dai fans storici a quelli meno storici. Ma la fase di warmup non durò molto tempo e presto si sentì il profumo dell’aria di festa, quella di quando torni a casa. Fu un inizio splendido. Beh, e il resto si sa… è storia.
Fin dalla nascita di Podium e Figure, che è diventata la tua etichetta principale, hai ricevuto l’approvazione di tutto il mondo techno. Qual è la cosa più importante nel mondo della produzione di musica elettronica?
Credo che non sia solo per il segmento dell’elettronica, ma faccia parte anche di musica o arte in generale. Per me si tratta di gioia. Seriamente. Una passione che ti trasporta attraverso un sentimento creativo. Un impulso, un fuoco che non ti consente di smettere. Si potrebbe chiamarlo amore, entusiasmo. Questo è quello che mi collega con l’ascoltatore. Questa è la connessione. Questo mi dà la motivazione, sempre alla ricerca di nuove sonorità, e nuove tracce. Secondo me hai bisogno di qualcosa che ti fa andare avanti e per me quel qualcosa è l’amore per la musica e la necessità di condividerlo con le anime che la pensano allo stesso modo. Bisogna credere in quello che stai facendo. Non smettere mai di voler raggiungere il livello successivo. Io non credo nelle tendenze, ma seguo un mio proprio percorso, unico nel suo genere. Se coincide naturalmente con ciò che è popolare in questo momento, va bene, se non lo fa non mi importa.
Pensi che il lavoro di produzione sia essenziale per essere un vero dj?
Naturalmente si può essere un grande dj senza produrre, ma per la maggioranza degli artisti il djing non sembra essere sufficiente nel lungo periodo. Ho iniziato come dj, ma naturalmente l’interesse per la produzione è arrivato. Per quanto mi riguarda non posso separare l’essere un dj che ama produrre da l’essere un produttore che ama fare il dj. Come dj, credo, sia tutta una questione di condividere emozioni, un ottimo modo di comunicare su un livello non linguistico. Mi piace portare la gente in un viaggio musicale. Come produttore il mio obiettivo non dovrebbe mai essere fermato, sempre passando ad un livello successivo, cercando di creare musica di qualità, che nel migliore dei casi raggiunge un sacco di gente. A dire il vero non posso immaginare l’uno senza l’altro. Durante la settimana provo a stare praticamente rinchiuso in studio quanto posso, perché la produzione è una specie di processo molto solitario per me, mentre nei week-end vivo dei bellissimi momenti con la gente. Cosi la combinazione mi si addice perfettamente e mi pare che anche per gli altri sia così.
La tua è una techno energica mai noiosa, con una cura particolare per le linee di basso. Quali sono le fonti che utilizzi per selezionare i suoni della tua musica?
Non c’è una ricetta. È un pò difficile da descrivere. E’ molto personale, un processo intuitivo. Hai presente il motivo per cui ti piacciono certi colori e mai ne indosseresti uno in particolare? Non è razionale è una questione di gusto. Un attrazione naturale che non si può spiegare. E’ una sensazione, un istinto che mi attira verso i suoni che si adattano con il legame personale che ho con la musica. Ovviamente nel corso degli anni la mia preferenza per kick e bass ha una costante nella mia musica. Mi piace molto quel suono per questo è sempre presente.
Preferisci l’analogico o il digitale? E perché?
Per me tutta la discussione analogico o digitale è la stessa cosa del dover scegliere tra Mac o PC. Ognuno ha il suo valore. A dire il vero non mi interessa. Oltre al mio mixer analogico che mi piace perché ho qualcosa di reale da toccare e non solo la tastiera – non faccio uso di qualsiasi altro hardware analogico. Ma di sicuro per alcuni generi musicali, l’analogico crea una certa atmosfera. Quindi sì, vada per questo. Utilizzare ciò che funziona e si sente bene. Io uso il digitale ovviamente per via del suo aspetto pratico. Ci sono tutti questi grandi strumenti e programmi al giorno d’oggi che rendono molto più facile trasformare le idee in risultati. Un altro motivo pratico per cui mi piace il digitale è che non ho bisogno di fili. Li odio.
Parlaci dei nuovi progetti che hai in serbo.
Il 2013 è completamente imballato con varie release e sono molto felice che vi siano finalmente mie produzioni. Per l’intero inverno sono stato praticamente rinchiuso in studio. A partire dall’inizio di quest’anno uscirà Adam Beyer & Alan Fitzpatrick Drumcode Remix. Poi il mio Basement Trax Vol… Un EP su Ostgut Ton, seguito dal DJ-Edits vol. 2 sulla mia etichetta Figure. In questo momento sto lavorando ad una collaborazione con due artisti centrali, non posso dirti i nomi adesso altrimenti svanisce il fattore sorpresa. Quello che posso dire è che ci saranno due uscite in programma per l’estate. Interessante è anche la release dell’album di Markus Suckut che dovrebbe uscire alla fine di maggio, davvero eccitante.
Stai per suonare al Time Warp a Mannheim, il prossimo 6 aprile, insieme ai migliori dj e produttori di tutto il mondo. A tuo parere, cosa è che colpisce di questo festival?
Il Time Warp è una produzione altamente professionale su un livello abbastanza unico. Una grande squadra con persone meravigliose. L’atmosfera intera è piena di impegno, entusiasmo e riflessione, con una grande considerazione per i dettagli. Una simbiosi molto piacevole del cuore e della mente per il raggiungimento del risultato migliore possibile. Niente è sicuro e scontato! Non vedo l’ora di una grande serata perfettamente organizzata!
Di quanto tempo hai bisogno per preparare un buon set?
Io mi preparo costantemente non solo per un grande evento come quello. E’ un processo in corso settimana per settimana. Quindi, in questo senso non è diverso da qualsiasi altro set. Oltre all’atmosfera della folla, il loro stato d’animo è di fondamentale importanza, non è niente che possa preparare in anticipo. Quindi, un set completamente preparato non funziona in ogni caso – non vi è, come sempre, spazio per la spontaneità, l’immersione nella atmosfera della folla. Per me si tratta di una interazione. Preparo fino ad un certo punto poi il resto avviene al momento.
Immagina che la prossima presenza al Time Warp 2014 sia, grazie alla scelta di una nuova casa di produzioni completamente pazza, una collaborazione con un artista non techno. Chi sceglieresti?
Un sogno sarebbe stato con Brian Eno… Giusto per avere dei sogni, no?
English Version:
He is one of the most popular and beloved techno artists on the planet. A long career, a powerful sound, an incredible talent to make everybody dancing. Expecting a fully packed season, he is working on new remixes and releases. We met him on the eve of Time Warp, which will be the protagonist, to tell us some beautiful stories: his first dj set at Berghain, his passion for music, for digital and the dream of a collaboration with… Brian Eno.
I’d like to start from the beginning. When did you first approach Techno music? Was a love at the first sight?
Yes, it definitely was love at first sight with techno and hasn’t stopped since. According to family & friends i have always been a music nerd from childhood on. Music has always been a huge a part of my life since i was a kid. As you might know, i’m from turkish origins so percussive, rythme music has always been big at these giant family reunion parties and i always loved it.
Can you tell us about your first event at Berghain, your emotions, the atmosphere, a particular story about it?
Before Berghain there was Ostgut where I played frequently. The same club owners and the same spirit but moving to a different way bigger location. After a 2 year construction phase the big reopening was ahead which was super exciting in every way. Naturally coming along with a huge weight of expectations. So I think everyone involved felt kind of a thrill of anticipation and pressure. I was playing at the first night, the big reopening. I remember there was a couple of days before the big night all dj’s were there for a soundcheck and we were all blown away by the function one sound system. Tony Andrews the Pioneer from function one was there readjusting the sound system right until the moment before the first guests arrived. The night itself was a blast. Experiencing the freshly prepared berghain cathedral, all the curious and at the beginning slightly careful looks from everyone entering. Like conquering with careful footing new territory. It was great seeing so many known faces, the regular guests and of course many new ones. But the warming up phase didn’t take long and very soon it felt like a home coming party. It was a fantastic kick off . Well, and the rest you know is history.
Since the birth of Podium and Figure, which became your main label, you have received the approval of the entire techno world. What is the most important thing in the world of electronic music production?
I guess it’s not just for the electronic segment only but for music or art in general. To me it’s about joy. Seriously. A passion that carries you through feeling creatively stuck and that kind of rougher times. An urge, a fire that won’t let you stop. You might call it love, enthusiasm. That’s what connects you with the audience. That is the connection. That gives me motivation, always striving for new sounds, new tracks. At my opinion you need something that keeps you going and to me that has to be the love for the music and the need to share it with likeminded souls. You have to believe in what you are doing. Never stop reaching for the next level. I’m not a believer in trends, but following your own unique path. If it goes naturally along with, what’s popular right now, fine, it not doesn’t matter.
Do you think that the work of production is essential to be truly called a dj?
Of course you can be a great dj without producing but for most it doesn’t seem to be enough in the long run. I started as a dj, but naturally the interest in producing came along. For me I can’t separate being a dj who loves to produce from a producer who loves to dj. As a dj, I guess, it’s all about sharing emotions, a great way of communicating on a not lingual level. I love taking people on a musical journey. As a producer my goal would be never to be stuck, always taking it to the next level, trying to creating quality music, which in the best case speaks to a lot of people. Actually I couldn’t imagine one without the other. During the week I am try being pretty much locked up in the studio as much as I can, as producing is kind of a very solitary process for me, while on weekends having a great time with people. So the combination suits me perfectly and as it seems most of the others as well.
Yours is an energic Techno never boring, with a particular care for the bass lines. What are the sources you use to watch at to select the sound for your music?
There’s no recipe. It’s kind of hard describing it. It’s a very personal, intuitive process. Pretty much the same as why do you like certain colours and would for example never wear particular ones? It’s not reasonable it’s a question of taste. A natural pull you can’t explain. It’s a feeling, a gut instinct drawing me to the sounds that fit my personal connection to the music. Obviously over the years my preference for kick and bass has a constant in my music. I love it that’s why it always appears.
Do you prefer analog or digital? And why?
To me the whole analog or digital discussion is kind of the same thing as the mac or pc one. Both has it’s value. To be honest I don’t care. Besides my analog mixer which I love because I have something real to touch not just a keyboard – I don’t use any other analog hardware. But for sure for certain musical genres analog creates a certain vibe. So yes, go for it. Use whatever works and feels right. That i’m using digital is obiously because of it’s practical aspect. There are all these great tools and programms nowadays which makes it so much easier to put your ideas into results. Another practical reason that I love about digital is that you need no wires. I hate those.
Tell us about your new projects in store.
2013 is fully packed with releases and I’m very happy there are finally productions from myself as well. The whole winter I was pretty much locked up in the studio. Starting at the beginning of this year with the Adam Beyer & Alan Fitzpatrick Drumcode Remix. Then my Basement Trax Vol. 1 Ep on Ostgut Ton, followed by the dj-edits Vol. 2 on my figure label. Right now I’m working on a collaboration with two central figure artists, can’t tell you the names yet as that would blow the surprise factor. What I can tell is that there will be two releases scheduled for summer. Another highlight is the release of Markus Suckut album on figure end of may, it’s kind of a huge thing as I rarely release albums so that is pretty exciting.
You are going to play at Time Warp Mannheim, this April, along with the best techno djs and producers in the world. In your opinion, what is striking about this festival?
Time Warp is a higely professional production on a pretty unique level. A great team with wonderful people. The whole athmosphere pulsates effort, enthusiasm and thoughtfulness with consideration for details. A very enjoyable symbiosis of heart and mind to achieve the best possible outcome. That’s just striking und for sure nothing I take for granted! I highly appreciate that and am looking very forward to a great, perfectly organized evening!
How long do you need to prepare such an important set?
I’m constantly preparing not just for a huge event like that. It’s an ongoing process week by week. So in that sense it’s not different from any other gig. Besides the vibe of the crowd, their mood is crucial, which is nothing I can prepare for in advance. So a fully prepared set doesn’t work anyway – there is as always space for spontaneity, diving into the vibe of the crowd. To me it’s an interaction. Preparation to a certain degree and the rest happens in the moment.
Guess that you next presence at Time Warp 2014, because of a new crazy Production’s choice, has to be a collaboration with a non-techno artist. Who would you choose?
A dream would be with Brian Eno…good to have dreams, right?