Un musicista a tutto tondo che ha vissuto direttamente sulla sua pelle gli anni dell’ascesa della club culture contemporanea degli anni ’90 e che è stato capace di evolversi e far evolvere un mondo tanto vasto quanto quello dell’elettronica. Sonorità elettroniche ricercate, raffinate e un perfetto equilibrio tra house, deep e techno. La musica di Josh Wink, classe ’70, può riassumersi così: rimasto sempre fedele alla sua passione immutata fin dal principio, come per altri il colpo di fulmine con la musica è avvenuto nell’incontro con le prime strumentazioni analogiche elettroniche che sono diventate in breve tempo una vera e propria esigenza di approcciarsi alla musica, vero ed unico mezzo per esprimere la propria arte. La crescente necessità di libertà verso l’espressione artistica musicale lo portano già a 24 anni ad aprire la sua etichetta (“Ovum”, per la cronaca) che diventa in breve tempo fucina per nuovi artisti, nonché punto di riferimento per la corrente techno-house. Da quel suo primo ‘Higher State of Consciousness’ vera e propria opera prima che lo ha consacrato alle masse, Josh non ha mai smesso di crescere, portando avanti progetti ambiziosi e collaborazioni importanti (Radiohead, Moby e Depeche Mode su tutti), riuscendo ad uscire su etichette del calibro di R&S, XL e Minus e continuando sempre ad inseguire la sua passione per la musica, rimasta inalterata negli anni.
Che rapporto hai con la musica? Quali generi ti piace ascoltare?
La musica è la mia vita e la mia vita è la mia musica. Mi piacciono tutti i tipi di musica. Purtroppo non ho abbastanza tempo da dedicare ad ascoltare tutto.
Se ti dovessi chiedere quali sono i tuoi 3 album preferiti, quali sarebbero?
Beck – Sea Change
Stevie Wonder – Innervisions
Michael Jackson- Thriller
Come nasce una tua traccia? Che cosa ti ispira?
Immagino che l’ispirazione venga dall’angoscia di non essere in studio a fare musica per un lungo periodo di tempo. La tensione e la voglia di costruire sono la frustrazione di questo sentimento. Così, semplicemente, credo che la traccia sia influenzata dalle mie stesse emozioni.
Sei uno metodico che produce principalmente in studio o ti capita di lavorare su dei pezzi anche a casa? Cosa usi per produrre solitamente?
Scrivo musica nel mio studio. Io non mi ritengo altro che un produttore di musica che usa computer portatile in viaggio. Ho il mio piccolo set up nella mia casa e mi metto a scrivere qui. Uso una combinazione di software e hardware per la produzione. Di solito scrivo uso Ableton, poi per stampare e mixare uso Logic.
Hai viaggiato molto, suonando in tutti i più grandi club del mondo. Dove ti sei trovato meglio e quale è il vostro preferito e perché?
Mi piace suonare nei piccoli club tanto quanto nei grandi. E’ una sensazione più intima e personale che si ha nei locali più piccoli, e mi piace davvero! Al tempo stesso, adoro far scatenare anche le grandi folle!
Stavamo parlando di club, ma oramai anche i festival all’aperto sono diventati dei veri e propri punti di riferimento per il mondo dell’elettronica. Cosa prediligi tra i club ed i festival e perchè?
Vedi la mia risposta sopra. Tuttavia, ognuno serve al suo scopo. Un festival è più simile a un concerto e un evento di club è un evento di club.
Nella precedente intervista avevamo discusso della tua etichetta (Ovum) aperta a soli 24 anni. Oggi faresti lo stesso salto se avessi ancora 24 anni? Che consigli ti sentiresti di dare ad un giovane che vorrebbe intraprendere la carriera del producer ed aprire una propria etichetta?
Amo ed amavo quello che faccio. Quindi sì. Rifarei tutto se avessi ancora 24 anni. Per quanto riguarda una persona giovane e la sua carriera: ci si deve rendere conto che non si può fare una buona vita dal punto di vista finanziario nell’essere un artista o nell’avere una etichetta discografica. E’ difficile guardare le cose oggettivamente con l’industria invasa da immagini di superstar dj e il loro champagne, con le copertine di riviste, limousine, jet privati ed Entourage. Non è da battere… a volte è un “lavoro d’amore”. Quindi si deve entrare in gioco per le giuste ragioni. Se ti piace quello che fai. Se quello che fai come produttore/dj ti sembra un lavoro e ti ritrovi pure a lamentarti molto, allora forse è il momento di pensare davvero a quello che fai. La vita è troppo breve per fare cose che non vuoi fare.
Per finire, che avresti fatto se non avessi continuato la carriera da dj/producer? Hai altri sogni nel cassetto che vorresti realizzare?
Forse qualcosa a che vedere con la medicina. Sono sempre stato interessato al corpo ed al suo funzionamento, per non parlare della capacità di aiutare le persone.
English Version:
An all-round musician, who lived directly on his skin the years of the rise of contemporary 90s club culture and has been able to evolve and evolve a world as vast as that of electronics. His, is a sounds sophisticated, elegant with a perfect balance between house, deep and techno. The music of Josh Wink, class ’70, can be summarized in that way: always remained faithful to his passion, unchanged from the beginning, as for other djs, the love for music took place in the encounter with the first analog electronic instruments that have become in short time a real need to approach the music, true and only means of expressing his art. The increasing need for freedom of artistic expression led him already at 24 years old to open his own label (“Ovum”, for the record) that soon became breeding ground for new artists, as well as a reference point for the current techno-house.From that first ‘Higher State of Consciousness’, a real masterpice that consecrated him to the masses, Josh has never stopped growing, carrying out ambitious projects and collaborations (Radiohead, Moby and Depeche Mode), being able to coming out on labels such as R&S, XL and Minus and continuing to pursue her passion for music which has remained unchanged over the years.
What is your relationship with music? which genres you listen to?
Music is my life, and my life is my music. I like all kinds of music. However, I don’t have time to devote to all.
If I were to ask what are your 3 favorite albums, what would they be?
Beck – Sea Change
Stevie Wonder – Innervisions
Michael Jackson – Thriller
How does your own track? What inspires you?
I imagine that inspiration came from the angst of not being in the studio making original music for such a long period of time. So, the tension and build ups are the frustration of this feeling. So, I simply guess that the track was influenced by my own emotions.
Are you a methodical, which mainly produces in the studio, or do you work to some track at home or elsewhere? What do you use to produce usually?
I write music in my studio. I’m not much of a laptop producer on the road. I have my own little set up in my home and I start writing here. I use a combination of software and hardware for my production. But, I usually write in Ableton and then print stems and mix in Logic.
You’ve travel a lot, playing in all the biggest clubs in the world. Where did you find better and which is your favorite one and why?
I like playing the small clubs just as much as the big ones. It’s a more intimate and personal feeling with the smaller venues, which I really enjoy! However, I do like to rock out to the big crowds at times as well!
We were talking about the club, but now even outdoor festivals have become very important to the world of electronics. What do you like more between the clubs and festivals and why?
See my answer above. However, both serve their purpose. A festival is more like a concert and a club event is a club event.
We have discussed with you in an old interview of your label (Ovum), opened when you were young. Today, if you had 24 years, you’d do the same thing? What advice would you give to a young person who would like to pursue the career of producer and open his own label?
I love and loved what I do. So yes. I’d do it all in 24 years. In regard to a young person and their career. Realize you may not make a good living financially being an artists or a record label. It’s hard to look at things objectively with the industry flooded with images of superstar dj’s & their champagne, magazine covers, limos, private jets and entourage. Not knocking it… But, it’s sometimes a ‘labor of love’. So get into the game for the right reasons. Enjoy what you do. If what you do as a producer/dj seems like work and you find yourself complaining a lot. Then maybe it’s time to really think about what you do. Life’s too short to do things you don’t want to do.
Finally, what would you have done if I had not continued as a dj/producer? Do you have other dreams that you would like to achieve?
Maybe involved in medicine. I was always interested in the body and how it works, let alone the ability to help people.