Quando abbiam passato la giornata con lui il 25 Aprile Deep’n’Morning, Boddika ci è parso un professionista, loquace ma posato e ragionato in ogni mossa. E invece certi sassolini da togliersi li aveva anche lui, e stavolta ha colto l’occasione per dimostrarcelo: per l’intervista il producer londinese ci ha fatto aspettare a lungo, preparando a dovere le risposte per raccontarci un punto di vista inedito su alcuni temi di pubblico dominio. Scopriamo che il distacco recente dal progetto Instra:mental e dai podcast Autonomic è la conseguenza del “tradimento” artistico del partner Damon Kirkham, che ha preferito insistere per direzioni note insieme a dBridge e, lasciando sperimentare da solo il compagno, ha di fatto creato le basi per il Boddika che conosciamo. Un artista rigenerato, che ha a cuore la fase compositiva e l’entusiasmo che ne consegue, che si lascia conquistare dal momento techno ma non ragiona per schemi consolidati, che apprezza i giorni d’oggi ma riconosce le vette del passato. I rave, la saturazione della scena, la collaborazione con Joy Orbison, la tentazione di un album e l’idea di “educare” il pubblico: questi i passaggi su cui vi invitiamo a concentrare l’attenzione.
Per tutti i 2000 sei stato attivo come metà degli Instra:mental, ma negli ultimi anni ti sei lasciato prendere dal progetto Boddika. Cosa ti ha spinto a iniziare questa nuova fase?
Beh, man mano che passava il tempo, sentivo di non voler continuare a comporre musica sempre sugli stessi 170bpm. Abbiamo sperimentato altri tempi anche come Instra:mental, ma sentivo di poter ottenere di più con tempi lenti. In quel periodo il mio partner [Damon Kirkham] non si sentiva completamente a suo agio con questa idea e c’erano anche alcuni aspetti della vita privata che lo distraevano. Lui e dBridge non mi han permesso di andare oltre al sound Autonomic, mentre io ero convinto che i migliori momenti li avevamo alle spalle, per cui ho deciso di guardare avanti. Son rimasto solo in studio per due mesi, alla fine del 2010, ed è stato lì che il sound Boddika è realmente nato.
Come Boddika sembri avere obiettivi differenti. La maggior parte della storia Instra:mental recente si è focalizzata su un sound minimalistico, sperimentale, d’atmosfera, mentre Boddika è pura raw techno. Sentivi il bisogno di esprimere un lato di te più vicino alla cultura clubbing?
Se scorri tutte le tracce di Boddika noterai che non è solo raw techno. Ho voluto costruirmi una carriera fuori dalla musica, quindi sapevo che avrei dovuto fare tracce orientate al club, ma nello stesso tempo per me era importante sentirmi a mio agio nel processo di scrittura. Ora uso un sacco di synth analogici e digitali e mi piace far correre le mie tracce lungo dinamiche differenti. È ancora la mia passione e adoro questo modo di far musica.
Si può dire che le tue origini siano nella drum’n’bass, giusto? Mi chiedevo come vedi la scena dnb, se la senti meno viva e se questa è stata la ragione che ti ha spinto verso nuove produzioni.
Provengo da hardcore e jungle, sono nato a Londra e lì sono le mie radici, sinceramente non seguo più la scena DnB dei giorni nostri. Anzi, non ho mai considerato DnB il materiale che scrivevamo come Instra:mental, è semplicemente capitato che i nostri maggiori successi sono stati a 170 bpm, quindi immagino che la gente abbia assunto che fosse DnB… io però non l’ho mai vista in quel modo, mi ero già disamorato della DnB, i suoi giorni migliori erano già andati. Gli anni più esaltanti son stati quelli della prima scena rave in Inghilterra, hardcore e jungle avranno sempre un posto di riguardo nel mio cuore. Come ti dicevo l’altra volta, sono stati anni unici.
Per i giorni nostri, quello che possiam dire di certo è che la techno sta vivendo un ottimo momento di forma. Vediamo continuamente giovani producers emergere dal mondo techno, gente come Blawan, Pariah, Untold e anche Joy Orbison sono un segno che la techno ha ancora molti sostenitori e può ancora rispondere alle esigenze espressive di oggi. Tu come la vedi, comsa sta succedendo?
Blawan sta facendo techno molto buona, per come la vedo sta portando una ventata di freschezza alla scena. Mi piacciono molto house e techno, ma ho comunque l’impressione che presto si raggiungerà di nuovo la saturazione. Voglio dire, sembra che adesso stiano producendo proprio tutti, e non è necessariamente cosa buona. Tutte le demo che ricevo sembrano suonare come Blawan o qualcun altro… sto ancora aspettando che mi arrivi il vero materiale di pregio.
Sembra che tu e Joy Orbison siate particolarmente affiatati. Com’è nata la collaborazione?
Ci siamo conosciuti in East London, qualche anno fa, in una fiera in cui stavo suonando. Ci ha presentati Loefah, abbiam parlato, abbiam deciso di lavorare insieme in studio e da quel momento è stata una collaborazione molto prolifica. Stiamo continuando a lavorare insieme, abbiamo appena finito la prossima release, su SunkLo. Per come la vedo, continueremo a lavorare insieme ancora per molto tempo.
Ho sentito che stai lavorando al tuo prossimo album, vero?
È girata la voce che sto lavorando sull’album, ma non è vero. Al momento non sento il bisogno di produrre un album. In futuro probabilmente lo vorrò, e quando quel momento sarà arrivato lo sentirò. Mi piacerebbe fare un album più sperimentale, sotto il mio alias “Grey Goo”, quello è qualcosa che mi interessa realmente. Come Boddika, invece, penso che continuerò coi singoli 12”. Per l’album, chissà, mai dire mai…
Infine, parlaci dei tuoi dj-set. Come vuoi che suonino, che tipo di sensazione vuoi ottenere?
Mi piace portare energia nel club, voglio vedere la gente muoversi e trovarsi il loro spazio. Ma mi piace allo stesso tempo anche educare il pubblico, sparigliare un po’ le carte. Non mi piace dare al pubblico tutto quel che vuole al 100%. Dopotutto, loro son venuti a scoprire me e la mia selezione.
English Version:
When we spent all day with him, at the Deep’n’Morning event of 25th April, we found Boddika to be a professional man, talkative but composed and thoughtful on each move. Nevertheless, he has some discomfort to express and he used the occasion of this interview to do it, he made us wait for his answers in order to tell us his point of view about some topic of the public domain. We discovered that his recent separation from Instra:mental project and Autonomic podcasts has been caused by an artistic disagreement with his partner Damon Kirkham, who preferred to insist on well-known directions with dBridge: the period of autonomous experimentation gave birth to the Boddika that we know today, a regenerated artist that loves the compositional phase and its proper enthusiasm, that is embracing the techno of these days but is not forgetting the peaks of the past. The rave age, the saturation of the scene, the collaboration with Joy Orbison, the album tentation and the purpose of “educating” people: we suggest you to focus on these subjects.
You’ve been producing over the 2000s as half of Instra:mental, but in last years it seems that you fell in love with the Boddika project. What led you to start this new phase?
Well, as time went on, I felt I didn’t want to primarily keep writing music at 170 bpm.. We had experimented at other tempos whilst writing as Instra:mental but I felt I had more to offer at a slower tempo altogether. My partner at the time wasn’t really agreeing with the ideas that I was having and was also distracted by other aspects of his life. He and dBridge did not want me to walk away from the Autonomic sound but I felt that its best days were behind it, so I walked. I was left alone in the studio for 2 months in late 2010 I think, and that’s where I really found my sound as Boddika.
As Boddika you seem to have different purposes. Most part of the recent Instra:mental history has been focused on a minimalistic, experimental, atmospheric music, whereas Boddika is just raw techno. Was you feeling the need to express a side nearer to current clubbing culture?
If you listen to all of the Boddika tracks, you will quickly realise that it’s not just raw Techno at all.. I wanted to make a career out of music, so I knew I had to make tracks that would work in the club and at the same time it was very important to me, that I enjoy the writing process aswell. I use a lot of old analogue/digital synths, and also I love running my tracks through different dynamics, it’s still my hobby, and I love what i do.
We can say that your origins are on drum’n’bass, right? We want to know if you feel that the dnb scene is less lively now, and it this has been the reason that led you towards new productions.
I come from hardcore and jungle, I’m from the London\Uk and they were my beginnings, as far as DnB goes these days I don’t know anything about it anymore. I never really considered what we wrote as Instra:mental, DnB either, it just so happened that our biggest tracks as Instra:mental were at 170bpm, so I guess people just assume you’re writing DnB…. but I never saw it that way, I’d already fallen out of love with DnB, its best days were a long way gone already. I had a lot of amazing years growing up through the early rave scene in England- hardcore and jungle will have a warm place in my heart forever.. i started going to raves in 1992, that’s when I was just old enough… And like I said, they were very special years.
What we can say for sure about today is that techno is in great form. We continously see young producers arise on techno, people like Blawan, Pariah, Untold or even Joy Orbison, it’s the sign that techno has still several followers, can still answer to current expressive needs. How do you see that, what is happening?
Blawan has done well with Techno, he does it well and brings something pretty fresh to the table in my opinion. I very much enjoy house and techno music but I do feel it’s going to become very over saturated again quite soon, I mean it’s all anyone seems to be writing these days and that’s not necessarily a good thing. Every demo `I get sent, seems to sound like Blawan or another techno producer… I’m still waiting for the golden demo to arrive in my inbox.
It seems that you and Joy Orbison are going very well together. How has this collaboration started?
Me and Pete (Joy) met in East London at an art exhibition I was playing at, a few years ago. We were introduced by Loefah, got talking, decided we should get in the studio together and from that point onwards the partnership has been very fruitful and productive. We’re continuing to work with each other and have just finished our next record forthcoming on SunkLo. As far as I’m concerned, we’ll be writing tracks together for the foreseeable future.
I know that you’re working on your next album, true?
There have been rumours that I’m writing an album, but I’m not. I don’t feel the need to write and album at this moment in time. I think one day I will want to and I’ll know when that time is when it happens. I’d love to write a more experimental album under one of my alias’ ‘Grey Goo’, that’s something that really interests me. As far as Boddika goes, I thoroughly enjoy writing 12″ singles at the moment but never say never about the album project.
In the end, tell us about your dj-sets. How do you want they to sound, and what kind of sensation do you want to obtain?
I like to bring energy to a club, I want to see people moving and really finding their space. I also like to educate people a little bit aswell, throw a couple of curveballs in, here and there. I don’t like to give people exactly what they want 100% of the time because after all, they have come to see me play and check out my selection.