Quantec non è uno di quei nomi altisonanti della scena, uno di quelli che dici “Cazzo, c’è Quantec!” …non è propriamente sulle “orecchie” di tutti anche perché spesso produce sotto nomi diversi, ma ha suoni ed evoca emozioni chiaramente riconducibili a lui. Amante della natura, della new-age, e le sue origini musicali come Jean Micheal Jarre ne sono la riprova, sperimenta e affascina con suoni leggeri ad entrata morbida che riescono a catturarti nella sua rete dub. in questa intervista ci disegna un po’ il mondo underground e ci parla dei suoi progetti futuri.
È un vero piacere avere la possibilità di intervistarti Sven e di condividere la tua musica all’audience italiana. Non è stato facile per Soundwall contattarti, ma grazie all’aiuto di un produttore italiano abbiamo avuto il tuo contatto… posso quindi definirti profondamente underground. Prima di iniziare a scoprire e parlare della tua musica, potresti definire il termine, a volte iperutilizzato, underground e come è associabile a te?
Ciao a tutti, in effetti può essere difficoltoso riuscire a bloccarmi per un’intervista perché sono sempre molto occupato e bhe…underground! Comunque, underground non è il termine giusto associabile alla mia musica ma molto più deepness. Chiamiamola deep electronic, potrebbe non esserlo per tutti, ma per coloro che la conoscono va bene.
Per mia conoscenza personale, il produrre musica è giusto una metà della tua giornata lavorativa in quanto sei coinvolto nel campo del sociale. Hai mai pensato di essere completamente coinvolto come produttore come fanno altri dj o pensi che la tua musica non avrebbe più questo “sapore” dettato dagli altri tuoi interessi?
Ora non svolgo più il mio lavoro nel sociale, da adesso vivo per la musica. Per quato riguarda il “sapore”, si, lo credo anche io, rispondendo e leggendo mail tutto il giorno, non potrebbe essere ancora lì.
Potresti parlarci del tuo inizio? Come sei rimasto coinvolto nella produzione? Quali produttori hai seguito per definire il tuo stile e gli stili che ti hanno influenzato?
Bene, ricordo che dall’età di 4 anni ero abituato a sentire mio padre ascoltare i Kraftwerk, i Depeche Mode, e tutta la musica dei primi sintetizzatori. Mi sono innamorato di quei suoni dal primo secondo che li ho ascoltati. Poi all’età di 7 anni ho ascoltato Brian Eno e Jean Micheal Jarre che mi hanno letteralmente trasportato via. Passando poi velocemente all’età di 15 anni, quando ho ascolto gli echi dub della techno berlinese, sono rimasto completamente pietrificato. Da allora ho comprato il mio primo synth e questo è stato l’inizio per la creazione della mia musica e del mio stile.
Non vorrei categorizzarti in uno stile confinato anche se la tua musica viene etichettata come dub-techno, ma è chiaramente riconoscibile il tuo sound quando ascolti la tua produzione. Il trend attuale nel movimento della musica elettronica è “ognuno dovrebbe fare tutto” per le logiche di mercato. Cosa ne pensi? Credi mai che produrrai una traccia differente da quello per cui sei conosciuto?
Certo che lo farei! Non mi piace essere categorizzato ma alcune volte lo sono. Il mio prossimo album non è nel tipico stile Quantec, ma i fan possono comunque ascoltare le mie impronte musicali. Comunque, si sta evolvendo in qualcosa di un po’ più veloce e rude. Nel mio tempo libero non ascolto dub-techno, era solo una maniera per lanciarmi. Io sono innamorato degli echi e degli schemi d’accordo! Ma i miei stili musicali sono davvero diversificati, dal jazz all’hip-hop fino alla buona deep techno. Sotto altri alias e nomi sconosciuti produco altre cose. Il mio prossimo album su Toffler sta diventando un po’ più rude, ma potrete ascoltare l’impronta tipica di Quantec, molto probabilmente quello che riconoscerete sarà il mio Lexicon.
La maggior parte della tua produzione va sotto il nome Quantec, ma hai anche prodotto sotto il nome Monoaxial ed il tuo vero nome Sven Schienhammer. Perché utilizzi diversi nomi anche se le tracce seguono lo stesso percorso stilistico? È giusto un mezzo per produrre qualcosa di diverso senza avere la pressione di conformare la tua produzione a quello che invece ci si aspetta da te?
Hmmm…bella domanda. Non lo so. Producendo con il mio nome vorrei solo fare ambient, ma non c’è un processo di selezione particolare, sono solo nomi! (Mah, nda)
Parlando più approfonditamente della tua produzione. Ascoltando la tua musica, ci sono alcuni suoni distintivi, echi e suoni sub-acquosi. Appartieni alla vecchia scuola che predilige lo sfruttamento completo del set di suoni che una sola macchina può dare per comporre diverse tracce? Qual è il tuo equilibrio fra hardware e software?
La differenza tra hardware e software la puoi percepire quando suona attraverso un buon impianto. Se suoni un mp3, un cd e poi un vinile, c’è una grande differenza. I suoni provenienti dai software sono troppo morbidi, mentre quelli hardware sono grezzi e ruvidi. Adoro giocare con i knob, è una vera interazione fisica con la musica. Il software ti fa sentire dislocato e a volte i suoni risultano scarni o artificiali. Le macchine invece sono reali…veri suoni provenienti da una macchina, li amo!
In alcune interviste accenni ad alcuni progetti sotto nomi sconosciuti, ci puoi dire se questi hanno visto la luce?
Si questi progetti hanno visto luce, ho prodotto Mayn Wax sotto il nome Unknown Thing!
Nei mesi recenti il fuoco della scena europea è stato rilocalizzato sulla techno, eccetto che per la tua nazione, la Germania, dove la techno è stata sempre suonata. Alcuni dj sembrano essere caduti in declino altri invece vengono rispolverati dalle agenzie e il numero dei loro show sta aumentando. Cosa ne pensi riguardo a questo, dalla visione di uno che è sempre rimasto nel proprio stile? Come ti senti rispetto al carrozzone?
Non sono sicuro che sia rilocalizzata nella scena in cui vivo, nei club va la minimal techno e la minimal house. Però non ci posso andare in quei club, troppo freddi per me, suoni freddi e gente fredda. Io amo la scena deep-house, ci sono alcuni party davvero buoni dalle mie parti ma molti ragazzi preferiscono la minimal techno. Riguardo al movimento, io credo che la techno, la figlia minimal e la minimal-house stiano dominando i club, io da far mio adoro la scena deep-house underground. Sono grato che la techno non sia mai morta.
Potresti o vorresti mai fermarti nel produrre musica? Quali sono le tue prospettive? Cosa vuoi dire alla nostra audience riguardo la tua musica, le tue produzioni e riguardo te, che non è stato detto dalla domande precedenti?
Non mi fermerò mai nel fare musica. Anche se un giorno per qualunque ragione la mia musica non verrà più lanciata sul mercato, continuerai a produrre per mio personale godimento. Ho altri nomi e progetti al vaglio, ma è un segreto per adesso, ahahah! Io il mio ultimo album come Quantec sarà su Toffler con un cd, tre 12” e alcune edizioni speciali su digitale. C’è molto di Quantec dentro, invece per i remix ed i live ci saranno solo Monoaxial e Quantec. Gli altri nomi non hanno importanza adesso. Chi mi segue potrà riconoscere i suoni tipici di Quantec.
La tua top 5 delle “tracce che non possono uscire dalla tua testa”, le tue tracce più amate che t’hanno avvicinato a questo mondo:
la prima non è propriamente elettronica: Riders on the Storm – the Doors; Thank you Mum – St.Germain; Morning Factory – Ron Trent; Struggle of my people – Mike Grant; M7 – Maurizio.
Ma ci sarebbe troppo da menzionare qui, sono inamorato di così tante tracce tra reggae, dub e la vecchia techno di berlino e ancora e ancora… la musica vivrà in me per sempre, amo così tanti generi. Pace e amore da Sven, grazie a tutti quelli che ascoltano la mia musica. Freedom of artistic expression!
English Version:
Quantec is not one of those high-sounding names of the scene, one of those who say: “Fuck it, there is Quantec!” …he is not exactly on the “ears” of all because him often produces under different names, but he sounds and evokes emotions clearly attributable to him. A lover of nature, new-age, and his music sources such as Jean Michael Jarre it’s a prove; he tests and he fascinates with soft sounds that soft entry and they manage to capture you in his dub network. In this interview, he draws a little of the underground world and talks about his future plans.
It’s a great honour to have the chance to interview you Sven and spread your music to the Italian audience. It hasn’t been easy for us at Soundwall to contact you, but with the help of an Italian producer we got your contact… so I could say that you are deeply underground!!! Before beginning to get to know you and your music, could you define for us the often overused term ‘Underground’? What could really be called ‘underground’? What’s the kind of sound for a producer? Do you fit with this word?
Hello, and yes it may be a bit difficult to catch up with me for an interview because I am always really busy and well… underground! However, underground isn’t the right word I’d use for my music, it’s more the ‘Deepness’. Let’s call it deep electronic music, it may not be for everyone, but for those who know!
From my personal knowledge, the music producing is just half of your working day as you are deeply involved in social education. What reflections of this ‘social’ mood and your love for nature, can be found in your production? Have you ever thought about being completely involved as producer like other dj’s do or do you think your music wouldn’t have this flavour yet?
I am not in my social education job anymore. I only live for the music right now. The flavour, yes, I think so! I can’t read and answer all my emails every day, so yes, I think the flavour is there!
For our audiences, can you tell us more about your beginnings? What got you involved in music production? What producers have you followed to get your style and what are the different music styles that have influenced you through your life?
Well, from about the age of 4 years old, I remember my father always played Kraftwerk, Depeche Mode and all those other early synthesizer styles of music. I fell in love with those sounds from the first second I heard them! Then I heard Brian Eno and Jean Michel Jarre when I was 7 years old and that really blew me away. Ok, so fast forward to when I was 15years old and when I first heard dub echoes and Berlin Techno, I was completely transfixed. I bought my first Synthesizer and this was the beginning of making my own music and style.
I won’t categorize in a confined space your music style, but it’s really clear that when listening to your sound it is very recognizable, even if your music is labelled dub-techno. The actual trend in the electronic music movement is that “everyone should do everything” for the market’s logic. What do you think about this? Do you think you would ever produce a track different from what you’re known for?
Yes I would! I don’t like to be categorized but I often am. My next Album isn´t in the typical Quantec style, but fans can hear it has my fingerprints! However, it’s getting a bit faster and rougher. I don’t listen to dub-techno in my free time, it was only a hype for me. I’m in love with echoes and chords! But my styles in music are very different, from jazz to hip-hop to good deep techno! Under other aliases and unknown names I produce other things. My next album on Toffler is getting a bit rougher, but you can hear the typical Quantec fingerprint as I said, maybe it’s my Lexicon gear you can hear!
Your production mostly goes under the name Quantec, but you also have produced under the name Monoaxial and with your real name Sven Schienhammer. Why do you use different names even though the tracks follow the same artistic flow? Is it just a way to release something different without the pressure of having to conform to what is expected?
Hmmm… good question. I don’t know, under my real name I would only produce ambient, but there is no special selection, there just names!
Let’s talk deeper about your production. Listening to your music, there are some really distinctive sounds, echoes and sub-aqueous sounds. You are one of the old school that likes to use all the sound settings of hardware to create multivariate tracks? What is your balance between hardware and software and what is your studio setup, does it translate into your live shows?
The difference in hardware and software is how it sounds when you play it thathrough some good speakers! Play an MP3, play a cd, and then play Vinyl, there’s a big difference. Software sounds too soft, hardware sounds rough and raw! I like to twist the knob’s, it’s a real physical interaction with music. Software feels dislocated and often sounds cheap or manufactured. Hardware sounds ‘Real’… real machine sounds, I love it!
In some interviews you hint at some projects under unknown names, could you say us if these projects have seen the light?
Yes, those projects have seen the light, I have produced Mayn Wax under the name Unknown Thing!
In recent months the focus of the European movement has been relocated on to the world of “techno”, except your home, Germany, where techno has always been played. Some dj’s have fallen into oblivion and others seem to have been revived by the agencies and the numbers of their gigs are growing. What do you think about this, as a person who has been always located in his own style? How do you feel about the music movement?
I’m not sure. In the club scene where I live, their hype is minimal techno and minimal house. I can’t go to those clubs, it’s too cold for me, cold sounds, cold people. I love the Deep-House scene, there are a few good Deep-House party’s around me but most guy’s prefer minimal techno. About the movement, I think techno, minimal house and techno, is dominating the floors, I love the underground deep house scene. I’m glad that techno was never dead!
Could you or would you ever stop making music? What are your perspectives? What would you say to our audience about your music, your productions and about you, that hasn’t been covered in the questions above?
I will never stop making music. Even if one day, for some reason I stopped releasing music, I would still continue making it for my own enjoyment. I’ve got other names and projects planned, but it’s a secret, for now, haha! My last Quantec album comes out on Toffler Music, a cd, three 12″s and some digital specials. There is a big Quantec break, Monoaxail and Quantec only doing remixes and playing live under those names! The other moniker´s are not important at the moment. Quantec fans can always feel my fingerprints.
Your Top 5 list of what I call “TracksThatCan’tgetOutofYourHead”, your all-time greatest tracks, that get you closer to this electronic world:
The first favourite is not really electronic: Riders on the Storm – the Doors; Thank you Mum – St.Germain; Morning Factory – Ron Trent; Struggle of my people – Mike Grant; M7 – Maurizio.
But there’s too much to mention here, I am in love with so many tracks from Reggae to dub to old techno from Berlin and on and on. Music lives in me forever, I am in love with so many genres! Love’n’peace from Sven! Thank you listeners of my music for all! Freedom of artistic expression!