Storicamente, Delta Funktionen e la Delsin in generale sono sinonimo di techno di classe, di quella che ti scuote dal profondo ma ti lascia comunque con con una sensazione piacevole: a differenza della depressione postatomica cronica che sembra affliggere la techno di questi tempi, l’etichetta olandese riesce a non cedere completamente alle tenebre e alle macchine, mantenendo, seppur lontanamente, un lato umano, o almeno umanoide, e l’idea che il fine ultimo sia comunque scuotere il culo su un dancefloor anzichè soffrire.
“Sun Storm”, prima fatica di Niels Luinenburg dopo l’album dell’anno scorso, non fa eccezione: il basso è profondissimo e vagamente EBM, ma non è spigoloso, anzi è quasi tondeggiante nel suo incedere sinuoso, e i clap e i tom che scandiscono il ritmo dividono i momenti in cui si salta da quelli in cui si headbanga, non scandiscono l’andamento marziale di una marcia verso l’oscuro. Allo stesso modo, i droni e i synth che preannunciano la pausa di metà traccia non creano tensioni o angosce, ma servono semplicemente a preparare il terreno per un cambio di passo a base di hihat che rende la seconda parte del brano impossibile da ascoltare stando fermi.
Di diverso avviso sono invece Blawan e Pariah, che si sono affacciati sul panorama techno solo di recente e che quindi hanno preso in pieno l’ondata aggressiva della scena recente: il loro remix di “Onkalo” infatti è un tripudio di suoni industrialeggianti di macchine che si ribellano condito da una cassa violenta e senza ombra di compromessi, ma l’impianto è sempre quello di casa Delsin, per cui a fianco ai colpi d’ascia dei due Karenn rimangono comunque i suoni cesellati della traccia originale, per cui il risultato è assolutamente esplosivo e la quantità di male di vivere tutto sommato contenuta.
A chiudere l’EP, l’electro d’atmosfera di “Challenger”, già stampata nell’album e ancora validissima, con la battuta lenta e i pad avvolgenti.
In conclusione, tre tracce di altissimo livello come quello a cui ci ha abituati la Delsin, ottime soprattutto per ricordarci che è ancora possibile, nel 2013, fare techno menando il giusto ma senza lasciarsi andare definitivamente all’oscurità.