“Per gli ultimi tre anni almeno, il grande trend è stata la house dei primi anni ’90. È tutto un ritorno al passato. Penso sia il momento giusto per fare uscire qualcosa che sia un po’ più profondo e futuristico. Penso sia ora che la gente riscopra il significato della musica elettronica, ovvero: andare avanti”.
Non male, per chi con queste parole presenta un mixato con tracce che vanno indietro anche di vent’anni, e novità con il contagocce. A suo dire insoddisfatto dal rapporto fra quanto succede al momento e il suono che aveva in mente per la sua partecipazione alla storica collana !K7, Eric Estornel sceglie di pescare comunque nel passato per andare avanti, apportando però le necessarie modifiche. In forma di remix e soprattutto edit: nove tracce su diciotto complessive sono rinfrescate appositamente dal produttore statunitense di stanza in Spagna, e se aggiungiamo le due inedite “Galactic Cinema” e “Mind on Fire” – roba che non sfigurerebbe sul suo prossimo album, la prima una bomba house scura e sensuale con frammenti di cantato soul-disco femminile, la seconda una chiusura perfetta con linea di basso new wave dritta, battimani ed euforia da prime luci dell’alba – ne esce un mix dove l’impronta dell’autore è fortissima. Al punto che vi si trovano fianco a fianco entrambi gli alter ego di Estornel: Maetrik (quello techno) e Maceo Plex (quello deep house).
Si comincia piano, con la electro mista IDM, bleep distorti e malinconia urbana di “Spatial Lobe” (dall’unico singolo dei Monsters From ID, 1999) e con un Voice Stealer di due anni prima (“Evaluation”). Si comincia a salire di tono con il detroitiano Dj Stingray e si arriva alla prima svolta con un Maceo remix di “Nice To Meet You”, tiro tech house e stralunato cantato pop, debutto di Mathias Schaffhäuser del ’97. Svolta subito moltiplicata da uno dei cardini del disco, la cover del classico punk-rock dei Fear “New York Is Alright”, reinterpretato in devastante chiave disco mutante dai TV Baby (già A.R.E. Weapons), e qui proposto in un pulsante “Black Spun Minimal Dub”. Svolta cementata dal passaggio ultra-fluido a “When It All Comes to This”, Maceo e il recitato house di Mark O’Sullivan su bella spinta tech house. “Oh Happy Day (Maceo Plex Edit)” di Lab Insect (2000) compone invece con le sue svisate funky/fusion un segmento più morbido e deep, insieme alla coeva “Raise the Dead (Love from San Francisco Dub) di Kimbu Kimra e alla più spedita “Escapism (Maceo Plex Conversation Remix)” di Mattski, sempre intorno al giro di millennio. La nuova “Rez-Shifter (Maceo Plex Remix)” di Eric Volta vira acidella verso cose da Chemical Brothers di quelli buoni, e introduce i rombi di motore dell’italico Visnadi e della sua pazzoide “Racing Tracks”, UMM anno di grazia 1993, rimodellata alla perfezione da Eric per le piste odierne.
Poi entra in campo Maetrik, si diceva: prima un altro gran balzo all’indietro con il trattamento di “Sandmann” (Move D), quindi quello scuro e scarno di “Creeps” (Zeta Reticula & Freaks) , quindi di nuovo Maceo alle prese con la recente “Payback ” del veterano Jaydee, che introduce gli ipnotici toni dub dell’ottima “Nangijala” (S.A.M.). E la chiusura di cui sopra, degna di un mix di altissimo livello fatto di tracce uscite solo in vinile, e costato al nostro, racconta lui stesso, ben tre mesi di lavoro. In cambio, promettiamo ben oltre tre mesi di permanenza nei nostri aggeggi musicali.